Moggi: “Ibra, Zidane ed Henry: ecco come è andata. Cristiano Ronaldo effettuò le visite mediche a Torino ma saltò tutto per…”
L'ex dirigente sportivo è stato intervistato da Mohamed Hosny Almahmoudy, presentatore del programma "Il calcio" in onda sul canale egiziano "On Sport"Luciano Moggi, ex dirigente sportivo di Roma, Lazio, Torino, Napoli e Juventus coinvolto nello scandalo sportivo di Calciopoli: è intervistato da Mohamed Hosny Almahmoudy, presentatore del programma “Il calcio” in onda sul canale egiziano “On Sport”.
– Dietro al successo di un club deve esserci una forte dirigenza: “Si vince con l’amministratore, con quello che dopo aver comprato i giocatori buoni deve essere in grado di saperli amministrare tenendo conto che sono giocatori di vari estrazioni. Per svolgere il ruolo di direttore generale devi capire di calcio ma non è sufficiente: la cosa più difficile non è creare la squadra ma amministrarla”.
– La scoperta Zola: “L’ho preso dalla Serie C2 e l’ho portato al Napoli per fare l’alter ego di Maradona. Mi ricordo che quando giocò al posto di Maradona in una partita in campionato contro il Lecce disse ai giornalisti che non gli era pesato prendere il suo posto. Entrò in contrasto con l’argentino da quel momento ma io rimisi tutto al suo posto”.
– L’addio di Baggio: ” Baggio è stato un campione che ha voluto giocare dietro le punte come attaccante. Succedeva che o faceva gol bellissimi o altrimenti era finita l’azione. Io queste cose qui non le tollero. Parlai con Baggio ma la caratteristica del soggetto rimae quella: gli consigliai di andare via e di trasferirsi in una squadra per fare la prima punta. L’ho dato via e al Brescia è diventato capocannoniere”.
– Il numero 10 più forte italiano: “Rispondo subito: Totti, Del Piero e Baggio. Del Piero è un grandissimo giocatore che non è stato capito da tanti: era un attaccante-centrocampista, dai piedi suoi partivano bellissime azioni”.
– L’acquisto di Zidane: “L’ho visionato in due partite di Coppa dei Campioni: Milan-Bordeaux e Bordeaux-Milan. Io ho visto questo giocatore che massacrò da solo il Milan e lo pagai 5 miliardi. Il Milan prese un altro giocatore dal Bordeaux pagandolo 18. Fui costretto poi a venderlo al Real Madrid di Florentino Perez. Ero certo che il presidente spagnolo lo avesse acquistato e prima di cederlo comprai Pavel Nedved. Zidane indubbiamente è un grande giocatore ma io tra i forti metto Ibrahimović”.
– Il talento di Ibrahimović: “Tutti lo ricordavano per il colpo di tacco contro l’Italia negli Europei ma Ibrahimović non era solo quello. Andavo due volte a settimana a vedere gli allenamenti dell’Ajax. E mi accorsi che era forte nei tiri da trenta metri. Gli promisi che lo avrei acquistato a patto che in Italia fosse stato meno spettacolare e più cinico. Nella sua autobiografia ha svelato che è diventato cinico nella Juventus di Luciano Moggi”.
– Il caso Henry: “Può essere considerata come un’operazione fatta male. Ma non è così. Henry era un ragazzino che è costato 18 miliardi dal Monaco ed era uno interessante. Aveva caratteristiche particolari che ha messo in evidenza in una partita di campionato contro la Lazio. Fece due gol spettacolari ma a quel giocatore lì mancava qualcosa: in Inghilterra è migliorato nell’area di rigore. Quando diedi via Henry sapevo già cosa fare: ci serviva un giocatore di area di rigore e presi Trezeguet. Lo comprammo a 16 miliardi dopo aver venduto Henry all’Arsenal per 33. Era un periodo di crisi per la Fiat ed ero costretto a fare queste operazioni di mercato”.
– Cristiano Ronaldo: “E’ stato vicinissimo alla Juventus. L’ha detto anche lui quando è venuto a giocare in Italia. Andai a vedere lo Sporting durante una partita di campionato e vidi questo ragazzo di 18 anni molto interessante che sembrava un veterano. Era immarcabile nonostante l’età. Lo presi con 5 miliardi delle vecchie lire più il cartellino di Salas. Ronaldo venne a fare le visite mediche a Torino ma il River Plate chiamò Salas che così decise di ritornare in patria”.
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