PUNTO PRIMAVERA – Next Generation Series, due anni dopo: non è un Paese per giovani
di Lorenzo Bonaccorsi.
Ricordate il 25 marzo del 2012? No? Ebbene, proprio quel giorno l’Inter saliva sul tetto d?Europa. Beh, più che tetto? tettuccio verrebbe da dire. La primavera, allenata da Andrea Stramaccioni, batteva in finale l’Ajax, candidandosi come prima detentrice della Next Generation Series, competizione inaugurata proprio nella stagione 2011-2012. Dopo un trionfale cammino che li aveva visti sconfiggere in sequenza PSV Eindhoven, Basilea, Sporting Lisbona e Marsiglia, i baby nerazzurri alzarono con onore e merito quel trofeo, conquistato grazie a 120 minuti di puro agonismo e una serie di calci di rigore da mozzafiato (6-4 d.c.r. il risultato finale).
RIAFFIORANO I RICORDI E LE ILLUSIONI – Su giornali e televisioni (rimanendo in ambito calcistico sia chiaro) non si sentiva parlare d?altro. L’Inter B aveva completamente oscurato la squadra che poco tempo prima era riuscita a vincere tutto. Ricordate l’entusiasmo che aveva travolto tutto il popolo nerazzurro? Proprio quell’entusiasmo aveva portato la società ad esonerare Claudio Ranieri, esattamente il giorno successivo alla vittoria dei nerazzurrini, per sostituirlo con lo straripante Strama. Già tutti prevedevamo che i nostri campioncini avrebbero fatto magie con i grandi, che in quel periodo, di certo non brillavano per gioco e risultati. Di più: se i nostri ragazzi avevano vinto un trofeo internazionale, così prestigioso a livello giovanile, perché non si poteva pensare che nel giro di qualche anno lo stesso non sarebbe accaduto con la prima squadra?
IL CONTO CON LA REALTA’ ODIERNA – Ma ad oggi, di tutto quell’entusiasmo, cosa rimane? Gran poco, in realtà. Della formazione che ha battuto gli olandesi nemmeno un giocatore rientra nella rosa interista di questa stagione. Tra prestiti (Duncan, M?Baye, Longo, Pecorini, Di Gennaro, Spendlhofer, Bessa), comproprietà (Crisetig, Romanò, Livaja) e cessioni (Kysela), l’intera squadra è stata completamente smembrata. Chi lottava per vincere un trofeo ora lotta per scendere in campo. Ma d?altronde queste sono le difficoltà che comporta il diventare grandi. Difficoltà che si amplificano se il paese in cui ti trovi si chiama Italia. La Serie A come lo specchio della situazione socio-economica del Belpaese, in cui senza programmazione non si raggiungono gli obiettivi, in cui senza risorse non si ottengono risultati. E quale migliore risorsa della fame, della freschezza e dello spirito delle nuove leve? Va ovviamente sottolineato che la società nerazzurra rimane almeno in parte esclusa da questo discorso. Gli errori, si sa, sono stati commessi, ma il settore giovanile da sempre è tra i migliori nel mondo e da sempre ha contribuito all’acquisto di giocatori di spessore (mi viene in mente la cessione della metà del cartellino di Mattia Destro nell’affare Milito – Thiago Motta, due degli undici del Triplete). Per di più il presidente Thohir ha svariate volte dichiarato l’intento di voler puntare sui ragazzi, perché questo è quello che impone l’epoca calcistica ? e non solo ? in cui ci troviamo, un?epoca in cui mettere mano al portafogli non è più così scontato, e di conseguenza i campioni si è costretti a costruirseli in casa. Quello che ci si chiede è che cosa manchi ai ragazzi per imporsi in prima squadra, non solo nell’Inter ma in tutta la Serie A. Sarà lo stile di gioco, che predilige la tattica e l’esperienza? Sarà la pressione? Sarà Giove in Nettuno, da sempre sfavorevole ai giovani calciatori? Non lo so, sono solo un ragazzo che scrive di calcio. Ma una cosa la so: tutte i grandi club e tutte le grandi Nazionali stanno facendo passi da gigante in questa direzione. Non vorremmo essere gli ultimi anche questa volta?
P.S.: Vi ricordate dell’ altra squadra? Sì, l’Ajax. Tre degli undici scesi in campo quel pomeriggio di fine marzo hanno già giocato più di dieci partite con la maglia dei Lanceri in questa Eredivisie. Stefano Denswil, difensore centrale, si è addirittura tolto la soddisfazione di siglare una rete nei preliminari di Champions League (contro il Milan). Davy Klaassen, centrocampista offensivo, ha raggiunto quota 8 gol in campionato. Viktor Fischer, ala, è seguito costantemente dagli uomini mercato di tutta Europa, ovviamente anche da quelli nerazzurri. Di lui, statene certi, si sentirà parlare molto nell’immediato futuro; per i nostri ? coloro che solo 2 anni fa furono campioni ? ci vorrà ancora del tempo.