O. Bianchi: “Zanetti? Il fenomeno doveva essere quell’altro argentino. A R. Carlos dicevo io di andare in attacco”
Queste la parole dell'ex tecnico di Napoli ed Inter, Ottavio Bianchi. Tanti bei ricordi sulla sua avventura in nerazzurro in vista del match di sabato tra Inter e NapoliGrande ex allenatore di Napoli ed Inter (vincitore di uno Scudetto e una Coppa UEFA sotto al Vesuvio, passato senza troppi rimpianti all’ombra della Madonnina) Ottavio Bianchi racconta a Panorama le sue sensazioni in vista del match di sabato sera tra le sue due ex squadre:
ZANETTI E R. CARLOS – “Mi impressionarono subito entrambi, Javier Zanetti e Roberto Carlos, per le doti tecniche e per lo spessore umano, due bravissimi ragazzi. Per i consiglieri del presidente il fenomeno doveva essere l’altro argentino, quello preso insieme a Zanetti di cui neppure ricordo il nome… Roberto Carlos lo criticavano perché si spingeva troppo in avanti, io invece gli dissi subito di andare in attacco che a difendere dietro ci pensavamo noi scarsi”.
GLI STRANIERI – “Non voglio prendermi meriti o responsabilità che non ho, non ebbi voce in capitolo sugli acquisti, né quelli positivi, né quelli meno positivi. Le squadre composte da soli stranieri non mi convincono molto. Se sono fuoriclasse, sono titolari nelle loro nazionali e rischi di averli spesso fuori; se invece non sono titolari, allora non sono giocatori di particolare livello”.
MORATTI – “Quell’esonero fu il primo e l’ultimo della mia carriera. Con Moratti avevo un buon rapporto, ma aveva intorno troppi consiglieri… Avevo capito che non era l’ambiente per me, poi però Italo Allodi mi convinse a restare”.
IL TIFO – “Seguo tutte le mie ex squadre con affetto, ma a Napoli ho vissuto esperienze da calciatore, allenatore e dirigente con tanti bei ricordi”.