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L’Inter non è più una tappa di passaggio ma d’arrivo

Voltarsi a guardare il passato a volte può essere terapeutico, ci può aiutare a mettere le cose in prospettiva. Facciamolo anche con la nostra Inter, ricordiamoci dove eravamo qualche anno fa. Quali sensazioni arrivavano dal campo e dallo stadio, con quali parole si presentavano i nuovi calciatori che diventavano nerazzurri. L’Inter aveva perso quell’appeal che per anni l’aveva contraddistinta in tutta Europa come una delle realtà calcistiche più importanti e prestigiose. Dopo anni da incubo, la soddisfazione più grande per tutti noi tifosi nerazzurri – che forse supera addirittura quella di vincere lo Scudetto dopo dieci anni – è vedere giocatori che arrivano a Milano con il sogno di vincere, con la consapevolezza di essere arrivati in una grande squadra. Romelu Lukaku, in questo, è stato imbattibile.

Lukaku Inzaghi (@Getty Images)

Si è bagnato, oserei dire battezzato, con i colori nerazzurri. Li ha fatti suoi e ha fatto capire in campo e fuori cosa voleva dire vestire quei colori. Oggi l’Inter ha ricevuto tre sì – neanche fossimo a un talent show – dai suoi obiettivi sulla fascia destra: Dumfries, Bellerin e Nandez. Tre target completamente diversi tra di loro: l’olandese è giovane e ha tutto da dimostrare. Vuole l’Inter. Lo spagnolo ha voglia di riscattarsi dopo alcune stagioni dove ha perso lo smalto che lo aveva reso uno dei terzini destri più forti d’Europa. Vuole l’Inter. L’uruguaiano, invece, ha giocato nel Boca Juniors, è volato in Europa vestendo la maglia del Cagliari e dopo essere migliorato di anno in anno, indovinate un po’? Vuole l’Inter.

Peccato non ci siano le risorse, e lo spazio, per farli arrivare tutti quanti ma l’Inter ora ha addirittura il lusso di scegliere. Dalla sua ha il nome prima di tutto, la storia: poi, è campione d’Italia – possiamo fare quanti conti vogliamo sulle casse nerazzurre ma quest’anno l’Inter di certo non si nasconderà per lo Scudetto -, partecipa alla Champions League da quattro anni consecutivi. Ecco, in campo europeo i risultati devono sicuramente migliorare ma dagli errori si può imparare. E il passato lo dimostra: l’Inter pre-Triplete era una squadra che dominava in Italia ma che, a stento, riusciva ad arrivare agli ottavi/quarti di finale di Champions League.

Questa Inter assomiglia molto, come costruzione di squadra, a quella prima Inter del ciclo Mancini. Anno dopo anno, la rosa si sta rinforzando sempre di più, creando un’ossatura ben solida dove alcuni nuovi giocatori possono essere inseriti in un ambiente ideale. Lukaku, Skriniar, Barella non possono ancora essere del tutto paragonati a nomi leggendari come Samuel, Lucio oppure Cambiasso ma la via sembra essere segnata.

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Alessio Murgida

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