Oriali: “Ero juventino, ma ora l’Inter è la mia seconda famiglia”
Lele Oriali compie 60 anni, ex calciatore, dirigente e bandiera dell’Inter, 43 reti realizzate in carriera in 392 gare, 6 quelle messe a segno nel derby. La sua vita, come canta Ligabue, è stata una vita da mediano, tifoso juventino che all’improvviso si trovò sepolto da una valanga di nero e d’azzurro: “Facevo il garzone dal barbiere per arrotondare e giocavo a calcio nel Cusano Milanino come terzino destro. Un giorno mi vide il “sciur” Crippa e disse che mi voleva all’Inter, io che da ragazzo ero della Juve. Arrivato all’Inter però divenni interista a vita“.
Una carriera difficile da dimenticare, la sua. Tra compagni di squadra e avversari ricorda: “Bordon e Beccalossi sono stati i miei più cari amici. Becca è stato quello che per le sue qualità ha avuto meno successo. Il più forte? Maradona senza dubbio. Durante un’amichevole Bearzot mi disse di controllarlo, aveva 18 anni, io riuscii solo a vederlo”.
Durante l’intervista riportata dalla Gazzetta dello Sport, Lele racconta un episodio curioso che gli avrebbe cambiato la carriera e senza dubbio anche la vita: “Nel 1980 stavo per essere ceduto all’Ascoli in cambio di Pasinato, il tutto senza dirmi nulla. Avvisai la società che piuttosto avrei smesso di giocare a calcio“.
Non può dimenticarsi della Nazionale, esperienza che “completa” la carriera di qualunque atleta: “Beazot si rivelò un grande stratega, ci fece vincere un mondiale storico. Al tempo ero in camera con Zoff, nessuno dei due ci credeva, ci telefonavamo per ricordarcelo”.
Il periodo di dirigenza per sua squadra del cuore: “L’Inter è la mia seconda famiglia. Per i nerazzurri ho perso il sonno; ancora oggi mi agito molto, non come quando giocavo, ma quasi. Mancini bravo e fortunato; Mourinho abile e furbo, ho lavorato 11 anni all’Inter, una carriera culminata con la vittoria della Champions”.
L’ex dirigente nerazzurro esprime, in conclusione, un parere sull’Inter attuale: “I nerazzurri possono arrivare lontano; Stramaccioni è bravo a tenere unito il gruppo ma va lasciato tranquillo”.
Oriali, da quella magica notte del 22 maggio non è più tornato a San Siro: “Questione di carattere – dice – il calcio, però, rimane la mia vita e se arrivasse una proposta interessante la prenderei in considerazione“. I tifosi, intanto, lo portano sempre nel cuore e c’è chi continua a sperare in un suo ritorno…