Moggi: “Calciopoli? La sentenza dice che non ci sono state partite alterate in quell’anno. Tutti parlavano con i disegnatori ma Facchetti…”
L'ex dirigente sportivo è stato intervistato da Mohamed Hosny Almahmoudy, presentatore del programma "Il calcio" in onda sul canale egiziano "On Sport"Luciano Moggi, ex dirigente sportivo di Roma, Lazio, Torino, Napoli e Juventus nella seconda parte dell’intervista concessa a Mohamed Hosny Almahmoudy, presentatore del programma “Il calcio” in onda sul canale egiziano “On Sport”, è tornato a parlare dello scandalo Calciopoli, concluso con la retrocessione dei bianconeri in Serie B e con l’assegnazione del titolo 2005-2006 all’Inter.
Ecco le sue parole: “E’ semplicissimo quello che è successo. E’ morto l’avvocato Agnelli, il dottor Agnelli e l’avvocato Chiusano. Con loro non sarebbe successo tutto quello che è accaduto in quell’anno. Avete mai visto un processo dove un avvocato difensore ti accusa di essere colpevole? Zaccone, difensore della Juventus in quel processo, ha chiesto la retrocessione in Serie B con penalizzazione dopo aver letto tutto il fascicolo in una settimana per evitare la Serie C. I miei avvocati ci hanno messo quattro anni e mezzo per capire e leggere tutto quello che era scritto. Purtroppo per Zaccone il processo sportivo si è concluso con la sentenza di campionato regolare senza partite alterate, il che era totalmente in disaccordo con quello che sosteneva l’avvocato. Quando l’avvocato si comporta così, direziona inevitabilmente il processo”.
L’attacco all’Inter: “Io parlavo con i disegnatori? Era permesso farlo. Ci parlavano tutti perché nelle 152 cartelle di Palazzi risulta che l’illecito sia stato commesso anche da altre squadre e non solo dalla Juventus. Mi dispiace per gli interisti ma non è stata data enfasi alla sentenza del processo tra me e Gian Felice Facchetti dove risulta che suo padre faceva lobbyng con gli arbitri. Facchetti, prima della semifinale di Coppa Italia contro il Cagliari, andò da Bertini e gli chiese di fargli vincere la partita. Io queste cose non le ho mai fatte. Non avevo però in quel momento gente che mi proteggeva”.
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