UFFICIALE – Medel è dell’Inter: i dettagli
Medel Inter, c’è l’annuncio del club nerazzurra che comunica l’arrivo a titolo definitivo del centrocampista cileno dai gallesi del Cardiff
L’Inter ha il suo Pitbull. La dirigenza nerazzurra, attraverso il proprio sito, ha annunciato ufficialmente l’arrivo del centrocampista Gary Medel. Ecco il testo integrale del comunicato: “F.C. Internazionale comunica l’arrivo di Gary Medel dal Cardiff. Il centrocampista cileno ha firmato un contratto di 4 anni con i nerazzurri. Già aggregato con la prima squadra, Medel ha svolto alcuni allenamenti al centro sportivo “Angelo Moratti” di Appiano Gentile ed è a disposizione del tecnico Walter Mazzarri. Ecco un ritratto del neoacquisto interista. Pitbull, d’accordo. L’avete sentito in tutte le salse, letto su tutti i giornali, visto in azione con la maglia del Cile negli ultimo Mondiale. Ma, ecco, se pensate che Gary Medel sia un giocatore tutto muscoli e basta, forse non siete sulla strada giusta. Già, perché il neo centrocampista nerazzurro non ha solo la garra, la classica grinta sudamericana, dalla sua parte. Ha anche una percentuale che fa impressione: 90%. Completa, cioè, nove passaggi su dieci, con un raggio d’azione di 19 metri. Se a questo aggiungiamo la sua duttilità, la sua lettura dell’azione, la sua capacità di inserimento e quella di rientrare per le palle inattive, abbiamo un quadro ben più completo. Che va al di là dell’etichetta di “pitbull”. Prendiamo qualche polaroid dal Brasile: contro l’Australia è stato tra i migliori in campo, percentuali (guarda caso) in mano: 97% i passaggi riusciti. Contro la Spagna, ecco la garra venire fuori con 2 tackle e 3 anticipi, nessun fallo fatto e altra media di passaggi altissima: 84%. Non male contro i maestri del tiki-taka. “Gary arriva in Italia nel suo momento migliore. Per la mia gente è un idolo. Vi innamorerete di lui e in Cile si tiferà Inter ancora di più”, ha detto Ivan Zamorano. Non è difficile dargli ragione. Quando era piccolo Medel ha iniziato a combattere nelle strade di Pudahuel, la sua città. Ma non si accontentava di giocarsela con quelli della sua età, troppo facile. Andava a sfidare chi di anni ne aveva 14, mentre lui solo otto: “Cercavano in tutti i modi di buttarmi a terra, io saltavo i loro dribbling e non cadevo mai”. Con le gambe ben impiantate a terra. In piedi, fiero. Come la fierezza di essere finalmente nerazzurro”.