Sarà ancora una volta Mkhitaryan uno dei protagonisti dell’Inter in vista del match di questa sera contro la Lazio. Il centrocampista armeno sarà regolarmente in mezzo al campo dal primo minuto nella seconda e ultima semifinale di Supercoppa Italiana.
Un nuovo format che l’ex Roma non sembra gradire particolarmente: “E’ la prima volta purtroppo, ovviamente è bello giocare queste partite di Supercoppa. Dobbiamo fare il nostro meglio per vincere domani e poi pensare alla finale, perché non è garantita. Dovremo mostrare la nostra forza e giocarci la finale”.
Ai microfoni di Mediaset, poi, ha avvisato tutti sulla forza di una Lazio ritrovata: “Quando li abbiamo affrontati in campionato venivano da un momento difficile, ora stanno facendo bene, Hanno vinto tante partite, sono più positivi e psicologicamente leggeri. Ma noi non dimentichiamo che stiamo lottando per i nostri obiettivi e faremo di tutto per vincere”.
Per quanto riguarda la straordinaria tenuta fisica, Mkhitaryan ha svelato il suo metodo: “Stanchezza? Magari la sto sentendo, ma non la mostro. La forza sono i miei compagni che mi aiutano a fare tutto questo, poi ci sono anche i miei meriti perché mi sto curando in modo diverso rispetto a quando ero giovane. Sto facendo di tutto per giocare altri anni e dare il mio meglio alla squadra per raggiungere i nostri obiettivi”.
Sulla possibilità di poter interpretare anche più ruoli offensivi, l’armeno ha spiegato: “Io attaccante? Studio sempre, provo ad imparare dai nostri attaccanti e dal calcio che guardo sempre. Ma non solo da attaccante, anche da trequartista, centrocampista, difensore, si può sempre imparare”.
Infine, la sua risposta elegante alle parole di Allegri dello scorso martedì: “Io non commento queste cose, sono focalizzato più sul nostro gioco e sulla nostra strada. Cosa diranno altri allenatori e calciatori non mi importa perché non sto leggendo queste cose. La cosa più importante è sapere dove andare a cosa fare. Vogliamo andare più in alto possibile, vogliamo vincere perché alla fine sono i trofei che contano”.
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