Henrkih Mkhitaryan, intervistato da La Stampa, ha parlato della vittoria dello Scudetto dell’Inter, di Inzaghi e dei suoi prossimi obiettivi in nerazzurro. Queste le sue parole:
PRESENZA FISSA – “Abbiamo scherzato su uno striscione esposto durante la festa per le strade di Milano: “Mkhitaryan più dieci”. È un grande piacere giocare sempre. A questa età non è facile”.
STRISCIONE RESTITUITO – “Merito anche di Mario Cecchi, collaboratore di Inzaghi. Mi ha spiegato il significato di “milanista chiacchierone”. Non ho voluto alzarlo perché era la festa per il nostro scudetto, non contro il Milan”.
INZAGHI – “Ci stimola tantissimo. Prima di ogni allenamento ci racconta delle partite viste il giorno prima: ha sempre qualche episodio da analizzare. Vive per il calcio: conosce tutti i calciatori dei campionati europei. Ti dice nomi che non hai mai sentito”.
PRIMO SCUDETTO – “Primo campionato per me e Inzaghi? Ero anch’io un re di coppe. Sono importanti. Nel calcio conta giocare e vincere trofei. Ho sempre sognato uno scudetto in Francia, Germania, Inghilterra, Italia o Spagna. Ci sono riuscito a 35 anni”.
IDOLI – “Mio padre. Poi Zidane, Roberto Baggio e Djorkaeff”.
CHAMPIONS LEAGUE – “Vorrei giocare un’altra finale e vincerla. Col Manchester City non meritavamo di perdere. Certe partite nella vita capitano una o due volte. Abbiamo parlato tantissimo per capire in cosa potevamo fare meglio. Ci ha reso più forti. E vorrei fare qualche gol in più, come quando giocavo da seconda punta o trequartista”.
SEGRETO SCUDETTO – “Siamo stati tutti insieme: noi e i tifosi. La spinta del pubblico è stata pazzesca”.
CENTROCAMPO INTER – “Barella, Calhanoglu e io siamo ovunque, sempre sulle montagne russe: avanti, indietro, gol, assist, difesa. Uno rimedia ai difetti dell’altro”.
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