Il pagellone di fine stagione: tanta mediocrità, Mancini bocciato
Il pagellone di fine stagione 2015/2016 dell'Inter, tutti i voti e tutti i giudizi sull'annata e su i suoi protagonisti, da Mancini a Icardi passando per Jovetić e Kondogbia, senza dimenticare qualche desaparecido disperso a gennaioMEDEL
MEDEL 5.5
Quando si parla di Medel siamo sempre lì: “Eh ma corre”, “Eh ma non sa impostare”, “Eh ma qualcuno dovrà pur difendere”, “Eh ma se fai giro palla è un uomo regalato”, “Eh ma può giocare anche da difensore, non sarebbe meglio?”, “Eh però serve anche qualcuno che recupera i palloni là in mezzo” e così via. Si può proseguire la litania quanto si vuole, tanto non se ne esce e, anzi, ci si rende conto che su Medel non esistono toni di grigio: o lo si vuole sempre in campo oppure mai. Lui, dal canto suo, non aiuta granché la percezione che si ha perché sembra sempre imprescindibile quando l’Inter vince così come pare totalmente inerme quando l’Inter perde, in perfetto allineamento con la sua compagine.
Il problema è che anche l’anno del Pitbull ha avuto diversi picchi in alto e in basso e, in realtà, questo è sufficiente per far sì che la sua sufficienza finale non sia del tutto piena. Il perché? Semplice: se si parla di giocatori di quantità che dovrebbero avere un rendimento costante a prescindere più o meno da tutto e da tutti, è semplicemente inaccettabile che il cileno abbia fatto su e giù così spesso (nemmeno lui troppo aiutato dal contesto generale, verissimo, ma vale per tutti). Insomma, non si può dare una sufficienza piena a chi dovrebbe averla più o meno per definizione e invece risulta discontinuo tanto quanto i compagni più estrosi.
Il vero problema del Pitbull, in sintesi, è la sua incapacità di discostarsi dalla prestazione complessiva della squadra e di elevarsi al di sopra di essi, magari facendo da traino ai compagni che non stanno giocando su un livello all’altezza. Non per fare i nostalgici ma ricordate un certo Gattuso? O Roy Keane? Ecco. Siamo ancora lontani.