Smaltito l’entusiasmo di San Siro per il debutto rocambolesco in Serie A, la nuova Inter di Antonio Conte arriva nel Sannio per affrontare il Benevento, neopromosso tra i grandi. La Strega di Super Pippo Inzaghi è reduce dal successo clamoroso di Marassi: 3-2 in rimonta sulla Sampdoria per il miglior inizio possibile dei giallorossi, alla seconda stagione in massima serie della loro storia. “Ci aspettiamo una partita tosta” ha dichiarato il tecnico interista alla vigilia del match, come a voler sottolineare l’aggressività e la spensieratezza di un avversario che, di fronte ai nerazzurri, non avrà nulla da perdere. Dopo il campionato straordinario vissuto in Serie B lo scorso anno, scopriamo insieme il Benevento di Inzaghi ed i suoi segreti, a poche ore dalla sfida del Vigorito.
Un inizio del genere era difficile da immaginare, nonostante i record conquistati lo scorso anno e con ancora le istantanee della prima volta in Serie A, di tre stagioni fa, impresse nella mente. Il Benevento è partito a mille in questo campionato e l’ha fatto lì dove, nel 2017, era iniziata la sua avventura nell’Olimpo del calcio. Ancora Marassi, ma un copione diverso, riscritto dai gol e dal carisma di un reparto, la difesa, decisamente poco abituato a far gol.
Prima Quagliarella, poi Colley hanno rievocato i fantasmi del recente passato in Serie A della Strega, spazzati però via da una rimonta incredibile, quasi in ‘stile Inter’. Pazza, appunto, come a voler ricollegare i fili del destino con i colori nerazzurri, indossati da ragazzino da Luca Caldirola prima di emigrare in Germania dalla Primavera nerazzurra, soltanto dopo aver però festeggiato il suo esordio in Champions League. Una doppietta per il centrale di Desio, da calcio d’angolo e sfruttando anche la specialità della casa, ovvero il colpo di testa.
A scrivere la parola fine sul match, a pochi secondi dal triplice fischio, ci ha pensato invece Gaetano Letizia. Di mestiere terzino con licenza di spingere, ha trovato il destro più bello della sua carriera, a fil di palo e con Audero battuto. Qualche difficoltà in avvio per la Strega, ridisegnata poi da Inzaghi e spronata, in campo, dall’esperienza e dal carisma di Kamil Glik. Nuovo assetto, nuovi stimoli e traguardo raggiunto: un inizio da Oscar.
Arrivato nel Sannio ed in Serie B per riscrivere la sua avventura da allenatore, Pippo Inzaghi è riuscito a collezionare record su record tra i cadetti, laureandosi tra i tecnici migliori dell’ultima stagione e ripresentandosi nella massima serie con la voglia di confermarsi e di prendersi tutte le possibili rivincite. In A, alla guida del Bologna, incontrò non poche difficoltà: era la stagione 2018/2019, culminata con l’esonero post sosta natalizia e con l’arrivo in panchina di Sinisa Mihajlovic, oggi protagonista in rossoblù.
L’arrivo di Super Pippo nel Sannio ha consegnato al Benevento il carisma di un campione del mondo ma anche un nuovo approccio, un nuovo modo di intendere il calcio e le sue sfumature di campo. “Il mister è un martello, di giorno in giorno” amano ripetere i suoi ragazzi in giallorosso, sintomo di un’attenzione ed una cura dei particolari fuori dal comune e che ha permesso anche alla Strega di dare assoluta importanza alla sostanza, senza dar nell’occhio con la forma.
Nella valigia dell’allenatore anche i riflettori internazionali ed una scena conquistata a suon di record che ha permesso al Benevento di svolgere un ruolo diverso in campo anche europeo, con l’ex attaccante che diventa simbolo di una realtà affamata, vogliosa di rivincite e di conferme, anche in Serie A. C’è la fama di giocatore ed ora anche quella di tecnico, pronte a viaggiare di pari passo nel curriculum di Inzaghi, vero trascinatore della Strega.
“Chi ci affronterà dovrà capire che con noi il vento è cambiato”. All’esordio nella nuova Serie A, Pippo Inzaghi ha lanciato un monito ma anche un mantra per giallorossi ed avversari, come a voler cancellare la storia recente del Benevento e ridisegnarla sui passi in avanti compiuti dalla società. Tutto un altro mondo rispetto all’ultima avventura dei sanniti di fronte al grande pubblico in una salita che non sembrava conoscer fine.
È cambiata la gestione ma è cambiato anche l’approccio con la massima serie. La prima esperienza della stagione 2017/2018 si è rivelata traumatica per la società ma è servita per ricalibrare gli equilibri e disegnarli su misura di A. Sono arrivati giocatori funzionali alla filosofia di Inzaghi ed al nuovo palcoscenico, sono stati ridimensionati gli investimenti e si è dato il giusto peso specifico ai protagonisti della storica cavalcata in Serie B. Valorizzare il gruppo ma anche regalare un vento nuovo alla squadra, senza snaturarla ma confermandone i suoi trascinatori: un impatto diverso con il grande pubblico e la nuova realtà, frutto di analisi e programmazione senza pari.
La Strega non sarà la Cenerentola della nuova stagione: è cresciuta, ha imparato dagli errori commessi e vuole prendersi le sue rivincite. Ha cambiato politica, scegliendo i migliori protagonisti seppur lontani dai riflettori piuttosto che i nomi di lusso ed ha centrato il focus della sua crescita: cercare il progresso, senza vendere la propria anima.
Lo slogan che il Benevento ha scelto per ricordare la sua stagione ma anche un grido di battaglia, come a voler rievocare l’impresa anche nel mondo dei grandi. La nuova Strega targata Inzaghi ha demolito la Serie B, riscrivendo le pagine storiche di questa realtà sulla scia della Juventus di Deschamps, per ripercorrere le sue strade e presentarsi in A tra gli applausi, a testa alta e con la necessità di confermarsi anche sull’Olimpo del nostro calcio.
La striscia di record giallorossi è impressionante. 46 punti conquistati dopo 19 giornate, meglio di Juventus (44) e Sassuolo (45), un primato per la Serie B nell’era dei 3 punti a vittoria. Miglior attacco (67 gol fatti) e miglior difesa (27 subiti) del campionato. 12 vittorie complessive conquistate in trasferta, meglio del Torino della stagione 2000/2001 fermo a 10. 8 vittorie consecutive in trasferta, come il Palermo nel campionato 2013/2014. E ancora, 86 punti assoluti in campionato: superato il Como nella B a 20 squadre, fermo a 74, ed eguagliato il Palermo 2013/2014 ma nella B a 22 squadre. Impressionante anche il ritmo rispetto alle inseguitrici: 18 punti di vantaggio sulla seconda, oltre alle 26 vittorie complessive in B, un risultato che eguaglia il primato dell’Ascoli del 1977/1978 insieme a quello relativo alla promozione con 7 giornate d’anticipo, che apparteneva sempre ai bianconeri.
Un ruolino di marcia incredibile che ha incoronato la Strega regina assoluta del campionato cadetto e le ha permesso di presentarsi, in Serie A, con la forza e l’entusiasmo di chi non ha nessuna voglia di accontentarsi. Ed il debutto, contro la Sampdoria, ne è l’esempio.
L’ultimo arrivato in casa giallorossa è Iago Falque, in prestito secco dal Torino. Visite, firma, primo allenamento e prima convocazione, strappata proprio aspettando l’Inter. Lo spagnolo rappresenta l’ultimo tassello di una campagna acquisti sfrenata ma ordinata, dando il giusto peso a quei reparti che aspettavano il ritocco giusto per ridisegnare al meglio gli equilibri da Serie A.
L’attacco giallorosso ripartirà dal galiziano, insieme a Caprari e Lapadula, individuati come i migliori interpreti del ruolo per l’economia di gioco di Inzaghi e per il sistema della Strega, protagonista ad inizio mercato di un blitz poi fallito (problemi nelle visite mediche che hanno reso impossibile il tesseramento) per Loic Remy e di un lungo corteggiamento per Gervinho, attualmente fuori dai radar del Benevento. A centrocampo sono arrivati Ionita e Dabo, una certezza della Serie A ed una promessa pronta ad esplodere nel nostro calcio. In difesa, invece, il talento del giovane Foulon, prelevato dal Waasland-Beveren e l’esperienza dell’ex Monaco e Torino Kamil Glik, una delle certezze del nostro campionato.
Nuovi protagonisti e nuove possibilità per l’undici di Inzaghi, ormai abituato al 4-3-2-1 ma con diverse opzioni tattiche da poter sfruttare, dalla difesa a 3 già protagonista a Marassi all’imprevedibilità dell’attacco, leggero o pesante a seconda dell’avversario di turno e della politica, su misura di A, del suo trascinatore.
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