Pellegrini: “Conte è un grande ma deve rimanere sereno. Messi all’Inter? Sogno Mbappé. Su Eriksen come Bergkamp…”
L'ex presidente nerazzurro lunedì compirà 80 anniErnesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter, compirà lunedì 80 anni e si è concesso ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per tracciare un resoconto della sua vita che è stata condizionata inevitabilmente dai colori nerazzurri: “Quanta parte ha avuto l’Inter in questi 80 anni? Esattamente la metà. Sono stato cooptato nel Consiglio del compianto Presidente Fraizzoli nel 1980. Dopo quattro anni acquistai l’intero pacchetto azionario diventando, a 43 anni, il presidente della mia squadra del cuore”.
Il primo ricordo dell’Inter: “Andai allo stadio a vedere Inter-Juventus nel 1954, ma quella partita non la vidi per l’assembramento dei tifosi nei corridoi dello stadio che mi impedivano la visuale. Quel giorno dissi: ‘Diventerò il presidente dell’Inter’. Ma sognavo…”.
I campioni preferiti: “Da ragazzo, Luciano Redegalli, figlio del maniscalco che lavorava in cascina, con cui palleggiavo nel cortile di casa. Poi Skoglund e Brighenti, indimenticato bomber dell’Inter e della Nazionale italiana. Da presidente, invece, ricordo Rummenigge, a quei tempi il miglior attaccante del mondo, simbolo della mia Inter, Klinsmann e tutti, indistintamente, i giocatori con i quali vinsi lo scudetto dei record”.
Rapporti ancora vivi: “Klinsmann e Beppe Bergomi hanno recentemente organizzato una cena a casa mia: eravamo in 16. Incontro spesso Bergomi, Baresi e Ferri, testimonial dei Corsi di Formazione dell’Accademia Pellegrini”.
La vittoria del cuore: “Il 2-1 di Inter-Napoli che ci regalò lo scudetto del 1989”.
Un errore da non rifare: “La cessione di Matthäus che qualche tecnico dava sul viale del tramonto, mentre giocò ancora 4-5 anni ad altissimi livelli. Mi è rimasto nel cuore”.
La nuova dirigenza: “Non ho consigli da dare perché ritengo Steven un presidente serio, preparato e con grande entusiasmo”.
Su Conte: “È un grande allenatore. Mi permetto, con l’esperienza dei miei 80 anni, di dargli un consiglio: portare nello spogliatoio serenità, entusiasmo e tanti sorrisi. Le racconto un aneddoto. Guglielmo, mio nipote che ha 4 anni e mezzo, ascoltando un dialogo di lavoro tra me e mia figlia su una gara non vinta un giorno esclamò: “Nonno, chiudi gli occhi, fai un respiro e sorridi. Vincerai tutte le gare!”.
Erisken come Bergkamp: “No, non conosco le sue difficoltà ma so che Bergkamp era un campione che ci ha fatto vincere una Coppa Uefa e divenne poi il miglior giocatore del campionato inglese“.
Su Lukaku: “E’ un giocatore unico: grintoso, tecnicamente preparato, con uno spiccato senso del gol. Poi dopo ogni rete guarda in cielo e si fa sempre il segno della croce. Mi piace tantissimo”.
All-in sullo scudetto: “In fondo anche la mia Inter dopo una vittoria in Germania, a Monaco, fu eliminata in coppa a San Siro ma poi vinse lo scudetto. Speriamo, quindi, che la storia si ripeta“.
Un campione nell’Inter di oggi: “Messi è fin troppo facile, a me piace molto anche Mbappé”.
Un presidente italiano nel futuro dell’Inter: “Mio nipote Guglielmo è nato il 9 marzo, giorno della fondazione dell’Inter. Non sarà mica un segno del destino?”.
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