Intervistato questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, Diego Milito si è detto fiducioso per questa Inter in vista del match di questa sera contro la Juventus a San Siro. L’ex centravanti argentino ha elogiato tutti gli attaccanti di Antonio Conte, ma in particolar modo il suo pupillo Lautaro Martinez arrivato a Milano per merito suo e del grande rapporto d’amicizia con Javier Zanetti, quando ancora ricopriva il ruolo di direttore sportivo nel Racing de Avellaneda. Ecco le parole del Principe sulla stagione dell’Inter:
Che cosa significa, questa partita, a due settimane da quella di campionato?
“L’Inter farà bene a dimenticare quella vittoria. Meritatissima, certo, arrivata dopo una prestazione completa. Ma la Juve è una grande squadra. E le grandi squadre imparano sempre dopo una sconfitta. Questa poi è una competizione diversa: lo scontro è su 180 minuti, in campo si ragionerà anche su questo”.
Si dice: le coppe tolgono energie al campionato.
“Bah… Non sono mai stato d’accordo. Questa è una semifinale. E siamo di fronte a un trofeo che nessuno può snobbare. Tantomeno club come Inter e Juve, che hanno l’obbligo di provare a vincere tutto. E poi, le racconto questo: nel 2010 la Coppa Italia fu il primo trofeo vinto del Triplete, in ordine temporale. Ci diede la spinta e la fiducia per vincere campionato e Champions. Onestamente, non sono sicuro che se avessimo perso quella finale contro laRoma, avremmo avuto poi la stessa forza di vincere le altre due competizioni”.
È un messaggio per Conte, questo?
“Sicuramente eliminare la Juve e andare in finale aggiungerebbe ulteriore forza alla corsa scudetto dell’Inter”.
Diretto: chi lo vince il campionato?
“Penso possa essere davvero l’anno dell’Inter. Ha tutto per esserlo: c’è una buona rosa, una buona difesa, due grandi attaccanti come Lukaku e Lautaro e un giocatore come Sanchez in grado di aggiungere qualità”.
Il dibattito è aperto, da queste parti: chi ha la rosa più forte, secondo lei?
“Vedo Inter e Juventus alla pari”.
È sorpreso dalla continuità di rendimento del Milan?
“Un po’ sì, ma lotterà fino alla fine. E poi ha Ibrahimovic: non capisco chi per attaccare la Serie A porta l’esempio di uno Zlatan ancora decisivo nonostante la sua età. Ibra è semplicemente un grande campione che ha avuto la bravura di ‘conservare’ il suo corpo a un livello altissimo”.
Però la rissa con Lukaku ha fatto il giro del mondo. Lei da che parte sta?
“La carriera parla per loro, non è un episodio che può rovinare tutto. Quelle cose possono accadere, in campo. Anche io venivo provocato, ma la reazione non si può mica prevedere: dipende da quel che ti passa per la mente in quel momento. Sì, forse hanno un po’ esagerato, tirandola troppo per le lunghe”.
Contro la Juve Lukaku non ci sarà, per squalifica.
“Ed è un’assenza pesante, Conte perde tanto perché la squadra si appoggia a lui, ai suoi gol, alla sua forza fisica. Con Sanchez cambierà un po’ il modo di attaccare”.
Di là c’è Ronaldo con Kulusevski, più che con Morata.
“Siamo ad altissimi livelli. Cosa dire di Ronaldo? Che ha trovato in Morata il completamento ideale. Alvaro mi piace, è un attaccante che sa fare tante cose, non pensa solo al gol”.
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