Radja Nainggolan, centrocampista del Cagliari, in diretta su Instagram in compagnia di un influencer, Damiano Er Faina, ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera, parlando anche del suo arrivo all’Inter e del successivo addio con il prestito a Cagliari. Ecco le sue parole:
PROBLEMI DI SPOGLIATOIO – “Tutto ciò che hanno scritto, che io ho creato problemi negli spogliatoi, non è vero. Ho il mio carattere, ma non ho mai creato problemi. Dicevo la mia“.
JUVENTUS – “Io non odio nessuno, ma mi ha sempre dato fastidio è che quando una persona non si sente di andare in una piazza. Io non sono mai andato alla Juve perché vincere uno scudetto facendo 5 partite all’anno, non me lo sentirei mio. Ho preferito fare un altro percorso, non bisogna scegliere la società che vince sempre. Vincere 10 scudetti a Torino è una cosa normale, vincerne uno a Roma o altrove è migliore per me. Alla Juventus direi sempre no. La gente pensa che ce l’ho con loro e iniziano i cori“.
LASCIARE ROMA – “Io sono andato via per rispettare me stesso. E’ successo un casino dove uno ha fatto delle cose alle spalle e per come sono fatto non saluterei nemmeno una persona del genere e visto che volevano che andassi via, ho voluto decidere io dove andare“.
ARRIVO ALL’INTER – “E’ stata una scelta mia, non volevo cambiare paese. Con Spalletti a Roma avevo fatto bene e mi piaceva come allenatore. La mia scelta è stata facile. Nulla togliere ai tifosi dell’Inter che mi sono sempre stati vicini, sono un bel tifo. Se mi chiedevi nei primi misi se ero più felice di essere all’Inter o di aver lasciato la Roma, ti dicevo che ero più triste per aver lasciato la Roma“.
PRESTAZIONI – “Non erano quelle con continuità fatte negli anni precedenti. Non ero me stesso, forse per colpa mia, e sapevo che non potevo dare di più“.
RITORNO A CAGLIARI – “Sono ritornato perché ero scaricato. Ero andato in Cina e sapevo di non poter fare le amichevoli. Credevo avessero cambiato idea all’Inter e sono partito. Succede il contrario di ciò che avevo pensato e poi mi chiamava Giulini già dall’anno prima e mi diceva che voleva riportarmi a Cagliari a fine carriera. Quando ha saputo di questa occasione ci siamo sentiti e mi ha stimolato a ritornare. C’erano altre proposte e avevo sentito anche la Fiorentina, la Sampdoria. Il Cagliari sta facendo un campionato diverso. Volevo ritrovare la serenità“.
SERIE A – “Penso sia giusto finirla, non è giusto lasciare un campionato alla 25esima giornata. Giocare in casa o fuori cambierà poco perché sarà a porte chiuse. Scudetto? La Juventus, senza togliere nulla alla Lazio che sta facendo miracoli. Alla Juventus hanno tanti giocatori e sono più largo come gruppo. La Lazio se la deve giocare per forza perché sta lì e prima o poi la Juve uno scudetto deve anche perderlo. L’Inter ha cambiato tanto: giocatori, stile di gioco, fisico. E’ sempre lì, ma manca sempre quel tassello. Quando deve vincere per superare la Juve, non vince. Se non ci stai sopra diventa difficile“.
ICARDI – LUKAKU – “Icardi ha dimostrato chi è con i gol che ha fatto. Lukaku farà anche meno gol, ma è un armadio, si sbatte contro tutti, fa chilometri. Lukaku tecnicamente non è pulitissimo, ma è uno che quando finiscono gli allenamenti, lui va in tutte le posizioni dell’area di rigore e si allena tanto sulla precisione del tiro. Per me sa come deve prendere la palla guardando solo per terra. E’ un grande lavoratore”.
NAZIONALE – “Ad oggi non ci tornerei, anche se mi manca. Ho fatto tutta la trafila e per me è sempre stato importante rappresentare la mia nazionale, ma quando si prende una decisione difficilmente torno indietro. Non rientravo nei piani dell’allenatore e non credo ci rientro adesso“.
ROMA – “Alla Roma ci tornerei se ci sono i presupposti, ho vissuto anni bellissimi. Una piazza che mi vuole bene e a cui voglio bene. Cosa mi manca di Roma? Le serate (ride, ndr). Mi manca tutto“.
DERBY – “A Milano ho giocato un derby, quando Biglia mi ha girato la caviglia. Il derby di Roma è molto diverso. Il San Siro ti fa più effetto al derby, fanno coreografie bellissime. A Roma lo senti di più, poi avevamo De Rossi che la settimana prima del derby ti carica proprio tanto. A Roma ti prendono in giro anche il mese dopo, a Milano dopo la gara finisce tutto“.
GOL PIU’ BELLO – “A Cagliari con la Spal, ma ne ho fatti tanti altri belli“.
FUTURO – “Io ho sempre detto che voglio uscire dal mondo del pallone per come è messo il calcio. Arrivando, però, di nuovo a Cagliari, sto vivendo il mio passato e vorrei lavorare con i ragazzi piccoli. Allenare Juve o Lazio? Non lo so. Non ci penso a fare l’allenatore“.
SPALLETTI – “Per me è sempre lo stesso, calcisticamente è il più forte che ho avuto. Allegri l’ho vissuto poco perché poi è andato via. Spalletti è, per la sua visione di calcio, il migliore. Come uomo a volte è molto duro, forse negli ultimi anni, ma lui è uno che quando c’è da combattere o andare addosso ai giocatori ci va, ma fa parte della sua personalità“.
CONTE – “L’ho vissuto un mese ma ha una mentalità assurda. Mi ha sempre detto le cose chiare e in faccia ed è da apprezzare. Dopo un mese la squadra capiva cosa lui voleva. Gli allenamenti sono pesanti, ma capisci la sua idea di gioco“.
GIOCATORE PIU’ FORTE – “Scontato dire Totti, ma ho giocato con tanti giocatori forti. Pjanic, Dzeko che è la prima punta più forte con cui ho giocato. Fa assist, fa goal, gioca per la squadra. Icardi in area è il più forte di tutti, è un animale. Lukaku ha la prepotenza fisica. Lautaro somiglia a Dzeko per me, tiene bene palla, è furbo, tira con il destro e il sinistro, solo che è più basso, ma per tecnica è fortissimo“.
MESSI, RONALDO O IL FENOMENO – “Il Fenomeno me lo ricordo al Real e aveva già un po’ di pancia, ma andava a 3000. Lui era devastante. Non sono un giocatore cattivo e non l’avrei fermato. Tra Messi e Ronaldo scelgo Messi. Sono due fenomeni e ci metto anche Ronaldinho. Ronaldo è una macchina da guerra allenata e costruita, Messi è un fenomeno naturale“.
INTER DEL TRIPLETE – “Dopo tre secondi nella mia prima partita con il Cagliari, andai a sbattere contro Thiago Motta, è rimbalzato tutto“.
PORTIERE PIU’ FORTE – “Alisson è fortissimo, Handanovic è incredibile, soprattutto per la calma con cui gioca. In porta con il cappello ti sembra quel bel ragazzo, ma ha un efficacia di giocare con i piedi, fa delle cose che altri portieri non fanno“.
LA MALATTIA DI MIA MOGLIE – “Sta abbastanza bene, ma con il Coronavirus, avendo le difese immunitarie molto basse, deve stare molto attenta“.
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