EDITORIALE – Mazzarri, mezze verità, due sconfitte e vergogna
È impossibile trovare dei motivi di conforto nella gara di ieri, quest’Inter sembra troppo brutta per essere vera. E non è tanto la sconfitta che fa rabbrividire, quanto più l’atteggiamento degli uomini in campo e l’inadeguatezza dell’undici meneghino al cospetto di una Viola assai raffazzonata, viste le assenze. Poco dinamismo, zero grinta, il vuoto cosmico al posto delle idee. Un copione da film dell’orrore che agita i tifosi, i quali hanno reagito sui social network con una valanga di #MazzarriVattene, i quali si stanno diffondendo tutt’ora a macchia d’olio anche tra tanti che prima della sfida di Firenze difendevano il tecnico di San Vincenzo.
La gestione del post-partita di WM, inoltre, è stata deludente e anch’essa foriera di dubbi e incomprensioni, come in una commedia d’avanspettacolo: tra vaghi rimandi a una condizione atletica non sufficiente che ha ridotto la squadra sulle gambe (a inizio ottobre?), il timore che lo spogliatoio sia già in rotta con chi dovrebbe guidarlo e un esplicito rifiuto di parlare apertamente, moltissimi si stanno chiedendo cosa diavolo passasse per la testa dell’allenatore nerazzurro al termine della gara. D’altra parte è stata una pessima scelta da parte di Mazzarri giocare su “cose non dette” e verità apparentemente inconfessabili: la stampa ci sguazzerà liberamente per due settimane e il clima di sospetto attorno al mister non farà che crescere a dismisura fino all’appuntamento di San Siro contro il Napoli quando, in caso di sconfitta, ci sarà un’inevitabile esondazione di malcontento che travolgerà (di nuovo) società e allenatore.
Cosa avrà voluto dire? Che la squadra non lo segue? Che la rosa è insufficiente a livello numerico? Che allena una compagine di brocchi? Che ha sbagliato la preparazione e adesso sono già tutti stanchi morti? Non lo sapremo mai. Indubbiamente, nonostante l’ennesimo endorsement di Thohir a suo favore, Mazzarri ha di sicuro perso un’occasione per tacere e, ancora più grave, per difendere i suoi giocatori che, anzi, si sono quasi visti addossare la colpa con quell’accenno di sfogo stroncato sul nascere ma che lascia interdetti più di ripetute urla (se per caso il mago Walter non aveva intenzione di sfogarsi con i suoi uomini sappia che così facendo li ha comunque confusi in maniera tafazziana). L’ex mister del Napoli, infatti, sta dimostrando di avere delle sempre più limitate capacità di gestione dei media e un rapporto conflittuale con la pressione portatagli dagli organi d’informazione, pressione inevitabile quando si allena l’Inter (e si sapeva già, è così da sempre, nemmeno WM lo scopre adesso). Sia chiaro: non fa questi strafalcioni volontariamente, ma la cosa ha ormai assunto contorni grotteschi. L’unico dato certo è queste dichiarazioni non fanno che fomentare lo sconcerto e l’insoddisfazione di chi non lo apprezza e imbarazzano i suoi estimatori e difensori, arrivando così a spaccare sempre più una tifoseria che, in tempi di Facebook e Twitter, non fa del pacifico scambio di opinioni il suo biglietto da visita.
Insomma, la sensazione è che adesso regni solo un gran caos, con Mazzarri che vive una situazione da dead man walking e un intero plotone d’esecuzione pronto a fucilarlo una volta per tutte. Pare però veramente improbabile, a onor del vero, che un altro allenatore possa risolvere tutto come se avesse una bacchetta magica e, poiché WM ha appena rinnovato, tutto lascia presagire che non ci sarà un cambio in panchina, dunque il tecnico livornese avrà la chance di invertire il trend che lo riguarda nonché di spezzare egli stesso il clima di sospetto che ha, maldestramente, contribuito a creare. Come? Con una bella vittoria sul Napoli del mai amato Benitez e, magari, con una fase difensiva nuovamente efficiente dopo le due indegne uscite contro Cagliari e Viola.
In attesa di rivedere la Beneamata in campo, sperando che possa risollevarsi, ripensando a ieri (ma anche alla sfida con Zeman & co.) resta solo un fastidioso e acre sapore sul palato: quello della vergogna. E guardare al futuro con fiducia in queste condizioni, onestamente, è sempre molto difficile.