3 Marzo 2013

Pagelle, Catania-Inter 2-3: è la rimonta di Don Rodrigo e dei suoi “bravi” senatori

HANDANOVIC: 6 – Raccoglie due palloni dalla rete, primo tempo da spettatore del naufragio nerazzurro, secondo tempo con rimpianto per il cartellino giallo che gli farà saltare la prossima partita, stavolta non è chiamato ai soliti miracoli. INCOLPEVOLE.

JUAN JESUS: 4,5 – L’errore sul primo gol del Catania è l’abc di tutto quello che un difensore non deve fare nella marcatura di un attaccante, si fa fregare come un pivellino da Bergessio, poi entra in tilt e non ne combina più una giusta, il pallone ai suoi piedi scotta. A questi livelli queste ingenuità si pagano e caro. IMBAMBOLATO.

CHIVU: 5,5 – Rispetto al compagno di reparto va decisamente meglio ma nel primo tempo alcuni disimpegni sono francemente imbarazzanti, le marcature un pò troppo leggere e gli attaccanti del Catania non sanno più come leccarsi i baffi. Secondo tempo decisamente migliore ma da uno della sua esperienza ci si aspetta di più. DISTRATTO.

PEREIRA: 5,5 – Terrorizzato all’idea di calcare ogni campo di gioco d’Italia, anche questa volta non si smentisce e Pablo Alvarez lo brucia puntualmente, secondo tempo con un pò più di intraprendenza ma non basta. ENNESIMA BOCCIATURA.

ZANETTI: 6,5 – Nel primo tempo imbarazzante di marca nerazzurra, è quello che prova a dare la scossa e a riordinare le idee, riesce a limitare il Papu Gomez. Saggezza e unico appiglio in una squadra allo sbando. Chissà come ha motivato i suoi compagni negli spogliatoi visto la rimonta…SAGGEZZA ALLO STATO PURO.

KUZMANOVIC: 5 – Disastro davanti alla difesa, inghiottito dai centrocampisti rossazzurri è più lento della moviola di Alvarez e in fase di costruzione alzi la mano chi si ricorda una sua iniziativa. INCONSISTENTE.

STANKOVIC (dal 46′): 6,5 – Piazzato davanti alla difesa, distribusce palloni e riorganizza un centrocampo allo sbando, l’età lo può portare a ritagliarsi un ruolo alla Pirlo, Stramaccioni ci pensi! DETERMINATO.

GARGANO: 6 – Nel primo tempo non pervenuto, la sua corsa manca maledettamente alla causa, nel secondo tempo ricarica le batterie e morde le caviglie avversarie. DOPPIA FACCIA.

GUARIN: 6 – Partita non indimenticabile del Guaro, si scuote un pò nella ripresa ed esce acciaccato.

CAMBIASSO (dal 76′): 7 – Decisivo alla vecchia maniera, va vicino al gol della vittoria prima e poi è freddo e altruista serve a Palacio una palla con scritto spingimi in rete. DECISIVO.

SCHELOTTO: 6,5 – Nel primo tempo è il migliore, non molla mai e stringe i denti, prende botte e si lancia su tutti i palloni, quando ha un pò di spazio prova a creare sempre qualcosa. Ripresa dove ci prova due volte, spirito da combattente dal primo all’ultimo minuto. COMBATTENTE.

ALVAREZ: 6 – Soliti errori, soliti movimenti a rallentatore, morbidezza e leggerezza da ballerina di danza classica e sindrome da sinistro che lo porta anche ad un metro dalla porta a cercare il sinistro perdendo l’attimo fuggente, rispetto al solito ci sono due elementi in più, non da poco, il gol che scuote i suoi su bel tuffo di testa e la tenacia con la quale, specie nel secondo tempo, va alla ricerca del pallone. LAMPI DI VITA.

ROCCHI: 5 – Nei primi 45 minuti la squadre non ha nè capo nè coda e la colpa non può essere solo sua, è servito poco e male, certo che lui non ci mette proprio i mezzi per tentarci. Prova opaca del “vice-Milito”. SPAESATO.

PALACIO: 8,5 – Il suo ingresso coincide con la scossa nerazzurra che diventa riscossa proprio grazie ai suoi gol, due e al suo assist in occasione del gol di Alvarez, abituati alla presenza-assenza di Rocchi i difensori rossazzurri vanno nel pallone quando si trovano al loro cospetto una scheggia impazzita che corre su tutto l’arco d’attacco, destra-sinistra-centro, concreto come pochi in zona gol. Come un solo giocatore può cambiare la storia di una partita. Don Rodrigo a comandare e i suoi bravi a seguirlo in una rimonta storica. ESSENZIALE.

STRAMACCIONI: 7 – Nel primo tempo vorrebbe forse essere altrove, in una spiaggia deserta o in qualsiasi altro campo d’Italia ma non lì al Massimino a vedere lo spettacolo indecente offerto dai suoi, non si scompone e prova a raddrizzare il raddrizzabile, due cambi decisivi e una scossa che deve essere arrivata per forza dalla sue parole negli spogliatoi, un mesaggio da squadra ad allenatore, un’unità di intenti, non si vinceva fuori casa dalla notte di Torino. Sarà un fuoco di paglia o è la svolta?

VIDEO – Highlights Catania-Inter 2-3: riviviamo la strepitosa rimonta nerazzurra..