Countdown scaduto per l’Inter. Nerazzurri di nuovo in campo per il primo appuntamento della nuova stagione, in leggero ritardo rispetto alle concorrenti ma con un match tutto da vivere. Ripartirà da San Siro l’avventura della Beneamata, chiamata al primo esame dell’anno contro una Fiorentina in cerca di conferme: buona la prima per i ragazzi di Iachini, protagonisti contro il Torino grazie al tocco vincente di Castrovilli ed ora di nuovo sotto i riflettori. L’Inter cerca la miglior partenza possibile e sfida la nuova Viola dai sogni europei: andiamo a scoprire nel dettaglio i segreti della Fiorentina nella nostra analisi sui prossimi avversari dei nerazzurri.
La stagione della Fiorentina è iniziata col sorriso. Il primo match di Serie A che ha visto protagonista la Viola ha premiato la formazione di Iachini. Al Franchi è bastato il piattone di Castrovilli per sbloccare il punteggio e regalare i tre punti ai padroni di casa contro un Torino troppo spesso distratto e poco propositivo soprattutto in zona offensiva.
Uno scatto, fulminante, di Chiesa ed un tocco, sotto misura, del nuovo dieci della Fiorentina per condannare il Torino targato Giampaolo. Tre punti d’oro nel match che ha inaugurato il nuovo campionato ed il nuovo corso della Viola, ridisegnata e ridimensionata soprattutto a centrocampo e con un attaccante, Kouamé, già in scena da primo attore contro l’undici granata. Almeno tre occasionissime per l’ivoriano, costretto ad arrendersi ai riflessi di Sirigu sempre di testa e sempre da ottima posizione.
Pochi brividi nella retroguardia di Dragowski, con Zaza impreciso all’altezza dei venti metri e Berenguer spesso disinnescato prima di conquistare spazio sulla trequarti della Fiorentina. Tante scintille sulle fasce del Franchi, soprattutto dalle parti dell’ex nerazzurro Biraghi: suo il mancino che taglia fuori la difesa di Giampaolo sulle chances costruite da Kouamé. Soliti riferimenti da Ribery e risposte importanti anche dallo stesso Bonaventura, tra i volti nuovi di una squadra che ha scelto di voler sognare finalmente in grande.
Quante novità in regia per la Fiorentina, ridisegnata e rivoluzionata non solo al centro ma negli scorci che sanno prestare la loro luce ai riflettori di una squadra rinfrancata in ritmi, qualità, energie ed un peso specifico fondamentale per affrontare a testa alta la Serie A.
Amrabat, Bonaventura e Borja Valero. Un tris di gemme, ognuna con le sue caratteristiche, con quelle peculiarità decisive negli equilibri di un gruppo che ha imparato a muoversi tra esperienza e spensieratezza, tra saggezza e vivida follia. L’ex Hellas Verona arriva per dettare muscoli e personalità ad una linea abituata alle buone maniere ma che aspettava l’uomo giusto per imparare a ringhiare su ogni pallone, prima di ripulirlo e smistarlo in un batter di ciglio. Con il marocchino, il mercato ha regalato anche l’ex Milan ed un graditissimo ritorno: romantico e delicato, nello spogliatoio ed in mezzo al campo, per ridare fiato e nuovi spiragli ad un centrocampo zeppo di tocchi di classe.
L’altro ritorno, seppur meno rumoroso, si è già rivelato tra i fattori più importanti della nuova Viola di Iachini. Cristiano Biraghi lascia la sua Inter ed è già pronto a calarsi al centro del progetto Fiorentina, spaziando in corsia mancina per servire mediana ed attacco tra appoggi, tagli e percussioni, inseguendo un perenne magic moment.
Torneranno a San Siro a pochi giorni dall’ultimo addio, concesso ai social in un’epoca che ha privato il calciatore degli applausi del suo pubblico e l’uomo delle ultime emozioni con una maglia e dei colori a scandirne la quotidianità. Saranno a Milano, ma da avversari, con nuovi stimoli e quei ricordi limpidi di un’avventura che ha regalato sorrisi ma anche momenti duri, affrontati sempre a testa altissima.
Cristiano Biraghi e Borja Valero sono tra gli ultimi arrivati in casa Viola. Doppio ritorno – uno in rientro dal prestito e l’altro da svincolato – e doppio assist direttamente dall’Inter, passato ma anche futuro di quella coppia che ora coltiva, di giorno in giorno, una nuova missione. L’esterno proverà a rinascere e rilanciarsi “a casa sua” dopo una parentesi delicata vissuta in nerazzurro, lontana dalle speranze fissate ad inizio stagione ma vissuta sempre al massimo, e con un profondo senso di gratitudine verso quella maglia nerazzurra indossata ed onorata da ragazzino prima e da uomo poi.
Lo spagnolo si è rivelato spesso fondamentale nelle diverse fasi che hanno colorato la sua carriera interista. Tre stagioni a San Siro: due agli ordini di Spalletti vissute in prima fila e dietro le quinte, l’ultima con Conte da uomo prezioso per ridare lucidità alla squadra nei momenti di caos o senso di sacrificio nelle emergenze più buie.
Un clima di rivalsa che coinvolge l’intero popolo della Viola ma che passa da alcuni dei suoi protagonisti. Sono i più attesi, gli uomini chiamati alla scossa, alla scintilla decisiva per regalare una nuova primavera alla Fiorentina che ha scelto di sognare in grande, senza necessità di porsi limiti.
Christian Kouamé e Franck Ribery. La linea verde della Viola ed il simbolo di esperienza, carisma e tenacia applicato al mondo del calcio. L’ivoriano classe ’97 lo scorso anno, nel suo miglior momento con la maglia del Genoa, ha vissuto lo shock dell’infortunio al crociato ed una lunga ed estenuante attesa, tra recupero e riabilitazione. Ai box da novembre a luglio, prima della nuova vita targata Fiorentina. Al suo fianco il francese, anch’egli reduce da un problema alla caviglia e da quattro mesi di stop. Riaggregato al gruppo post lockdown, aspetta la nuova stagione per ritagliarsi un nuovo ruolo da protagonista.
Un sentimento unico per tutta la Fiorentina, reduce da stagioni complicate, da fiducia mal riposta e da un ciclo di alti e bassi difficile da analizzare e lontano dalle ambizioni della società. Anni difficili spazzati via dalla sete di rinascita targata Commisso, agli esordi di una stagione che può segnare i passi in avanti di Chiesa e compagni.
C’è un colore che scandisce la passione ed i giorni di Firenze, ovvero il Viola. Ce n’è un altro, invece, che racconta sogni ed ambizioni di una società abituata ad investire sui giovani e disposta anche a rinunciare agli assalti per schierarli al centro del suo progetto. Parliamo dell’azzurro di una Nazionale che scatta, e sogna, anche grazie ai gioielli della Fiorentina: Castrovilli e Chiesa.
Il primo ha stregato tutti solo lo scorso anno, facendosi largo in Serie A come una delle rivelazioni più interessanti dell’intero campionato, tanto da finire al centro dei discorsi di mercato delle grandi italiane. L’altro, figlio d’arte, è stabilmente sul podio delle migliori promesse azzurre e vanta la corte delle migliori: Juventus, Inter e Milan sono da mesi ai suoi piedi, costrette a fare i conti con un Commisso sempre pronto a dare il giusto valore ai propri talenti. Rappresentano il futuro della Nazionale di Mancini, il fulcro di una qualità destinata a trascinare l’Italia tra Europei e Mondiali senza porre limiti ai sogni.
Un passo indietro, leggermente in disparte rispetto ai primi riflettori, c’è anche Patrick Cutrone, riferimento dell’Under 21 che prova ad inaugurare un nuovo ciclo partendo dalla grinta di un attaccante agli ultimi passi prima della maturazione definitiva ed oggi al centro di uno spogliatoio che gli permetterà di farsi largo alla ricerca della miglior ricetta per affermarsi, finalmente, in Serie A.
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