FOCUS – Alla ricerca dei “parametri” perduti…
Mercato Inter
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Dopo la netta affermazione contro lo Starnjan, in casa Inter si respirava un clima di grande entusiasmo: gli oltre 46.000 spettatori accorsi al Meazza testimoniavano le grandi aspettative che il popolo nerazzurro riponeva e (probabilmente) ripone nella squadra allenata da Mazzarri.
La tripletta di Kovacic, il gol all’esordio di Osvaldo e la doppietta di Icardi avevano esaltato una tifoseria che da tempo aspetta di rivedere un’Inter competitiva ai massimi livelli, almeno in Italia. Purtroppo però, come spesso accade nel calcio, sono bastate 48 ore per far svanire l’euforia che circondava l’ambiente nerazzurro: l’opaca prestazione con il Torino prima e l’imbarazzante ultimo giorno di mercato poi, hanno riportato sulla terra tutti quei tifosi che cominciavano a fantasticare sulla stagione appena iniziata e sulle potenzialità della Beneamata. Contro il Toro di Mister Ventura la sensazione è stata quella di un ritorno al passato, come se la prima giornata del nuovo campionato si fosse trasformata nell’appendice dello scorso anno, un’immaginaria trentanovesima giornata della non esaltante passata stagione. Il copione al quale abbiamo assistito nello stadio dei granata infatti, è sembrato uno sbiadito remake dei tanti, troppi incolori pareggi della scorsa annata. Oramai le difficoltà nel creare occasioni da gol di fronte a squadre chiuse, che lasciano pochi spazi, sembrano essere diventate un limite strutturale della compagine nerazzurra, limite che al momento Mazzarri non è riuscito a superare.
A peggiorare ulteriormente l’umore dei tifosi interisti però, ci ha pensato l’ultimo giorno di calciomercato. Tutti si aspettavano un intervento da parte della società, lo stesso Mazzarri nella conferenza stampa post Torino-Inter aveva auspicato l’acquisto di un attaccante nelle ultime 24 ore di mercato; alla fine però il rinforzo tanto atteso non è arrivato ed a Milano è rimasto Fredy Guarin. Si è concluso così un mercato dalle due facce: estremamente positivo fino all’arrivo a Milano di Daniel Osvaldo, fortemente negativo nelle ultime settimane. Se infatti da un lato si può tranquillamente affermare che l’undici titolare si è rinforzato rispetto alla passata stagione (Vidic, M’Vila, Medel, Dodò e Osvaldo possono potenzialmente partire tutti dal primo minuto), dall’altro però i cambi a disposizione di Mazzarri non sono all’altezza se consideriamo che Rolando e Alvarez di fatto non sono stati sostituiti.
Il tecnico toscano dunque si ritroverà a dover disputare l’impegno europeo senza una rosa quantitativamente competitiva per onorare al meglio tutte le competizioni (fortunatamente in Coppa Italia saremo impegnati solo nel nuovo anno). Ogni volta che Mazzarri, Ausilio e Thohir prendono la parola, il termine “parametri” è sempre tra i più utilizzati: ci ricordano di continuo l’importanza di costruire la rosa sulla base di determinati parametri economici, lasciando poco spazio all’immaginazione. L’obiettivo del nostro Presidente, lodevolissimo nelle intenzioni, è quello di risanare le finanze nerazzurre, aumentare i ricavi e costruire una società che possa in futuro camminare sulle proprie gambe, facendo dell’autofinanziamento un mantra irrinunciabile. Agli occhi di chi scrive tutto ciò è perfettamente comprensibile, resta però da capire come tutto questo possa poi andare a conciliarsi con i risultati sportivi: se è vero infatti che le società calcistiche al giorno d’oggi sono delle vere e proprie aziende e come tali vanno gestite, è altrettanto vero che la componente sportiva resta ancora il cardine di ogni club.
D’altronde per aumentare i ricavi è necessario il ritorno nella massima competizione europea, ma per tornare a disputare la Champions League è necessario costruire una squadra competitiva per raggiungere i primi tre posti nel campionato italiano. Dunque ci troviamo di fronte ad un cane che si morde la coda, ad una coperta sempre troppo corta che rischia di strapparsi da un momento all’altro. Il risanamento societario va di pari passo con la competitività sportiva del club e dunque l’obiettivo di Thohir dovrà essere quello di trovare un compromesso tra le due esigenze. Dopo la conclusione del mercato resta però l’amaro in bocca, resta un senso di incompiutezza, si ha la sensazione di non aver messo a disposizione di Mazzarri una rosa completa. La delusione cresce se si pensa che con soli due acquisti (Rolando ed una seconda punta rapida e capace di creare la superiorità numerica), questa Inter poteva giocarsela alla pari con tutte le altre compagini per la conquista di un posto nell’Europa che conta. Di sicuro Walter Mazzarri e la squadra ci proveranno lo stesso, cercheranno di rendersi ugualmente protagonisti di una grande stagione, ed ogni tifoso spera di poter gioire di fronte ad una Beneamata nuovamente vincente. In questi giorni il tecnico nerazzurro si è detto più volte soddisfatto della rosa messagli a disposizione e per questo ci si augura che possa farla rendere al massimo delle sue possibilità.
I tifosi devono potersi esaltare nell’ammirare i propri beniamini, devono avere la possibilità di sognare, di compiere voli pindarici, immaginando l’acquisto di nuovi campioni che calpestino il manto erboso del Meazza, entusiasmando il pubblico presente: tutto ciò ultimamente smembra essere scomparso, il tifoso pare essere diventato quasi un contabile, sente parlare di plusvalenze, ricavi, parametri, con poco spazio per la fantasia. Va sempre ricordato che il lato sportivo per un club calcistico non è un piccolo particolare, ma probabilmente è la cosa che conta di più, e solo tornando a costruire un’Inter competitiva si potrà realizzare in pieno il risanamento societario. In questo mercato estivo si è persa una grande occasione, bastava poco per completare l’opera, ma quel poco non è stato fatto. Ora però tutta l’attenzione è rivolta al campo, sperando di recuperare quel parametro perso in questi giorni, vitale per ogni club del mondo: l’entusiasmo dei tifosi.
di Nunzio Corrasco
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