Milan-Inter: due squadre agli antipodi
“No ragazzi, domani sera non si può fare niente, niente festa, niente uscita, niente cinema: domani sera lo spettacolo è a San Siro”. Il giorno del derby, come abbiamo imparato a capire in questa settimana, è questo: tensione, attesa, unicità, dramma, poca lucidità, poca razionalità, tutto cuore. In questo turbinio di vita, per la maggior parte dei tifosi c’è poco spazio per un approccio ragionato al match, ma in fondo i protagonisti sanno che possono portare l’ago della bilancia dalla propria parte solo grazie alla concentrazione, alla “contromossa”, al sapere cosa fare. Ecco quindi che al derby “del cuore” si affianca quello meno coinvolgente “del calcio razionale”. Scopriamo insieme come Milan e Inter si presenteranno a questo 274° derby della Madonnina.
TRE PER DUE – Nella lista dei convocati di Claudio Ranieri figurano sia Julio Cesar (che dovrebbe aver recuperato dall’acciacco alla schiena che lo ha tormentato questa settimana) che Wesley Sneijder. Se l’utilizzo del primo, a meno di clamorosi ripensamenti o evoluzioni, pare abbastanza certo, paradossalmente quello del fenomeno olandese è molto meno scontato. I dubbi derivano dalla scelta del mister di confermare o meno il centrocampo a quattro in linea davanti a Maicon, Samuel, Lucio e Nagatomo. Premesso che Cambiasso, Thiago Motta e Zanetti in mediana e Milito in attacco hanno il posto assicurato, Alvarez, Sneijder e Pazzini si giocheranno le altre due maglie da titolari. I giornali di oggi dicono che sia il giovane argentino che il numero 10 andranno in campo dal primo minuto, relegando la vipera Pazzini alla panchina. La scelta, per quanto difficile e rischiosa, avrebbe comunque un suo perché: lasciar fuori un Alvarez pronto a confermare le sue buone prestazioni per mettere dentro contemporaneamente un giocatore che non vede il campo da due mesi, Sneijder, e un attaccante sicuramente poco brillante, Pazzini, non sarebbe coerente con il modus operandi del mister. Così l’allenatore romano andrebbe verso la conferma del centrocampo a quattro con il giovane ex Velez a sinistra e si riserverebbe, almeno per una buona parte di gara, l‘imprevedibilità del funambolo orange. Forlan e Pazzini, scalpiteranno in panchina.
DEFEZIONI MILAN – Allegri, rispetto al collega avversario, non può certo sorridere mostrando i canonici trentadue denti. Le assenze di Aquilani, Gattuso e probabilmente anche di Seedorf (attacco influenzale per lui) hanno quasi mandato in tilt il centrocampo rossonero, che dovrà contare necessariamente su Van Bommel, Nocerino, Emanuelson e Boateng: certamente è tutto fuorché un pessimo centrocampo, sia chiaro, ma comunque gli uomini sono contati. In avanti ad affiancare Ibrahimovic, in gol da sei giornate consecutive, dovrebbe essere Robinho: al contrario di Pato, che sarà pure un cecchino in area di rigore, il brasiliano ex City partecipa molto di più alla manovra e, con un Ibra in questo stato di forma, poco importa se in questa stagione non si è ancora dimostrato un ottimo realizzatore. In difesa, davanti al quasi recuperato Abbiati, agiranno invece il rientrante Abate, Nesta, Zambrotta e uno tra Thiago Silva (in vantaggio) e Mexes.
SCACCHIERE? NO, GRAZIE – Fino a quando c’era Mourinho sulla panchina nerazzurra, il derby è stato contraddistinto dal gioco di scacchi delle 22 pedine in campo. L’anno passato invece, nelle tre stracittadine disputate, non avevamo mai avuto la sensazione che la partita potesse essere bloccata da tatticismi o da strategie particolarmente studiate. Più o meno è la sensazione che abbiamo anche quest’anno: l’Inter e il Milan degli ultimi mesi, al di là dei risultati e delle posizioni in classifica, non hanno mai dimostrato di puntare su variabili tattiche imprevedibili o su accorgimenti chissà quanto particolari.
LEITMOTIV – I rossoneri trovano in Ibrahimovic, così come tutte le squadre in cui lo svedese ha militato, l’unico fulcro di gioco di una certa rilevanza: il numero 11 è l’unico che può inventare qualcosa nella compagine di Allegri, e la sua fortuna è avere giocatori di movimento come il Boateng, il Robinho o il Nocerino di turno, bravi a inserirsi e a concludere quando non lo fa lui. Abate e Zambrotta, prevedibilmente, non attenderanno certo Alvarez e Maicon, ma spesso attaccheranno lo spazio in anticipo. L’Inter, al contrario, ha dimostrato di prediligere una manovra un po’ più compassata, spesso anche lenta, ma volta a non trovare mai lo spunto del singolo campione (anche perché nessuno dà l’impressione di poterlo trovare, a parte l’Alvarez visto contro il Parma) a favore dell’azione corale, anche sulle corsie esterne: un calcio spontaneo, non ricercato, ma frutto della necessità di non spendere troppo per poter reggere i 90′ interi. Ecco perché spesso la palla viaggia da una parte all’altra del campo, anche per vie orizzontali: in questo senso sarà importante sì non esporsi più di tanto al contropiede, ma anche portare l’uomo in più sulla fascia.
ARMI A DOPPIO TAGLIO – Nagatomo a sinistra, per esempio, potrebbe essere la chiave di volta del match, potendo rappresentare una soluzione in più per gli attacchi nerazzurri e per i contropiedi rossoneri. Una mossa destabilizzante per la partita potrebbe essere la presenza di Sneijder, soprattutto se dovesse giocare vicino all’area di rigore avversaria, perché capace di andare al tiro con grande pericolosità e si servire al meglio le punte. Insomma al derby mancano ancora quasi 24 ore, ma saranno le più lunghe: domani a quest’ora i dubbi e le ipotesi qui formulate potranno trovare riscontro o essere sconfessate. L’importante è che ci si annoi poco e che sia un gran derby. Appuntamento a San Siro alle 20.45!