9 Novembre 2019

Moratti: “Il Verona gioca molto bene. Totti uno dei miei miti, mio padre l’esempio migliore”

L'ex presidente dell'Inter sulle pagine de L'Arena

Massimo Moratti, Getty Images

Poche ore al fischio d’inizio di Inter-Hellas Verona, secondo anticipo del sabato di Serie A prima della sosta per le Nazionali che terranno fermo il campionato per le prossime due settimane. Per l’occasione, questa mattina, sulle pagine de L’Arena è stata pubblicata l’intervista realizzata all’ex presidente dell’Inter e uomo del triplete Massimo Moratti, legato affettivamente anche alla città di Verona. Ecco le parole dell’ex numero uno nerazzurro:

L’AVVERSARIO – “Il Verona sta giocando molto bene. Era prevedibile che avesse questo impatto perché dall’inizio della stagione si è messa a proporre un calcio piacevole. Juric ha grandi meriti. Ci ha messo del suo. Perché la rosa del Verona non è da primi posti in classifica. Ma la personalità che mette la squadra e l’atteggiamento del gruppo dimostra che non ci sono timori nell’affrontare qualsiasi tipo di avversario. Potrebbe essere l’Hellas la sorpresa del campionato? Di sicuro è piacevole veder giocare il Verona. E Juric ha dimostrato di essere allenatore intelligente. Trovando un equilibrio che garantisce punti. Dietro a tutto c’è organizzazione. E il Verona può essere pericoloso per chiunque l’affronti”. 

MITI SPORTIVI – “Cassius Clay e Gigi Riva. L’uomo e il campione insieme. L’Inter è fatta di mito e di miti che mi hanno accompagnato fin dall’infanzia. Ma questo penso sia scontato per me. E quindi, lasciando stare loro, penso a Totti. Francesco per me è un mito. Cioè un giocatore che, per qualità, avrei voluto vedere anche nella mia squadra”. 

MODELLI COME MANAGER – “Mio padre li ha offuscati tutti, questo penso sia normale. Ma negli anni ho avuto modo di conoscere e confrontarmi. Penso ad Alex Ferguson, che ha segnato un’epoca al Manchester United. Un dirigente a tutto tondo. Uscendo dal calcio, i primi che posso citare sono Julio Velasco e Phil Jackson. Innovatori, uomini sopra tutto. Persone capaci di segnare un epoca con il loro modo di approcciare lo sport. Poi, io ho avuto due ottime esperienze personali con Mourinho e Mancini”.

RAPPORTO COL PADRE – “Tentare di vincere, o fare meglio, di chi ti ha preceduto può essere peso insormontabile. Provo a fare una valutazione che va al di là dell’affetto. Mio padre è stato fantastico. Un dirigente sportivo diventato personaggio, non solo per le vittorie ottenute. Per questo, ancora oggi, faccio fatica a valutare senza comparazioni chi è venuto dopo di lui. Se mi manca il calcio? Mi fa molto piacere tutto quello che è successo perché è stato molto bello. Molto appassionante e affettuoso. Ma non ho ambizione di tornare nella maniera più assoluta”.

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