Natalino ringrazia: “Tanta paura, ma l’Inter mi è stata vicino”
A qualche settimana dall’operazione subita a causa di problemi cardiaci, è tornato a parlare alla stampa l’ex Primavera dell’Inter, Felice Natalino. Lanciato nell’era post Triplete dal tecnico spagnolo Rafa Benitez, il ragazzo ha scelto la Gazzetta dello Sport per raccontarsi nel corso di una bella intervista, in cui ripercorre non solo le vicissitudini dell’intervento, ma anche la sua esperienza in nerazzurro. “L’Inter mi ha salvato la vita“, esordisce, salvo poi continuare: “Non so comunque se tornerò a giocare a calcio, questo si vedrà. Ma devo dire grazie a questa società“. La degenza post operatoria Natalino la passa a casa, in famiglia, ed aggiunge: “Sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza a Catanzaro, al primo anno. Non faccio altro al momento, basta questo, la materia che ho scelto per i miei studi non è tra le più facili e mi impegna molto“. “Ho sempre avuto problemi con l’aritmia -confida- ma nel maggio scorso, mentre ero al Crotone, si sono evidenziati nuovamente. All’epoca dovevo sostenere la visita medica per l’idoneità sportiva: mi trovavo a Roma, a Villa Stuart e l’ho fatta lì. Gli esami hanno palesato un problema di aritmia cardiaca, e, visionate le carte, i medici del Coni mi hanno fermato. Ho quindi proseguito con altri accertamenti, che a giugno hanno portato allo stop“. Alla domanda in merito all’avvertimento di qualche fastidio o dolore, che avrebbe potuto far pensare ad un possibile intervento chirurgico, Natalino risponde negativamente: “Non ho mai avvertito niente a livello fisico: Sono stato male solo un giorno, quello del ricovero, e poi gli ultimi due prima dell’intervento a Milano. Da un lato è stata una storia triste -commenta- ma d’altra parte sono stato fortunato ad affrontare subito il problema. Già prima di questi episodi però sapevo che mi sarei dovuto sottoporre all’ablazione”. In merito al periodo di inattività, il ragazzo ricorda con un sorriso chi gli è stato accanto: “L’Inter mi è stata molto vicina. Ringrazio la società, hanno fatto tutto loro per gli accertamenti clinici prima dell’operazione. Moratti mi ha mandato i saluti dopo l’intervento, ho ricevuto le telefonate di Cordoba e Zanetti, Ausilio mi chiamava spesso. Seguo l’Inter -continua- è un periodo difficile per la squadra, ma il gruppo è forte e la ruota deve girare: si rifaranno, l’obiettivo è risalire“. In tema di nerazzurri, ricorda poi l’esordio, avvenuto dopo anni nelle giovanili di Interello. “La serie A era il sogno da bambino: c’ero quasi riuscito, anzi, nel mio piccolo posso dire di esserci riuscito lo stesso. L’esordio col Parma a San Siro è stato una sensazione unica, coronare quello che hai sempre avuto in testa fin da piccolo. All’epoca avevo 18 anni, c’era mio padre in tribuna, tutto da incorniciare. In Champions invece, perdevamo tre a zero a Brema, c’era meno tensione agonistica, ma entrare al posto di Zanetti è stato indimenticabile“. Qual è il giocatore a cui si ispira? “I miei compagni sono tutti d?esempio. Come caratteristiche sono un difensore centrale, adattato a terzino sulla destra, un tipo duttile. Per ruolo e attitudine potrebbero essere Ranocchia o Zanetti i miei punti di riferimento ideali, ma nessuno è come il capitano?“. Per quanto riguarda il futuro, invece, Natalino non fa progetti: “Sono sereno e ringrazio tutti quelli che mi sono stati accanto, spero di riprendere ad allenarmi, giorno per giorno e vedremo poi come va a finire. Sono sotto contratto con l’Inter fino al 2014, ma non mi illudo, non voglio illudermi: se tornerò a giocare sarò contentissimo, ma sarei felice lo stesso anche se dovessero dirmi che non potrò giocare più. Ora a livello di salute sto bene, ho una famiglia e la fidanzata accanto, non mi manca niente. Il calcio è una cosa bella, ma non è tutto nella vita. Ho avuto tantissima paura, sarei un ipocrita a dire il contrario?“.