Mirabelli: “Ho lasciato l’Inter per un salto nel buio, Donnarumma sarebbe stato capitano, l’offerta…”
L'ex dirigente nerazzurro ricorda il primo periodo al Milan e parla del portiere rossoneroIntervistato ai microfoni del Corriere dello Sport, il direttore sportivo del Milan, Massimiliano Mirabelli, parla del suo passaggio dall’Inter al club rossonero e del caso Donnarumma.
Queste le sue dichiarazioni: “Nel settembre di un anno fa, quando Marco Fassone mi ha illustrato la prospettiva cinese, ho lasciato la confortante posizione che ricoprivo nell’Inter e ho deciso di fare un salto nel buio. Perché di questo si trattava e, questo, per otto mesi è stato, fra rinvii, colpi di scena, closing annunciati e poi procrastinati, maldicenze, insinuazioni. Un film, nel quale io e Fassone abbiamo recitato la parte dei fantasmi. Sino a quando la situazione non si è sbloccata, in aprile”.
Su Donnarumma, Mirabelli afferma di non voler vendere il portiere e smentisce momenti di tensione con Raiola: “L’input della proprietà è non accettare offerte. Anche perché, per noi Donnarumma non ha prezzo. Non lo vendiamo. Per ora. Volevamo regalare un simbolo ai nostri tifosi. E Donnarumma aveva tutto per diventarlo: avrebbe avuto la fascia di capitano e, francamente, l’offerta era enorme, considerata la sua giovanissima età e l’onere per il Milan: 25 milioni netti in 5 anni significano 50 milioni lordi a carico della società. Umanamente, ci siamo rimasti male, anche perché, mi creda, non c’è stata trattativa e non è vero che durante l’incontro di giovedì ci sia stata tensione con Raiola o che abbiamo litigato con lui. Le parti hanno preso atto della situazione e ognuno è andato per la propria strada. Siamo amareggiati, come lo sono i nostri tifosi. E dico questo con il massimo rispetto per le scelte di Gigio e di Raiola. Ognuno è libero di fare ciò che crede. E adesso cerchiamo un portiere da Milan. L’Interesse della Juve per lui? Mi sarei stupito se Marotta avesse affermato il contrario. Marotta è molto abile: se gli interessa un portiere, noi siamo qui”.
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