Dopo una carriera costellata di gioie ed emozioni, Giampaolo Pazzini ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Innumerevoli le sue esperienze in giro per l’Italia, così come i gol siglati con svariate maglie indossate nel corso della sua avventura calcistica. Il Pazzo è stato protagonista di un’intervista su La Gazzetta dello Sport.
Ecco, dunque, le sue dichiarazioni: “Farò Il corso da direttore sportivo, così come l’Uefa Pro da allenatore: cercherò di capire la strada migliore. Ho smesso perché era essenziale che fossi io a decidere. E poi il fisico cambia per tutti, tranne per Ibra. La mia carriera? Pazzesca, è chiaro. Ho giocato con tanti campioni, in top club, la Champions, i Mondiali, ho fatto 115 gol in A. Per me ogni gol è come un figlio“.
E poi, prosegue: “L’Inter è stata la squadra più forte in cui ho giocato. I compagni erano macchine spaventose. Amici e nemici? Toni è stato compagno, amico e mentore. Nemico, sportivamente parlando, Materazzi. Quando lo sentivi arrivare faceva paura. Lo stesso Mihajlovic. Tecnicamente dico Cassano e Pirlo“.
Infine, sulle sue panchine: “Non ho mai criticato le scelte tecniche, bensì i modi. Stramaccioni per esempio mi disse “per me davanti c’è Milito, tu vieni dopo”. È stato sincero e ho apprezzato. Altri hanno fatto i giochini. Scudetto? Sulla carta vedo favorite Juve e Inter. Il Milan lo metto come possibile outsider“.
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