Ernesto Paolillo, ex dirigente dell’Inter, è intervenuto ai microfoni di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio, parlando ampiamente dell’Inter, ambiente che conosce molto bene.
Paolillo non è sembrato preoccupato dalla situazione del bilancio nerazzurro, che ha portato all’inevitabile, e si spera unica, cessione di Hakimi. Ha infatti dichiarato: “Si tratta di un ridimensionamento solo dal punto di vista del bilancio. Questo non implica che la squadra non sarà competitiva. Certo, sostituire uno come Hakimi non è semplice, ma con la plusvalenza ottenuta si possono prendere giocatori meno famosi oggi, ma che domani potranno garantire un’ulteriore plusvalenza. L’ossatura principale della squadra è rimasta e non verrà smantellata. Anche con il cambio di allenatore, non vedo un indebolimento evidente dell’Inter“.
Sull’altro tema caldo, l’azionariato popolare, Paolillo invece dice: “Da un punto di vista romantico sarei felice di vederlo prendere piede, ma non bisogna dimenticare che in Spagna funziona grazie ad una legge fiscale parecchio strana. Questa infatti considera l’aumento di capitale del club come una specie di donazione, una risorsa patrimoniale che non va contro il Fair Play Finanziario. Certo, ci sono casi molto positivi, come quello del Bayern Monaco, ma hanno comunque alle spalle l’Allianz e altri marchi enormi. Non vedo come sia possibile attuare una cosa simile in Italia. Se è scappata anche la Pirelli dalla sponsorizzazione dell’Inter… temo sia qualcosa di romantico ma impraticabile”.
“Bisogna mettere un freno alle tecniche per aggirare le restrizioni della UEFA. Non ha voluto e potuto sanzionare club come il Manchester City e il PSG. Se io sponsorizzo sulla maglia una nazione e guadagno talmente tanto da coprire il bilancio sono a posto. Ma bisogna darci un taglio, se no diventa un gioco diverso per alcuni. UEFA e calcio devono rendersi conto che il calcio sta diventando insostenibile. In Serie B sono almeno 5 o 6 le squadre che versano in cattive acque. La UEFA deve ridurre i propri ricavi e far guadagnare più le squadre che la compongono, dando respiro a chi guadagna meno di quanto dà. Non è un dramma ridurre la Serie A a 16 squadre o sanzionare chi deve essere sanzionato. Il calcio è un business e nella realtà di tutti i giorni le aziende quando non ce la fanno falliscono di continuo”.
Sulla meravigliosa vittoria all’europeo, Paolillo ha poi proseguito: “Vedere l’Italia vincere l’europeo è stato molto bello, l’ennesima riprova di come nonostante tutto la nostra scuola riesca a mantenersi ad altissimi livelli. Mancini è cambiato molto negli anni, si è evoluto ed ha continuato comunque a vincere. La FIGC dovrà essere intelligente e sfruttare questo trionfo per far ripartire il calcio italiano e produrre grossi ritorni economici”.
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