Milito, Eto’o, Sneijder… I migliori 10 acquisti nerazzurri dal 2000 al 2009

ANNI '00, I TOP 10 ACQUISTI Per il momento l'estate 2017 non è stata la tipica estate nerazzurra, fatta di grandi cifre spese sul mercato e di insperati colpacci (o presunti tali): la società rappresentata da Suning sta infatti vagliando con calma le varie opportunità senza precipitarsi in acquisti faraonici, ma valutando le possibili cessioni - Perisic su tutti - prima di entrate esose. E ad eccezione di quanto successo l'anno scorso con Joao Mario o due anni fa con Kondogbia - acquisti cioè che hanno fatto sognare (e poi illudere!) la Milano nerazzurra - c'è da dire che gli ultimi veri botti di mercato del Biscione risalgono al primo decennio del nuovo millennio. Per non sentire la mancanza delle buone vecchie abitudini, Passioneinter.com ha stilato una lista coi migliori 10 acquisti degli anni '00, meno roboanti forse di quelli degli anni '90, ma senz'altro più produttivi in termini di vittorie. Pronti a partire? Via! SCORRI LE SCHEDE --> EL PRINCIPE DEL BERNAL Se si parla di Triplete, non si può non cominciare da lui: nel luglio del 2009 Diego Alberto Milito arriva a Milano per 25 milioni dopo il secondo posto nella classifica marcatori con il Genoa. Le aspettative sono alte, ma il Principe - soprannome che gli deriva dalla somiglianza con Francescoli - non si fa pregare e diventa l'idolo di tutti i tifosi nerazzurri, scottati dopo la partenza di Ibrahimovic. Sono sue le reti che nel maggio del 2010 portano l'Inter alla conquista della tripletta: il gol-scudetto a Siena, la perla in finale di Coppa Italia e la doppietta al Bayern nell'ultimo atto della Champions. Il Principe, "diventato re nella notte di Madrid", impone il suo regno fino al 2014 collezionando 171 presenze e 75 gol. Ad attenderlo in patria, prima del ritiro, il suo amato Racing Avellaneda, per finire lì dove tutto era iniziato nel 1999. Unici rimpianti della sua esperienza nerazzurra sono la rottura del crociato nella stagione targata Stramaccioni e il pallone d'oro 2010, che avrebbe meritato per i suoi gol decisivi. TRIPLETE STORY: MILITO GOL MANDA IL CHELSEA ALL'INFERNO LEONE D'AFRICA Arrivato nell'agosto 2009 come contropartita tecnica nell'affare Ibrahimovic (più 50 milioni di euro per l'Inter), Samuel Eto'o ha incarnato alla perfezione lo spirito di quella squadra perfetta: sacrificio e dedizione. Nella seconda parte della sua prima stagione interista, infatti, il camerunese ha giocato nell'insolita posizione di esterno del 4-2-3-1, andando addirittura spesso al raddoppio in fase difensiva e alleggerendo i compiti di copertura dei centrocampisti. Fondamentale il suo gol al Chelsea negli ottavi di finale della Champions poi vinta (la terza per lui!) nel 2010. Ma con l'arrivo di Benitez il Leone d'Africa tornerà a far valere la sua vena realizzativa grazie alle 37 reti in stagione. La sua avventura si chiuderà due anni dopo il suo arrivo con 53 gol in 102 gare. ETO'O a EPCC: "Mourinho prima della finale di Madrid mi disse..." ORANJE Geniale e concreto. Sono questi gli aggettivi che ci sentiamo di attribuire a Wesley Sneijder, sublime trequartista dell'Inter del Triplete. Si presenta alla Milano nerazzurra nel derby della seconda giornata di campionato, appena 48 ore dopo lo sbarco a Malpensa: la prima impressione è che con lui l'Inter può volare. E volerà, fino a conquistare sei trofei in due anni. Peccato per un epilogo non degno dell'importanza che l'ex Real ha rivestito nella storia nerazzurra: a partire dal settembre 2012, complici anche alcuni problemi fisici, l'olandese entrerà in rotta con la società, che lo venderà al Galatasaray nel gennaio successivo dopo 116 presenze e 22 gol. SNEIJDER COME TOTTI, IL CUCCHIAIO È DA APPLAUSI IBRA-CADABRA L'uomo che ha contribuito più di tutti a invertire la rotta: al netto dei suoi successivi trasferimenti al Barcellona e al Milan, l'arrivo di Zlatan Ibrahimovic è coinciso con l'inizio del ciclo vincente nerazzurro. Rilevato per 25 milioni dalla Juventus retrocessa in quell'estate del 2006, lo svedese si scopre bomber e uomo squadra proprio nell'Inter: tre scudetti, due Supercoppe e un titolo di capocannoniere portano Ibra nell'olimpo dei più grandi giocatori della storia nerazzurra. Memorabile soprattutto la sua doppietta nell'ultima partita di campionato del 2008: entrato solo al 51' per via di un problema al ginocchio, il numero 8 ci mette mezzora per segnare due gol e regalare il tricolore alla sua squadra. Chiuderà la sua esperienza nerazzurra nell'agosto del 2009: dopo 117 presenze e 66 gol si trasferirà al Barcellona "per vincere la Champions"... Peccato per lui! ZLATAN SHOW, LA DOPPIETTA CONTRO IL PALERMO TORCIDA IN FASCIA DESTRA Fortemente voluto da Roberto Mancini, Maicon Douglas Sisenando arriva a Milano il 12 luglio del 2006 e ci mette pochissimo per impadronirsi della fascia destra nerazzurra. Di tutta la fascia destra: a dispetto del ruolo di terzino, infatti, il brasiliano delizierà il pubblico interista soprattutto in fase offensiva, con assist, gol e numeri da alta scuola. Straordinario, oltre che importantissimo, il gol contro la Juventus nell'aprile del 2010: stop, sombrero e tiro al volo dal limite dell'area. Il più forte difensore di fascia mai transitato sulle sponde nerazzurre dei Navigli rimane all'Inter per sei stagioni, collezionando 248 presenze e 20 gol: nel suo palmares 4 scudetti, 2 Coppe Italia, una Champions League e un Mondiale per club. MAICON ALL'INCROCIO, MILAN BATTUTO E JUVE CAMPIONE THE WALL Uno dei colpi dell'estate 2005 è senz'altro Walter Samuel: il roccioso difensore ex Roma e Real Madrid arriva alla corte di Mancini per rinforzare alla base la non perfetta difesa nerazzurra. Samuel si rivela il ministro della retroguardia per nove stagioni, anche se gli infortuni ne minano spesso la titolarità. In 237 presenze ha messo a segno addirittura 17 reti, di cui la più significativa resta forse quella del 4-3 in rimonta con il Siena, datata 9 gennaio 2010. A parlare è il bottino di trofei portati a casa: 5 scudetti, 4 Supercoppe, 3 Coppe Italia, una Champions League e un Mondiale per club (non disputato per l'infortunio al crociato). CLASSE CRISTALLINA Il Pallone d'oro 2000 arriva a Milano nel luglio del 2004, incredibilmente a parametro zero dopo non aver rinnovato il contratto con il Real Madrid: nonostante i 32 anni, Luis Figo ha modo di abbagliare San Siro con i lampi della sua classe per ben quattro campionati, tutti vinti: sono 140 le partite giocate e 11 i gol realizzati, con una miriade di pennellate al bacio per la testa dei vari Ibrahimovic, Crespo, Adriano o Cruz. Ancora viva nella mente di ogni tifoso nerazzurro la pregevole punizione del 4-3 nei supplementari della Supercoppa del 2006, dopo una rimonta pazzesca da 0-3. EL CUCHU Altro parametro zero del Real Madrid, altra colonna portante dell'Inter dal 2004 in poi: Esteban Cambiasso è stato cuore pulsante ma anche cervello pensante, capace di intuire il gioco prima degli avversari. Il suo apporto alla causa nerazzurra è stato determinante, assolutamente fondamentale soprattutto nel fare da cerniera tra i reparti e nel dare il giusto equilibrio tattico in campo, in ogni gestione, da Mancini a Mazzarri. Ma ciò che negli anni più ha colpito dell'argentino è l'attaccamento ai colori nerazzurri: celebre l'immagine del Cuchu che porta in trionfo la Coppa dei Campioni con la maglia di Facchetti risalente agli anni '60. Cuore e cervello insieme. IL DRAGO Il marcato di riparazione della stagione 2003-04 è stato sicuramente uno dei più eclatanti per i tifosi nerazzurri: alla corte di Zaccheroni arrivano gli ultimi due giocatori della nostra lista. Il primo è il centrocampista serbo Dejan Stankovic: si mette in mostra per la capacità di abbinare quantità e qualità in mezzo al campo, dote non comune in un calcio in evoluzione come quello dei primi anni '00. Il Drago rimarrà a Milano per nove stagioni e mezzo, accompagnando tutta la parabola nerazzurra e passando per l'apice del Triplete al declino degli ultimi anni. Autore di 42 gol in 326 apparizioni, rimane indimenticabile l'unica gioia in una serata funesta, quella del 2-5 interno contro lo Schalke 04: un gol al volo da centrocampo di rara bellezza. LA PRODEZZA DI DEJAN DA CENTROCAMPO CON IL GENOA IL GRANDE RIMPIANTO Nel gennaio 2004, con Stankovic, arriva a Milano Adriano Leite Ribeiro: in realtà si tratta di un ritorno per il giovani brasiliano, che già aveva incantato tutti nell'estate del 2001 con un super-gol al 'Bernabeu' ma che aveva poi trovato la sua dimensione in piazze minori come Firenze e Parma. Nel 2004, però, è ormai un giocatore maturo e trascina l'Inter ai preliminari di Champions, dove si rende protagonista con tre gol. Qualche giorno prima della partita di andata, però, si spegne a Rio de Janeiro Almir, il padre di Adriano. Da quel lutto, non tanto nell'immediato quanto negli anni a seguire, l'esplosivo attaccante brasiliano non riuscirà mai a riprendersi. Dopo due anni formidabili, infatti, inizia a soli 24 anni il lento declino del bomber, che alla fine della sua esperienza nerazzurra metterà comunque a segno 75 reti in 177 partite. Resta il rimpianto di aver goduto delle sue prodezze per troppo poco tempo. BOOM ADRIANO, TRAVERSA CENTRATA A 140KM/H SONDAGGIO: Qual è stato il miglior colpo dell'Inter negli anni '00? SONDAGGIO LEGGI ANCHE: Ronaldo, Vieri, Zanetti… I migliori 10 acquisti nerazzurri degli Anni ’90

Milito, Eto’o, Sneijder… I migliori 10 acquisti nerazzurri dal 2000 al 2009

Gianluigi Valente - Autore

LEONE D’AFRICA

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