Quando Pelé firmo con l’Inter e si rischiò la rivoluzione
O Rei sarebbe potuto essere un membro della Grande InterLa morte di Pelé ha sconvolto il mondo del calcio, nonostante “O Rei” fosse malato da tempo. Il campione brasiliano, per moltissimi il più forte di sempre, diventerà probabilmente ancora più un idolo, un’icona nell’immaginario collettivo. Quello che non tutti sanno però è che Pelé fu a un passo dall’Inter. Anzi, a voler essere precisi, fu praticamente un calciatore nerazzurro.
Come raccontato più volte da Massimo Moratti, suo padre Angelo aveva trovato l’accordo già nel 1958, subito dopo il Mondiale in Svezia, per portare un giovanissimo Pelé a Milano. Il contratto era già firmato, era solo da depositare e poi “O Rei” sarebbe stato nerazzurro. Purtroppo però appena la notizia iniziò a circolare in Brasile, i tifosi del Santos insorsero contro i dirigenti del club. Il presidente della squadra brasiliana venne anche aggredito e iniziò a temere per la propria incolumità. Moratti, da gran signore quale era, si mise una mano sul cuore e stracciò l’accordo già firmato, così da placare gli animi in Brasile.
Quello però non fu l’unico tentativo dell’Inter. Successivamente infatti come racconta Massimo, i nerazzurri tornarono alla carica, ma la chiusura delle frontiere agli stranieri mise un altro freno all’operazione da sogno. Sulla questione è tornato poi oggi anche Ronaldo, che ha scritto un toccante ricordo su La Gazzetta dello Sport per il campionissimo appena scomparso. Ronaldo ha infatti ricordato l’occasione in cui, appena infortunatosi gravemente al ginocchio, ricevette la visita di Pelé a Milano. Lo stesso calciatore gli raccontò l’episodio del mancato arrivo a Milano: “Mi disse di quando Angelo Moratti lo aveva comprato per l’Inter ma lui non se la sentì di lasciare il Brasile. Massimo, il mio presidente, che nel frattempo mi chiamò al telefonò per salutarlo, confermò tutto. Allora gli chiesi se potevo far firmare a Pelè un contratto con l’Inter fino a gennaio, così avrebbe potuto giocare al mio posto, in attesa che guarissi: rideva come un pazzo…”