6 Gennaio 2020

Occhi Sull’Avversario – Guida al Napoli: squadra in mano a Gattuso per uscire dalla crisi

Il club partenopeo si trova in uno dei momenti più complicati della sua storia recente

Dopo aver chiuso l’anno col botto vincendo 4-0 contro il Genoa nell’ultimo impegno del 2019, l’Inter é chiamata al ritorno in campo per proseguire la propria corsa allo scudetto e, possibilmente, cominciare il nuovo ancora meglio di come era stato chiuso il precedente. Ad attendere gli uomini di Antonio Conte ci sarà il Napoli, in una trasferta che negli ultimi anni è diventata un vero e proprio incubo per i tifosi nerazzurri: delle ultime dieci partite disputate dall’Inter nello stadio della squadra partenopea ben otto sono state delle sconfitte, mentre le restanti si sono tutte concluse in pareggio.

L’imperativo sarà dunque invertire la tendenza e tornare a Milano con tre punti che a lungo andare potrebbero rivelarsi decisivi per l’esito del testa a testa con la Juventus, al momento a pari punti e con il primo scontro diretto favorevole. Quindi, per arrivare preparati al meglio al big match di questa sera, ecco la nostra guida al Napoli.

– L’ADDIO DI ANCELOTTI

Quando poco più di un anno e mezzo fa il Napoli annunciava che sarebbe stato Carlo Ancelotti a prendere le redini della squadra dopo il sorprendente ciclo targato Sarri, in pochi si sarebbero aspettati un esito tanto negativo quanto prematuro. Il tecnico emiliano sembrava infatti il profilo ideale per mantenere – se non addirittura superare – il livello delle ultime annate e non far rimpiangere un allenatore che, al picco della sua esperienza napoletana, era riuscito a conquistare ambiente e tifosi in una misura senza eguali nel periodo post-Maradona. Per il Napoli il suo arrivo rappresentava tanto una dichiarazione di intenti quanto la dimostrazione della crescita vertiginosa di una società che solo dieci anni prima tornava in Serie A da neopromossa dopo un fallimento societario e che tre anni prima, puntando sullo stesso Sarri (ai tempi una scommessa con una sola esperienza in Serie A dopo anni di gavetta nelle categorie minori), si affidava ad un allenatore con un palmares ben diverso da quello di Ancelotti, plurivincitore in Champions League e tra i tecnici più stimati degli ultimi 10-15 anni a livello mondiale.

Le cose però non sono andate come la società campana sperava, e dopo una stagione passata tra alti e bassi (un tranquillo secondo posto in campionato da un lato, le più o meno deludenti eliminazioni in Champions, Europa League e Coppa italia dall’altro) nei primi mesi di quella nuova Ancelotti ha perso in fretta il controllo della situazione soccombendo ai colpi incrociati delle controversie e della situazione conflittuale sviluppatasi tra società e giocatori e dalle difficoltà incontrate sul campo in termini di gioco e risultati. La qualità del gioco del Napoli dell’ultimo Ancelotti è stata infatti ben lontana da quella messa in mostra negli anni precedenti dall’attuale tecnico della Juventus, e i continui cambi nell’undici titolare hanno manifestato delle evidenti difficoltà a livello tattico e di gestione del gruppo al punto da spingere la società ad optare per l’esonero.

SQUADRA IN MANO A GATTUSO

Dopo l’addio di Ancelotti, la scelta del presidente De Laurentiis è ricaduta su Gattuso, separatosi consensualmente dal Milan nel corso dell’estate. L’ex rossonero ha dunque avuto la meglio nonostante la presenza sul mercato degli allenatori di tecnici più blasonati ed esperti come Allegri e Spalletti, e se al momento non è chiaro ci siano effettivamente state altre trattative, risulta comunque evidente il senso di una decisione come questa.

Gattuso infatti, aldilà di facili associazioni con la grinta e il carattere che ha sempre messo in mostra in campo, nella sua esperienza al Milan ha dimostrato di essere un allenatore in grado di dare un contributo importante alla propria squadra sul piano mentale e dell’atteggiamento, potendo sempre poggiare su basi tattiche semplici ma efficaci. Nonostante i non pochi momenti di difficoltà (basti ricordare l’eliminazione ai gironi di Europa League nonostante un raggruppamento assolutamente agevole), il suo Milan ha comunque raggiunto risultati importanti in territorio nazionale nonostante una rosa non all’altezza delle dirette concorrenti. In campionato ha sempre conquistato un piazzamento europeo, lo scorso anno arrivando ad un solo punto dalla zona Champions, e in Coppa Italia ha raggiunto una finale e una semifinale.
Scegliendo lui, il Napoli spera di trovare un allenatore in grado di dare una scossa ad un gruppo che per motivi calcistici ed extra-calcistici sembra sempre più distratta e insofferente ai pessimi risultati in campionato e alla classifica che ne è conseguita. Per guadagnarsi la conferma a giugno Gattuso dovrà riuscire da subito a prendere in mano la squadra e trascinarla verso la qualificazione alla prossima Champions League, in modo da evitare un ridimensionamento che potrebbe costare caro al Napoli tanto sul piano sportivo quanto su quello economico e d’immagine. Alla luce dell’andamento spedito delle concorrenti e dei punti persi fin’ora, non sarà un’impresa facile.

LE ULTIME USCITE

Il Napoli, come detto, si trova tutt’ora nel bel mezzo di una striscia di risultati negativi senza precedenti nella storia recente del club. Il rullino di marcia della squadra conta infatti due sole vittorie nelle ultime dodici partite, con tre sconfitte e sette pareggi a completare il conto. Visto l’indiscutibile valore tecnico della rosa risulta difficile immaginare alla base di questo andamento unicamente dei motivi di campo, e probabilmente, come spesso succede, l’allenatore rappresentava solo la punta dell’iceberg di una situazione problematica più alla radice che ha inevitabilmente messo anche società e giocatori sul banco degli imputati.
In ogni caso, Gattuso ha poco tempo per inquadrare la situazione e prendere i giusti accorgimenti per far ripartire la squadra ai ritmi che tutti si aspettano alla luce dei valori a disposizione. Le sue prime due uscite sulla panchina del Napoli, però, non hanno lasciato segnali molto incoraggianti. Contro due squadre con pregi e difetti molto evidenti come Parma e Sassuolo il Napoli ha infatti faticato molto e non è mai riuscito a imporre la propria superiorità, dimostrando – comprensibilmente – di non essere ancora riuscito a trovare una nuova identità ben definita e funzionale alle idee del suo nuovo tecnico. Entrambe le gare sono terminate con un risultato di 1-2 e si sono decise con un gol allo scadere, con l’esordio al San Paolo che ha visto il Parma conquistare la vittoria grazie a uno dei suoi letali contropiedi e con la gara contro il Sassuolo che ha visto la squadra partenopea venire premiata in extremis dopo un finale in cui era riuscita per larghi tratti a chiudere l’avversario nella sua area di rigore. La pausa invernale potrebbe dunque avere dato a Gattuso il tempo necessario per lavorare al meglio sui problemi della squadra, e il match contro l’Inter sarà il banco di prova ideale per verificare a che punto è arrivata la crescita del Napoli sotto la guida del suo nuovo allenatore.

LE DIFFICOLTÀ NEL RICAMBIO GENERAZIONALE

Uno dei punti critici per il Napoli in questo inizio di stagione è stata la mancata rendita degli importanti investimenti effettuati nel mercato estivo. I due grandi colpi dell’estate sono stati Lozano e Manolas e per arrivare a loro De Laurentiis ha investito una somma totale di circa 75 milioni di euro, ma i risultati ottenuti finora sono stati ben al di sotto delle aspettative. L’attaccante messicano, dopo aver fatto sognare i tifosi partenopei segnando al debutto contro la Juve, non è riuscito a imporsi nelle gerarchie della squadra ed è finito vittima delle continue rotazioni del reparto offensivo imbastite da Ancelotti nei primi mesi della stagione. Il cambio di allenatore per ora non ha rappresentato una svolta per lui, con Gattuso che nelle due partite fin qui giocate ha preferito l’usato sicuro di Callejon e Insigne per le posizioni di esterni nel suo 4-3-3. Anche il suo recupero sarà quindi uno dei tanti obiettivi da cui dipenderà il futuro del tecnico calabrese sulla panchina del club. L’ex difensore giallorosso invece ha dovuto far fronte ad alcuni problemi fisici che lo hanno tenuto lontano dal campo per diverso tempo (fin qui sono solo undici le sue presenza in Serie A) e che gli hanno impedito di rispettare le grandi attese che vertevano in estate intorno alla coppia che sarebbe andato a formare con Koulibaly.
In conclusione, vista la mediocrità delle prestazioni di Elmas, l’unico acquisto davvero azzeccato è stato quello di Di Lorenzo, che non ha sofferto il salto in una grande squadra e si è sempre dimostrato una soluzione più che affidabile per la corsia di destra. Il suo profilo ricalca quello della scommessa a basso costo che negli ultimi anni ha dato grandi risultati al Napoli (basti citare Koulibaly e Mertens), e non è da escludere che di fronte al basso rendimento dei colpi da novanta la società non possa tornare a concentrarsi quasi esclusivamente su questo tipo di trattative per le prossime sessioni di mercato. In questo senso, le voci sul forte interesse del club per i veronesi Amrabat e Rrahmani sembrano confermare almeno in parte questa ipotesi.

È LA FINE DI UN CICLO?

Il vero nodo da affrontare per il Napoli resta però quello legato al futuro dello zoccolo duro dei giocatori che ne hanno sancito i successi negli ultimi anni. Giocatori come Mertens e Callejon hanno verosimilmente a disposizione ancora pochi anni ad alti livelli e sono in scadenza di contratto, con lo stesso De Laurentiis che ha dichiarato di essere pronto a lasciarli andare qualora non decidano di accettare la proposta di rinnovo da lui ritenuta più congrua. Ci sono poi Insigne e Koulibaly. Il primo è sembrato in alcuni frangenti sul punto di rompere con la società, e le prestazioni messe in mostra nel corso di questa stagione sono senza dubbio al di sotto delle sue possibilità; quanto al difensore senegalese, l’apprezzamento di cui gode all’estero è ormai cosa risaputa, e di fronte a una grossa offerta la società potrebbe presto decidere di lasciarlo partire. E le loro situazioni non sono un caso isolato: Ghoulam e Hysaj sono già da tempo in rotta con la società, e anche Allan è stato più volte vicino alla cessione.
Insomma, il Napoli si trova a un punto della sua stagione in cui deve decidere definitivamente cosa fare del proprio futuro. Il blocco vincente degli scorsi anni sembra sul punto di crollare, e i nuovi innesti hanno fallito nel portare nuova vitalità alla squadra. La società dovrà dunque decidere se provare a rimettere insieme i pezzi e andare avanti oppure sancire la fine di un ciclo, optare per un forte ricambio generazionale e ricostruire da zero i successi degli ultimi anni. Entrambi i casi porterebbero con sé un discreto fattore di rischio. Nel primo caso non è detto che i senatori siano disposti a ricucire lo strappo e andare avanti di nuovo insieme, oppure, anche lo fossero, la fine del ciclo potrebbe semplicemente essere inevitabile. Dopo diversi anni ad alti livelli la necessità di un ricambio generazionale nel gruppo è un fattore fisiologico, e forse è davvero arrivato il momento che il Napoli intraprenda questa strada. Tuttavia, qualora l’ipotetico nuovo gruppo non dovesse rivelarsi azzeccato, il rischio di un forte ridimensionamento diventerebbe davvero elevato, e di fronte a squadre in rapida ascesa come Atalanta e Lazio il club rischierebbe di rimanere tagliato fuori dalle zone di classifica che contano per diversi anni.

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