Milito: “Mi piacerebbe diventare allenatore, mi piace il gioco offensivo”
Il principe di Bernal, intervistato, ha parlato anche del suo futuro: "Mi piacerebbe allenare il Racing, ma averci giocato non significa che sarò un buon tecnico"Tra poche ore giocherà la sua partita d’addio con amici e compagni che gli tributeranno il saluto d’onore. Per questo motivo Diego Alberto Milito ha rilasciato un’intervista ad Olé.
Ecco le sue dichiarazioni:
SENSAZIONI – “Mi sento ancora che devo finire di sentirmi giocatore. Ma ho pensato un sacco a questa decisione. Ho bisogno di tempo per assorbire tutto, ma non ho nessun rimpianto per la decisione che ho preso”.
ALLENATORE – “Mah, non potrò mai dire ‘questo non lo farò’, perché non si sa mai cosa ti riserva la vita. Sto facendo il corso per diventare allenatore e ciò mi motiva. Non escludo di lavorare al Racing con un altro ruolo. Mi piacerebbe allenare il Racing, ma averci giocato non significa che sarò un buon tecnico”.
FILOSOFIA DI GIOCO – “Mi piace il bel gioco, offensivo, poi bisogna sempre adattarsi ai giocatori che uno ha a disposizione”.
RITORNO AL RACING – “Prima di tornare, molti mi dicevano: ‘Tu sei pazzo, il Racing è tre punti sopra la zona retrocessione, rimani in Europa o vai altrove’. Ma ho sentito che era il momento di tornare, l’ho sempre sognato. E oggi posso dire che è andata bene, grazie a Dio”.
TEMPO LIBERO – “Mi piace stare con i miei figli, li porto a scuola, ad esempio porto Leandro a suonare e non mi perdo una partita quando gioca nelle giovanili del Racing”.
BRUTTA ACCOGLIENZA PER SUO FRATELLO GABI – “Lui lo sa, è il folklore che fa parte del calcio, a patto che tutto non sia fuori luogo. Anch’io ho vissuto questa esperienza nella sua partita d’addio, adesso tocca a lui!”.