Mirabelli: “Gabriel Jesus e Casemiro a Milano, era tutto fatto. Perisic ha voluto fortemente l’Inter, Icardi…”
L'ex osservatore nerazzurro ha concesso una lunga intervista a Libero rivelando alcuni curiosi retroscena di mercatoMassimiliano Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan ed ex osservatore dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Libero. Tanti i temi trattati, a partire da curiosi retroscena che riguardano proprio il mercato nerazzurro.
L’affare Gabriel Jesus: “Ai tempi dell’Inter sono andato a vedere di persona un certo Gabriel Jesus del Palmeiras, uno che avevo già scoperto a video. Lo seguo in un paio di gare e capisco che merita di essere osservato in allenamento. E inizia il difficile perché era tempo di derby e la stracittadina Palmeiras-San Paolo è sentitissima. I due club si allenano in campi divisi solo da una siepe: qualsiasi estraneo viene considerato una spia. Mi presento spiegando che sono un italiano che vuole visionare la struttura e mentre mi mostrano tutto spio Jesus. Poi chiedo dell’acqua e riesco a incrociarlo. Gli stringo la mano e gli do appuntamento. Torno in Italia, l’acquisto è praticamente chiuso per 20 milioni. Però si intromette un agente legato all’Inter e fa perdere tempo. Così il City chiude prima».
E poi è arrivato Gabigol: “Per rifarsi i nerazzurri mi chiedono che ne penso di Gabigol. Risposta: “Ve lo sconsiglio nettamente”. Il risultato lo sapete tutti. Altre situazioni in cui l’Inter non le ha dato retta? Casemiro l’avevo concluso per 5 milioni. Hanno preferito M’Vila“.
Gli acquisti positivi: “Murillo, Brozovic e Perisic, per esempio. Perisic lo conoscevo bene, giocava al Wolfsburg: aveva accettato la mia proposta, ma i tedeschi non volevano cederlo. È andato in sede, si è seduto e ha detto: finché non mi date all’Inter non mi alleno più. Ha vinto lui, abbiamo vinto noi”.
Il caso Icardi: “Mauro è un bravissimo ragazzo, ma prima di tutto ci deve essere sempre l’Inter. Io non l’avrei fatto tornare in gruppo e non l’avrei più fatto giocare anche a costo di perdere la qualificazione in Champions. Conta solo l’Inter, non esistono compromessi. Sarebbe stato un segnale forte anche per il futuro”.
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