6 Aprile 2019

Pellegrini: “Suning riporterà l’Inter a vincere. Mercato? Sogno Messi. Su Icardi, Spalletti e San Siro…”

L'ex presidente nerazzurro ha rilasciato una lunghissima intervista a La Gazzetta dello Sport
intervista pellegrini

Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Tanti i temi trattati, a partire dal futuro di San Siro: “Io ragiono da milanese. Se tutto nascesse da zero, dico che sarebbe bello avere due impianti di proprietà, uno per squadra. Ma c’è San Siro, lo vede? C’è sempre stato. È un monumento nazionale, lì ho ammirato i migliori: è un discorso che va oltre il fattore economico. Qui c’è in ballo il cuore, non trovo necessario spendere soldi per fare altro. Piuttosto, andrebbe ristrutturato e sfruttata l’area circostante per costruire quel che si vuole. Guai a demolirlo”.

I retroscena sul mercato:Guardi, ho sempre acquistato i calciatori che volevo, non ne ricordo uno che non sono riuscito a prendere. Falcao? Ero seduto alla destra del presidente Viola alla finale Roma-Liverpool, ricordo uno striscione “Pellegrini giù le mani da Falcao”. Ma le dico la verità: non era una mia idea, a volere Falcao era Mazzola. Io avevo in testa solo Rummenigge. Se è il calciatore a cui è più legato? Per me fu un simbolo, mi presentai con quell’acquisto. Allora era il più forte attaccante al mondo, perse la finale del Mondiale solo perché marcato da Bergomi. Anche se Beppe un giorno mi ha confessato: “Ebbi vita facile perché Kalle non stava bene”. Non è vero però che lo rubai alla Juve. Successe con altri”.

L’acquisto di Bergkamp:Loro pensavano di averlo in pugno. Io presi un aereo e andai a casa del giocatore. Tornai a Milano, mi telefonò Boniperti e mi disse: “Sei sicuro?”. Gli risposi: “Mi dispiace”. E lui: “Sei stato bravo”». Uno dei miei calciatori nell’Inter attuale? Facciamo due. Anzi, tre: Rummenigge, Matthaus e Brehme”.

Il caso Icardi:Con me non sarebbe mai successo. Io mi rifiutavo di discutere di contratti durante la stagione, a chi avanzava pretese dicevo “ne parliamo a fine campionato”. Una volta ci provò Matthaus, che aveva il Real Madrid che gli soffiava addosso. Gli spiegai e lui accettò. Avrei fatto lo stesso con Icardi. Wanda? Io ho avuto a che fare con una moglie procuratrice. Sì. Caterina Collovati: trattava lei per Fulvio. Si comportò benissimo, mai una parola sui giornali. Però… capisco che il mondo sia cambiato. L’arrivo di Beppe Marotta è perfetto per gestire casi simili”.

Il gap dalla Juventus:Le rispondo come feci con un giornalista l’anno prima dello scudetto dei record, quando a dominare era il Milan. Dissi: “Anche il prossimo anno, se riesco a prendere chi ho in mente”. Così fu. Matthaus, Brehme, Bianchi, quel matto di Nicola Berti e Diaz, che a fine anno, quando gli comunicai che avevo già preso Klinsmann al suo posto, si mise a piangere”.

La dirigenza Suning:Penso che riporterà l’Inter a vincere. È una famiglia seria, ha voglia di investire, me l’ha detto Marotta. Ho fiducia, lui e Antonello sono due grandi manager, il futuro è loro. Con Spalletti allenatore e Icardi centravanti? Un allenatore va giudicato, oltre che dai risultati, per i rapporti che ha con i suoi giocatori. A Genova ho visto una squadra molto unita e i meriti sono pure del tecnico. Non sono così sicuro sul caso Icardi, ma in assoluto Spalletti ha gestito bene lo spogliatoio. Ha otto partite per giocarsi le sue chance E Icardi? I tifosi vanno rispettati. E i tifosi sono arrabbiati con lui… Deve recuperare il rapporto”.

Un ritorno all’Inter: “Ho fatto il mio tempo. E poi io sono uno che nel bene e nel male decide, non potrei avere un ruolo da comprimario. Mi hanno offerto altri club, il Genoa, il Torino, il Siena… una volta Mancini venne a casa mia per convincermi a prendere la Samp. Ma sono interista, non mi vedo in altri club”.

Il prossimo mercato: “Servirà un regista, uno alla Matteoli, alla Pirlo per intendersi. Ma preferisco sognare, sono un tifoso. Mi faccia volare: Messi»

Lautaro: “Icardi importante per me, dentro e fuori dal campo. Nazionale? Posso essere il titolare!”

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