1 Dicembre 2020

OCCHI SULL’AVVERSARIO – Rivelazione in Champions League nel segno di Rose: il Borussia Monchengladbach in cinque punti

Scopriamo nel dettaglio il prossimo avversario dell'Inter: nerazzurri ancora in corsa per il passaggio del turno

Tutto ancora aperto per l’Inter in Champions League. Dopo il doppio ko contro il Real Madrid, i nerazzurri tornano in campo per provare a tenere vive le speranze qualificazione in un girone che si è rivelato più complicato del previsto. Sul percorso della Beneamata però arriva il Borussia Moenchengladbach che, nel giorno del suo nuovo debutto europeo, ha bloccato la squadra di Conte sul 2-2 a San Siro, recuperando il gol di Lukaku e portandosi anche in vantaggio a pochi minuti dal 90′, prima del pari definitivo servito dal belga.

Servirà una prestazione convincente in Champions League e, perché no, anche un risultato favorevole dall’altra sfida del girone, tra Shakhtar e Real Madrid, per provare a tenere ancora accesa la fiamma qualificazione per i nerazzurri. Scopriamo insieme i prossimi avversari dell’Inter, in Germania per affrontare il Borussia Moenchengladbach della rivelazione Marco Rose.

RIVELAZIONE CHAMPIONS

Se alla vigilia della sua “prima” in Champions League contro l’Inter il Borussia Moenchengladbach era alla ricerca di una dimensione dopo l’ottima stagione in Bundesliga, nel giorno del nuovo confronto con i nerazzurri la squadra di Rose si trova nel pieno di un momento di forma super, sia in campionato che nell’avventura europea.

I tedeschi occupano al momento il primo posto del girone internazionale con 8 punti: un risultato sicuramente inaspettato considerando i pronostici di inizio Champions e che ha visto il Borussia acquisire maggiori consapevolezze del proprio potenziale partita dopo partita. Una sola sconfitta in 12 partite tra Bundesliga, Europa ed amichevoli. L’unico, ed ultimo, ko è datato 8 novembre: 4-3 contro il Bayer Leverkusen dopo un digiuno di ko che durava da due mesi.

Prima dello scivolone in campionato, la squadra di Rose aveva liquidato lo Shakhtar in Champions League con un perentorio 6-0: un fulmine a ciel sereno in un percorso imprevedibile e che, tra Inter e Real Madrid annunciate come possibili protagoniste, ha visto i tedeschi brillare più di tutti per lanciarsi a caccia del primato. Due vittorie e due pareggi in quattro partite europee. 14 gol fatti, solo 4 subiti: due portano la firma di Lukaku, chiamato a trascinare di nuovo l’Inter contro la rivelazione Moenchengladbach.

LA FILOSOFIA DI ROSE

C’è solo un nome dietro la rinascita europea del Borussia Monchengladbach, quello di Marco Rose. Il tecnico tedesco è arrivato alla guida dei Puledri alla vigilia della scorsa stagione ed è riuscito, nei mesi travagliati pre e post stop dei campionati, a guidare i suoi verso la qualificazione in Champions League.

65 punti in classifica, due in più del Bayer Leverkusen, quinto e confinato in Europa League. 20 vittorie, una in meno del Borussia Dortmund secondo alle spalle del Bayern campione. Ma anche 40 gol subiti, terza miglior difesa della Bundesliga ed uno sprint nel finale di stagione da tre successi consecutivi che hanno regalato agli uomini di Rose il sogno Champions League. Formatosi nel mondo Red Bull, conquista tutti alla guida del Salisburgo dove vince il campionato e raggiunge le semifinali di Europa League nella stagione 2018/2019. Un pezzo di storia scritto contro la Lazio: ko 4-2 all’Olimpico ai quarti e rimonta, incredibile, in Austria: tre gol tra il 72′ ed il 76′ ed un 4-1 finale che lancia il Salisburgo tra le migliori quattro della competizione.

Alla guida degli austriaci ha disegnato i suoi successi attraverso il 4-3-1-2, schierando il centrocampo “a rombo”. In Germania invece è riuscito a trovare la sua dimensione con il 4-2-3-1, modulo utilizzato nella seconda metà della scorsa stagione e in questo avvio di Bundesliga. Nel suo curriculum, il successo in Youth League con il Salisburgo (2017), due scudetti in Austria (2017/2018 e 2018/2019) e una Coppa d’Austria (2018/2019) prima di sposare il Borussia Monchengladbach e trascinarlo in Champions League.

ENTUSIASMO DA CHAMPIONS LEAGUE

La prima volta dalla stagione 2016/2017. Il Borussia Monchengladbach torna nell’Europa che conta, e lo fa dopo un campionato incredibile deciso dai sorrisi del finale di stagione, fondamentale per l’approdo in Champions League e quel sogno internazionale da vivere con la solita sana follia dei Puledri di Rose, protagonisti in un calcio giocato e ragionato, tra schemi palla a terra e corsa, tanta, alla ricerca del risultato.

Terzo appuntamento con la Champions League negli ultimi dieci anni per il Borussia. Prima del nuovo debutto contro l’Inter, il Monchengladbach era riuscito a conquistare l’accesso alla massima competizione europea soltanto in due stagioni, tra l’altro consecutive. Nel 2015/2016 infatti, i tedeschi arrivarono in Champions grazie al terzo posto maturato in campionato. Divisero un girone di fuoco con Manchester City, Juventus e Siviglia totalizzando una sola vittoria, contro gli spagnoli, e chiudendo la stagione europea al quarto posto, ad un punto dal pass per l’Europa League. Di nuovo Champions dodici mesi più tardi: altro sorteggio da incubo, con Barcellona e di nuovo Manchester City, ma a fine girone i tedeschi si qualificano in Europa League (quarto il Celtic) ed incrociano la Fiorentina ai sedicesimi e lo Schalke 04 agli ottavi, protagonista di un doppio pareggio che elimina il Borussia.

La terza partecipazione in Champions League del decennio ha restituito il giusto entusiasmo ad una piazza che, oggi, ha riscoperto il valore assoluto dei superconfronti europei. Contro l’Inter a San Siro è arrivata una rimonta insperata e cancellata in parte solo dal pari, decisivo, di Lukaku a tempo praticamente scaduto. Ma il tecnico Marco Rose ha già in mente i piani per complicare il più possibile il discorso Champions altrui, sfruttando la filosofia che lo ha promosso tra gli allenatori più promettenti d’Europa.

IL PARADOSSO DELL’ESPERIENZA

Da una parte la storia recente, il passato che ha reso grande la filosofia di Rose e quei numeri da far invidia in campo europeo. Dall’altra il nuovo approccio con la realtà, un mondo nel quale il tecnico tedesco ha avuto altre risposte, importanti per il suo percorso di crescita personale e per gli step di un’idea di gioco, fin qui, vincente. C’è un paradosso a muovere i nuovi passi del Borussia Monchengladbach, quello dell’esperienza, decisiva per l’ultimo ostacolo da superare prima della gloria.

Nella stagione 2017/2018, il Salisburgo realizza una delle imprese più incredibili della storia in Europa League. Sotto 4-2 all’andata, al ritorno gli austriaci schiantano la Lazio 4-1 ed accedono in semifinale. L’età media della squadra di Rose, nelle due sfide, è di 23,5 anni ed è tra le più basse dell’intera competizione. A circa due anni di distanza, il suo Borussia Monchengladbach è invece in Bundesliga la seconda squadra più anziana del campionato (27,1 l’età media per partita), alle spalle dell’Eintracht Francoforte. Un dato in controtendenza rispetto sia alla storia di Rose, abituato da sempre a lavorare con i più giovani, sia con il mercato dei tedeschi.

Nella recente sessione di mercato in Germania sono arrivati Scally (New York City), Wolf (Lipsia) e Lazaro, ceduto dall’Inter. Rispettivamente 18, 21 e 24 anni per i tre acquisti del Monchengladbach: numeri che si scontrano con i 28 anni di età media per le cessioni, tra ritiri e trasferimenti, di Strobl, Nicolas, Bennetts, Johnson e Raffael. Lavora sull’esperienza ed investe sui giovani il Borussia di Rose, aspettando la consacrazione delle sue stelle tra la Bundesliga e i sogni europei.

LA GRANDE OCCASIONE PER AFFERMARSI

Si parla di determinati calciatori come il fulcro del calcio europeo dei prossimi anni. Il futuro passa dalla loro esplosione definitiva, dalla loro consacrazione di fronte al grande pubblico. E la partecipazione in Champions League rappresenta la chance da prendere al volo, quel treno tanto desiderato e che va inseguito fino in fondo, a caccia delle migliori risposte possibili affidate esclusivamente al campo.

Due classe ’97 al centro della filosofia del Borussia Monchengladbach. Marcus Thuram da una parte, Breel Embolo dall’altra. Il primo, figlio d’arte – è nato a Parma pochi mesi dopo l’aggancio alla Champions League di suo padre Lilian – è arrivato tra i Puledri nell’estate dello scorso anno, raggiungendo subito la doppia cifra in Bundesliga. L’altro, dopo tre stagioni allo Schalke 04 ha scelto di sposare la causa di Rose insieme al francese, riuscendo a ritagliarsi un ruolo di spicco sotto i riflettori del calcio tedesco. Con il Monchengladbach hanno festeggiato la qualificazione in Champions League – la prima in assoluto per Thuram, la terza invece per Embolo dopo Basilea e Schalke 04 – ed ora accarezzano le ultime tappe per la loro grande occasione: lasciare il segno anche in terra europea.

Trascinare il Borussia Monchengladbach tra le sfide affascinanti in Champions League. Inter, Shakhtar e Real Madrid nel lungo viaggio dei tedeschi, provando a cancellare le incertezze della Bundesliga per vivere, a mille all’ora, le ultime sfumature del loro percorso internazionale. Thuram ed Embolo guidano l’armata di Rose, al posto giusto e nel momento giusto per centrare l’appuntamento con la storia, non solo individuale, per trascinare i Puledri sull’Olimpo.

 

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