Cinque cose che abbiamo imparato da Milan-Inter 3-2
Una sconfitta meritata che brucia.Un Derby iniziato bene, finito malissimo. L’Inter ha giocato in un modo che lascia amarezza e rabbia, in un Derby i sentimenti si moltiplicano poi per mille. Non è una sconfitta che fa male solo alla classifica (per quello c’è tempo e ancora poca distanza) ma che crea tanti, troppi, dubbi sulla squadra di Inzaghi e su Inzaghi stesso. Cerchiamo di analizzare il tutto nel nostro consueto “5 cose che abbiamo imparato da..”
LA MENTALITÀ SBAGLIATA
Partiamo dalla cosa più negativa di tutte, visto che si trattava anche di un Derby: l’Inter è scesa in campo con l’atteggiamento sbagliato. Dopo il vantaggio di Brozovic, i nerazzurri non sono riusciti a controllare la partita: il gol del Milan ha spezzato quel poco equilibrio che c’era tra i giocatori dell’Inter. L’errore di Calhanoglu esemplifica molto bene il momento dell’Inter: costruisci e poi disfi da solo. Non è una mentalità da squadra vincente. C’è chi ha avanzato l’ipotesi che “l’effetto Conte” sia svanito: questo non sappiamo dirlo, d’altronde questa squadra ha comunque vinto due trofei l’anno scorso. C’è qualcosa da ritrovare, quello sicuramente.
INTER NEVROTICA
La partita di oggi ha confermato, una volta per tutte, la tendenza di questa Inter a innervosirsi. Una cosa che si vedeva già la scorsa stagione, quest’anno è palese. Contro Lazio e Milan, l’Inter non ha avuto la calma, il sangue freddo, di capire il momento della partita. Non è riuscita a portare a proprio favore un episodio. Anzi, ha creato cocktail di veleno come solo il miglior barman sadico sa fare. E se li è bevuti da sola. Guardate come reagiscono i giocatori ai gol subiti: c’è frustrazione, non si accetta che qualcosa possa andare storto. É anche questa la differenza, ad oggi, tra Inter e Milan.
“CI FANNO GOL CON TROPPA FACILITÀ”
Nel post-partita, Inzaghi ha spiegato molto bene il problema in difesa di questo inizio di stagione: “Ci fanno gol con troppa facilità, io sono l’allenatore e dovrò provvedere a questo.” É esattamente così: noi dobbiamo fare i miracoli per segnare, gli altri aspettano soltanto la nostra mossa sbagliata. Così diventa impossibile sperare di vincere qualcosa. Il problema è che non sembra esserci soltanto una causa a queste lacune difensive: riguarda la condizione fisica dei nostri centrali, così come l’attenzione e la mentalità.
DA OGGI SARÀ IN SALITA
9 punti in 5 partite sono troppo pochi. E soprattutto, l’Inter ha vinto solo contro squadre “piccole” (con tutto il rispetto). Per ora, ha dimostrato di essere inferiore (almeno come gestione della partita a Lazio e soprattutto Milan). Da oggi sarà più difficile andare avanti ma i nerazzurri devono farlo. Già contro il Bayern Monaco all’esordio in Champions League a San Siro. Anche se, appunto, adesso sarà duemila volte più difficile affrontare la squadra tedesca.
BUONI SEGNALI DAI PIÚ “ESPERTI”
Se proprio dobbiamo trovare un aspetto positivo di questa bruttissima sconfitta è che ci sono stati alcuni segnali ottimi dai chi è entrato in corso. Parliamo soprattutto di Dzeko (autore del 2-3) e Mkhitaryan che con un passaggio illuminante ha lanciato Darmian verso l’assist. Quello che manca all’Inter adesso è la personalità di reagire ai momenti più difficili: questi elementi la possono portare in campo.