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Moratti vuole il riscatto: “L’immagine di Kallon è ancora una tortura. Adesso possiamo vendicarci”

A poche ore dall’andata della semifinale di Champions League, l’ex presidente nerazzurro Massimo Moratti, ha parlato dell’imminente sfida tra Inter e Milan, in un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport

Questo un alcune delle sue parole, tra passato e presente:

RICORDI – “La solita immagine che è una tortura, non penso che la scorderò mai: Kallon a tu per tu con Abbiati alla fine del ritorno. Si dice che sia stata una grande parata, ma continuo a pensare che doveva metterla dentro…”.

VENDETTA – “La sconfitta del 2003 è servita nella scalata verso la gloria. Sono tappe di un percorso. Ma uscire quella volta è stata una grande peccato, soprattutto perché non abbiamo mai perso e oggi con lo stesso punteggio si andrebbe ai supplementari. Adesso il destino ci dà l’occasione per una ‘vendetta sportiva’: nessuna delle due squadre se l’aspettava”.

PRONOSTICO – “Credo che molto dipenderà dall’andata: nel ritorno inevitabilmente ci sarà più ansia, e questo noi lo sappiamo bene. Nella prima ci sarà più libertà e possibilità di giocare il pallone: magari qualche spazio si può trovare”.

LEAO – “Nel 2003 le assenze hanno pesato. Certo, se non ci fosse Leao, sarebbe una perdita grave per il Milan. Ma a questo livello, con tutto il carico di emozioni che si porta dietro questa partita, tutto si azzera al fischio di inizio”.

UOMINI DECISIVI – “Barella sta diventando un simbolo: crea identificazione con i tifosi e per me è il motore della squadra. Mi piace pure l’atteggiamento di Onana: c’è voluto coraggio all’inizio per schierarlo, ma lui è davvero intrepido e, soprattutto, bravo. Poi penso che Lautaro abbia il piede caldo in questo momento. Per fortuna, aggiungo”.

LUKAKU – “Sta crescendo tantissimo, e questo è sotto gli occhi di tutti, oltre a essere un bene perché ci è mancato parecchio nei momenti più delicati. Penso, però, che la coppia più affidabile, almeno all’inizio, sia sempre Dzeko-Lautaro”.

INZAGHI – “Lo avrei esonerato? Può darsi, ma ho apprezzato il modo in cui è riuscito a stare a galla senza annegare. È rimasto lucido, nonostante i tanti critici, e tra loro ci sono pure io. Ha dimostrato di essere bravo, dotato del carattere giusto per stare in un posto come l’Inter”.

Enrico Traini

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