Ode all’Inter
Quante volte ti ho difesa nel passato le vittorie erano poche ed ero scoraggiato Ogni anno tanti acquisti, numerosi campioni E alla fine sconfitte e tanti bidoni
Un tifoso nato tardi, dicevano tutti erano iniziati gli anni più brutti Sono arrivato l’anno dopo Trapattoni ma ho visto Zanetti e i suoi “7 polmoni”
Negli anni tanti inni cori e canzoni Si cantavano per alleviare le delusioni Uno di questi citava Prisco, l’Avvocato Ed è quello che più mi ha esaltato
“Noi in serie b non ci siamo stati” Di questo dobbiamo essere onorati Sono grandi le difficoltà e i bocconi amari Ma noi siamo l’Inter una squadra senza pari
Ho ancora negli occhi la finale di Parigi del 98 Avevo otto anni e me la facevo un po’ sotto I miei eroi potevano vincere il mio primo trofeo E se la giocavano con i padroni del colosseo
Azione concitata, arriva il gol di Zamorano e già io ero in piedi sul divano Passa poco tempo e arriva il gol di Zanetti io e mio papà ci stringevamo molto stretti Infine ecco il gol di Ronaldo Urlai la mia gioia con un tono spavaldo!
L’anno dopo lo scudetto è stato solo sfiorato dopo capii che il termine giusto è rubato termine che non userei nemmeno oggi se non ci fosse stato uno come Moggi.
Ma è grazie a lui che l’Inter è tornata nella leggenda placando la sua fame di vittorie tremenda Tutto è iniziato con gli scudetti di Mancini e le meravigliose rivincite nei derby con i cugini
Poi quella botta nel vedere Ronaldo di rossonero colorato Quando ancora nel mio cuore c’era il suo pianto disperato Il derby dei fischietti con quel suono fastidioso Un derby sofferto ma alla fine vittorioso
Ma alla leggenda mancava ancora qualcosa la champions era solo una realtà misteriosa Per vincerla ci serviva un vero campione ed ecco arrivato lo special-one.
La prima stagione è stata di studio dell’esplosione era solo il preludio. Un’anima nuova, una forza della società, un grande lavoratore di estrema serietà
Anche con lui ci sono stati momenti tristi ma tutto si risolveva provocando i giornalisti dal rumore dei nemici al gesto delle manette tante parole sono state dette
Intanto la squadra cresceva in forza e coralità questa del vate era la specialità A Barcellona eravamo noi i marziani festanti Non ci hanno fermato neppure gli idranti
A Madrid anche in Champions arriva la vittoria e il tuo nome torna nella storia Il 22 come la maglia del principe Milito che quella sera mi ha fatto toccare il cielo con un dito.
Quella sera però ti hanno strappato Mou dal Cuore lasciando dietro una striscia di dolore Qualcuno voleva cancellarlo in tanti lo hanno ricordato ma purtroppo nessuno lo ha superato.
Ed ora eccoci qui mia cara Internazionale alla fine di un’ode che spero non sia banale, adesso che ogni sogno tu hai coronato il momento è alquanto delicato. Questa classifica non ci appartiene il sangue vincente ci scorre nelle vene
Rialzati dunque e ricomincia il cammino perchè entra ancora luce da quello spioncino spalanca la porta e spicca il volo perchè mi manchi e non sono il solo.