Il pagellone di fine stagione: tanta mediocrità, Mancini bocciato
Il pagellone di fine stagione 2015/2016 dell'Inter, tutti i voti e tutti i giudizi sull'annata e su i suoi protagonisti, da Mancini a Icardi passando per Jovetić e Kondogbia, senza dimenticare qualche desaparecido disperso a gennaioFELIPE MELO
FELIPE MELO 4.5
Arrivava come un flop annunciato e chiunque si aspettava un giocatore scarso, vecchio, stanco e anche mezzo folle. All’inizio ha provato a far ricredere tutti, sfruttando la freschezza atletica derivatagli dalla leggera (eufemismo per dire “assente”) preparazione atletica fatta col Galatasaray per correre più di chiunque altro e limitando i suoi impeti omicidi, scaricando correttamente l’agone in campo e suggerendo di poterci anche stare, in quest’Inter. L’apice è probabilmente stata la partita con l’Hellas Verona, decisa da lui stesso. A giudicare dalle dichiarazioni che rilasciava ai tempi, peraltro, Melo aveva preso enormemente sul serio il suo arrivo a Milano e si è anche autonominato leader di squadra con una facilità imbarazzante.
Presto però è caduta la maschera ed è saltato fuori il calciatore – nel senso di persona che tira calci, genericamente – che tutti noi ricordavamo. Preso per dare più personalità alla squadra, l’episodio da sliding doors della sua stagione è stata la folle notte di San Siro con la Lazio (e Biglia), durante la quale è stato uno dei coprotagonisti del crollo nerazzurro, il triste preludio al deludente girone di ritorno, nel quale lui s’è peraltro accomodato sempre più spesso in panchina e non ha più mostrato un ette di quel che avrebbe dovuto fare, con o senza palla. Doveva essere una controfigura di Medel più dotata in fase d’impostazione, ha finito per fare il panchinaro e l’ultima risorsa possibile della panchina, dando ragione a chi non l’avrebbe mai preso la scorsa estate.