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Nainggolan: “Avrei voluto lavorare con Conte. Barella il mio erede, sfatiamo il mito sulla Juve”

Un’intervista inedita e particolare per Radja Nainggolan, rispetto alla quale però dovremo iniziare a farci l’abitudine. Il centrocampista in prestito al Cagliari, infatti, ha parlato in una lunga diretta streaming su Twitch durante una sfida a Fifa 20 con Daniele ‘Dagnolf96’ Tealdi, Nello ‘Holywood285’ Nigro e Matteo Ribera. Dal desiderio di essere allenato da Conte, alla sua eterna opposizione alla Juventus, fino all’ultimo infortunio rimediato. Tutte le parole del Ninja, come sempre senza freni:

RIVALI – “Voglio sfatare questo mito che sono contro la Juve. Io ho sempre detto che non andrei alla Juve perché mi piacciono le sfide, non voglio mai stare con i più forti. La cosa più bella è prendere una squadra e portarla in alto. Poi ora gli juventini mi diranno che è la Juve a non volermi, ma va bene così. Ora i tifosi della Juve mi fanno anche i cori contro, ma la verità è che sono soltanto rimasto coerente con ciò che ho detto”.

CONTE – “Mi sarebbe piaciuto lavorare con Conte, amo le persone che parlano chiaro e lui è uno che ti dice le cose in faccia, con me è stato sempre stato trasparente sin dall’inizio. Quando uno è schietto e diretto lo stimo, non posso avere altro che rispetto”.

COMPAGNI – “Uno veramente divertente direi Juan Jesus perché per quanto è serio è pure bello stupidino, ma nel senso buono. Il più rompiscatole Manolas, è bello pesante! Ma ho un rapporto di fratellanza con lui, gli voglio bene. Al primo contatto si rotola 100 volte per terra”.

CALCIATORI AMMIRATI – “Ho giocato con tanti grandi calciatori. Mi ha sempre impressionato Seedorf, poi ce ne sono tanti: Messi, Cristiano Ronaldo, fanno la differenza ed è è giusto che chiunque ci voglia giocare. La mia carriera è stata importante fino ad oggi, ho avuto sempre un buon rapporto con tutti, altroché creare problemi negli spogliatoi come dice qualcuno…”.​

GOL PIU’ BELLO – “Forse l’1-0 al Napoli al 93′, per stare lì in alto davanti a loro. Il più bello tecnicamente quello contro la Spal. Difficilmente la palla arriva lì all’angolino. Un paio belli li ho fatti. Io ogni tanto ci provo, in carriera ne ho fatti tanti da fuori area. Ma quello con la Spal per tecnica e velocità d’esecuzione penso sia stato quello più vicino alla perfezione”.

IL MOMENTO – “Il passaggio del turno contro il Barcellona, una cosa impossibile per la gente diventata realtà: questo dimostra che nel calcio è tutto possibile. Anche dentro al campo è stata un’emozione incredibile. Tutti i giocatori di quella squadra pensano che quello sia uno dei momenti più belli, anche per chi ha vinto una Premier come Dzeko e Kolarov. Tutta la settimana si vedeva uno spirito incredibile e si credeva nel successo”.

NUMERO 4 – “Non ho un motivo particolare. Io ho iniziato a Piacenza con il 10, poi sono passato al 23 che mi piaceva tanto. A Cagliari ho preso il 28 il primo anno perché con Cellino non si potevano prendere numeri alti, poi l’anno dopo Conti mi consigliò il 4, da lì ho fatto bene e mi sono innamorato. Non è essere scaramantico, vedi che anche all’Inter ho preso il 14, ma se posso preferisco prendere il 4. Perché comunque è il numero della mia data di nascita ed è diventato un numero molto affettivo per me”.

VITA DA PROFESSIONISTA – “Io ho rinunciato a poco nella mia vita. Ognuno ha il suo modo di vivere, io non mi sono mai tolto nessun ‘vizio’, non ho vissuto sempre da massimo professionista. Ne prendo atto, ma per me l’importante domenica è dare battaglia per la tua squadra, i tuoi compagni. E questo a me non è mai mancato. Quello che è da giudicare per me è quello che dai in campo. Io sicuramente ho sbagliato tante volte in carriera, ma l’importante è esserci quando c’è da dare battaglia per la tua squadra e in questo non ho mai mancato”.

ROMA – “Se mi manca? Lì ho lasciato il cuore ma non perché è la Roma: ho sempre ricevuto tanto affetto, ho visto tante battaglie. Forse sono arrivato anche nell’età in cui iniziava a contare il calcio, giocavi per cose più importanti. E poi a me piace la sfida. Io ritengo la Juve la squadra più forte degli ultimi dieci anni e per me era più importante provare a batterla che andare là e vincere. Questo è stato il mio spirito. A Roma ci ho sempre creduto e ricevere tanto affetto dalla gente è stato bello. Quindi sì Roma mi manca, ma la vita va avanti. Tante persone si lasciano con i fidanzati di una vita e poi si trovano un’altra vita. E’ la vita”.

INFORTUNIO – “Ho avuto una piccola lesione al soleo, dovevo stare fermo 20 giorni. Faccio un’altra visita e vediamo come va. Voglio fare queste ultime 12-13 partite al massimo, cercherò di esserci già alla prossima. Ma aspettiamo la visita”.

VIDEOGIOCHI – “Da quando è iniziata la quarantena ero bello malato, più di voi forse. Cenavo alle 20.30 e finivo di giocare anche alle 5-6 del mattino. Gioco solo a Call of Duty, calcio non mi diverto granché. Preferisco giocare con gli amici, fare missioni… Mi diverte. Il mio compagno più incallito? Il più forte su COD è Marko Rog. Una sera abbiamo fatto una serata a casa sua in otto, ci siamo portati tutti i gamecase da lui, è stata una bella serata. Io streamer su Twitch? Mi sa che prima devo prendere lezioni, perché non ci capisco niente. Non credo però che avrò troppo tempo”.

TOTTI – “Ho un bellissimo rapporto con Francesco, abbiamo fatto qualche vacanzina insieme anche. E’ una bravissima persona, molto divertente perché ha sempre la battuta pronta, per me è stato bello averlo conosciuto”.

EREDE – “L’ha preso l’Inter, Barella mi somiglia. E’ cazzuto, fa pochi gol e assist ma è giovane ed è un elemento importante per far girare bene altri dieci elementi in squadra”.

INTER-EMPOLI – “E’ stata una soddisfazione perché l’ultimo obiettivo del campionato era la zona Champions. Ero un po’ dispiaciuto per l’Empoli perché giocava un ottimo calcio e meritava la Serie A. Noi però dovevamo fare quello e basta, mi ricordo che Ucan poteva anche pareggiare la partita e noi eravamo fuori. E’ stata una partita con tante emozioni ed è stato un gol importante anche per la Champions di quest’anno”.

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Antonio Siragusano

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