Con Claudio Ranieri in panchina, la Sampdoria è riuscita a trovare la sua dimensione ideale, creando l’equilibrio giusto in campo tra esperienza e vivacità nonostante i diversi discorsi dal punto di vista tattico. Quella blucerchiata è una squadra capace di cambiar pelle a gara in corso o a seconda dell’avversario, riallineando reparti e corsie per dare le migliori garanzie all’assetto nel corso dei 90′.
Nell’ultimo impegno di campionato contro la Roma, l’ex tecnico tra le altre anche dell’Inter ha proposto un finto 4-4-2 mascherato in un 4-4-1-1 con Verre a supporto di Gabbiadini, scelto come unica punta. Contro il Sassuolo invece il passaggio al 4-3-1-2 con il centrocampo schierato a rombo e con Damsgaard a supporto di Gabbiadini, in coppia con Keita Baldé. Tra le possibilità tattiche però anche la strada della difesa a tre, con Bereszynski schierato da terzo centrale, ruolo ricoperto anche in Nazionale.
L’idea alla base della Sampdoria resta però quella del 4-4-2 classico, difeso a spada tratta anche dallo stesso Ranieri dopo la vittoria contro la Roma: “Modulo scolastico? Non è così, pressiamo con tanti giocatori. Poi con questo modulo ho vinto in Premier League con il Leicester, oggi Lille e Atletico Madrid sono primi in Francia e Spagna”.
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