Moratti: “A Vienna l’Inter ha cambiato la sua storia. Bei tempi, tanta nostalgia”
Massimo Moratti: il racconto e le emozioni di una notte magica.
Il Presidente onorario dell’Inter Massimo Moratti, ha ripercorso la celebre finale di Coppa dei Campioni giocata al Prater di Vienna il 27 maggio 1964.Una notte speciale che ha regalato all’Inter la sua prima vittoria da Campioni d’Europa. Ecco come l’ex numero uno nerazzurro la racconta a Fabio Monti del Corriere della Sera:
LA MIGLIOR ‘CONQUISTA’ DI ANGELO MORATTI: “Vienna è stata la partita che ha trasformato la storia dell’Inter, perché ha fatta conoscere la squadra e il club in tutto il mondo. È stato un momento fondamentale e decisivo anche per il futuro. A Vienna l’Inter ha cambiato la sua dimensione storica. E poi è stato tutto bellissimo: è come quando una festa che hai preparato con grande cura riesce bene. Non sai bene perché sia venuta così bene, ma è successo e sei felice che sia stato così. E poi c’erano 30 mila tifosi interisti al seguito, una grande migrazione anche in rapporto a quei tempi. Una serata fantastica, al punto che il giorno dopo si raccontava di campane suonate in mezza Europa, compreso in Polonia. Chissà se era vero, ma è bello pensare che sia successo davvero”.
LE EMOZIONI: “Papà sentiva la finale di Vienna come la conclusione di un percorso importante, iniziato anni prima. È stato un po’ quello che ho provato io a Madrid nel 2010, dopo il 2-0 al Bayern. È come quando concludi un lavoro lungo e faticoso e senti di avercela fatta. È per questo che era felice, anche perché vedeva tanta gente contenta intorno a lui, ma composto, assolutamente misurato nella sua esultanza. Anch?io come lui a Madrid non sono riuscito a piangere. E un po’ mi sono anche pentito di essere stato così controllato. Vedevo i giocatori stravolti dalla felicità e Mourinho che non riusciva a trattenere le lacrime. Io ero emozionato, felice, ma sereno. E niente lacrime”.
LA NOSTALGIA: “La nostalgia c’è, anche pensando a papà e mamma, a quegli anni, a quella squadra e a quell’atmosfera. E anche per quella Milano, che sapeva essere anche un po’ snob, al punto che la Coppa dei Campioni vinta l’anno dopo, a San Siro e contro il Benfica, veniva considerata quasi un atto dovuto. Forse perché la vera finale per noi era stata la semifinale di ritorno con il Liverpool, quel 3-0 che nessuno ha ancora dimenticato“.