José Mourinho, leggendario allenatore dell’Inter del Triplete, è tornato a parlare della sua esperienza a Milano in un lungo speciale concesso a DAZN. Il portoghese infatti, nella seconda puntata di “The Making of”, ha dichiarato:
“L’Italia ha fatto la storia del calcio e l’Inter è stata la squadra che ha fatto l’impresa più grande di tutte. Credo che io e i giocatori di quella squadra siamo considerati come delle icone. La cosa davvero speciale però era il legame che c’era tra tutti noi: eravamo praticamente fratelli. La gente può dire quello che vuole, ma la Champions è l’Eldorado del calcio ed in quel periodo l’Inter era la più forte d’Italia”.
“Quando l’anno prima fummo eliminati dal Manchester United dalla Champions, la sera stessa parlai con il presidente Moratti e gli dissi: “Con quello che abbiamo oggi vinceremo il campionato e anche i prossimi, ma per vincere la Champions ci serve qualcosa di più”. Iniziammo così a parlare subito dei calciatori di cui avremmo avuto bisogno per migliorare in Europa”.
Mou ha poi proseguito: “La finale con il Bayern fu una partita troppo importante, sia per me che per il club. Conoscevo Van Gaal e questo per me era un vantaggio. In quella partita il nostro vantaggio fu proprio la strategia. La nostra squadra era composta quasi per intero da giocatori che non avevano mai vinto la Champions League e in parecchi erano a fine carriera. Era una partita da “ora o mai più”. Ecco perché credo che quella partita fosse vinta prima ancora di venir giocata, non solo per le motivazioni, ma anche per come avevamo preparato la partita. Faticai molto a rimanere tranquillo quando segnammo il 2 a 0, ero euforico”.
“Ho sempre cercato di stimolare il gruppo. In quei 15 giorni potevamo scrivere una pagina unica del calcio italiano, fare il Triplete. E lo facemmo. Tre titoli in 15 giorni, triplete storico e 4 goal di Milito in 3 partite. Vincemmo come una grande famiglia e facemmo qualcosa che mi lasciò un legame eterno con l’Italia e l’Inter. Oltre ad un rapporto tanto profondo con i giocatori da rendere difficile descriverlo”.
Mourinho poi ha detto: “I tifosi interisti più giovani, quelli sotto i 60 anni di età, conoscono praticamente solo l’Inter del Triplete. Non fu solo il periodo migliore per l’Inter, ma per qualsiasi squadra della storia del calcio italiano. Ogni giorno mi sento ancora con i ragazzi, abbiamo un gruppo che si chiama Triplete. Chiacchieriamo, rievochiamo ricordi, ci chiediamo come stiamo. La finale? Non andai nemmeno negli spogliatoi, quasi non volevo stare coi ragazzi. Sapevo che avrei perso il controllo dal punto di vista emozionale… così sono “fuggito” da quelle emozioni. Mi conosco bene. Se dopo la partita fossi tornato a Milano, non sarei più andato al Real Madrid. E la decisione era già presa: avevo rifiutato il Real 2 volte, quella era la terza occasione… non si può dire no 3 volte al Real. I miei ragazzi mi mancano, ma il tempo non torna indietro, non possiamo tornare nel passato. Gli amici però ci sono sempre. Loro sono miei amici ed è così che lo vedo”.
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