Ancora Felipe Melo: “Non sono così cattivo, se serve un fallo tattico lo faccio, è normale…”
L’Inter adesso a centrocampo può avvalersi della presenza di due mastini, o meglio, due pitbull: Gary Medel e Felipe Melo. In attesa del big match del ‘Giuseppe Meazza’ contro la Fiorentina, sua ex squadra, il brasiliano ha concesso un’intervista al portale turco Globoesporte. Ecco la seconda parte dell’intervista (qui la prima) in cui analizza il suo modo di giocare definito a […]L’Inter adesso a centrocampo può avvalersi della presenza di due mastini, o meglio, due pitbull: Gary Medel e Felipe Melo. In attesa del big match del ‘Giuseppe Meazza’ contro la Fiorentina, sua ex squadra, il brasiliano ha concesso un’intervista al portale turco Globoesporte.
Ecco la seconda parte dell’intervista (qui la prima) in cui analizza il suo modo di giocare definito a volte troppo duro:
“Il calcio è contatto, l’ho già detto: se non ti piace questa cosa vai a giocare a tennis. Io non entro mai su un giocatore per farlo stare fuori sei-sette mesi; in Argentina abbiamo visto come un giocatore abbia commesso un’entrata che costringerà un ragazzo dell’Argentinos Juniors a rimanere fuori a lungo”, dice riferendosi all’intervento di Carlos Tevez su Ham. “Con me questa cosa non è mai successa. A Roma o a Torino i giocatori vengono sospesi 3-4 settimane per delle gomitate rifilate agli avversari, questo a me non è mai successo. Questo dimostra che il mio non è un calcio cattivo, ma un calcio come va giocato; se serve il fallo tattico lo faccio“. Ma in Italia c’è un calcio meno permissivo rispetto alla Turchia? “In Turchia c’è un calcio molto difficile, mentre quello italiano è più tattico e questo aspetto lì manca un po’. Ma in Turchia ci sono giocatori di grande qualità”.
Infine, a Felipe Melo viene anche chiesto di tracciare un punto sulla sua carriera finora: “A livello di titoli, senza dubbio la fase migliore l’ho vissuta al Galatasaray. La storia si fa coi titoli e in Turchia ne ho vinti tanti. Oggi mi sento molto bene psicologicamente, miglioro giorno dopo giorno. Non ho più 20 anni, ma lavoro ogni giorno con umiltà e serietà inseguendo l’obiettivo del ritorno nella Nazionale brasiliana. Anche se per adesso l’obiettivo più importante è rimanere qui all’Inter, dare continuità a questo momento, perché so che è questo che mi riporterà in verdeoro. Si parla tanto di Felipe da giallo o da rosso, ma nell’ultimo anno ho giocato 50 partite senza cartellini rossi (34, in realtà, con un’espulsione per somma di ammonizioni). Ho dimostrato di essere maturato e di poter aiutare la Nazionale”.