PELLICOLE NERAZZURRE – Fight club: da Medel a M’Vila, combattere per cambiare
Pellicole nerazzurre è una nuova rubrica targata Passioneinter.com, nella quale proveremo ad associare elementi del mondo Inter ad alcuni celebri film che hanno fatto la storia recente e non del cinema mondiale.
Da San Siro ad Hollywood, iniziamo questo particolare viaggio partendo da Fight Club, film datato 1999 e trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk. La pellicola, famosa sopratutto per il dialogo sulle regole del fight club, racconta di un centro clandestino per moderni guerrieri, dove i protagonisti, oltre a combattere a mani nude in una sorta di pugilistica ed improvvisata arena, si riuniscono per combattere i pregiudizi di un mondo sempre più votato al consumismo e alla globalizzazione, armi talmente potenti da, citando proprio un’altra celebre considerazione del protagonista, “possedere chi le possiede”.
Combattere, in senso ovviamente più metaforico e meno fisico, è un concetto che va a braccetto col mondo del calcio ormai da decenni: vince chi da l’anima, chi lascia ogni briciolo d’energia disponibile sul terreno di gioco, vinche anche chi, come Gary Medel e Yann M’Vila indossa elmo e scudo, rinunciando allo spettacolo offensivo ed alla finalizzazione per aprire le porte ad un equilibrio tattico figlio di tanta corsa e qualche calcione.
GUERRIERI IN CALZONCINI – Come nel club clandestino del film, dove non si può infierire sull’avversario se quest’ultimo rimane inerme al tappeto, esistono calci e calcioni: il primo Medel di San Siro, artefice di una prestazione da 8 pieno, ha dimostrato che, pur senza esagerare con la foga si può essere onnipresenti e riuscire paradossalmente anche a guadagnare qualche fallo importante. Discorso simile ma allo stesso tempo differente può essere fatto per l’altro nuovo combattente arrivato nel fight club di Mazzarri: Yann M’Vila. Il francese, reduce dallo sciagurato trasferimento ai russi del Rubin Kazan dopo essere stato a lungo nel mirino dei principali club europei, è ancora a caccia della migliore condizione fisica prima di scendere in campo accanto o in alternativa a Medel e contribuire al cambiamento tanto osannato da Mazzarri nel corso delle conferenze stampa che hanno preceduto i recenti incontri dei nostri ragazzi.
CAMBIAMENTO – Walter Mazzarri, così come il protagonista del film Tyler Durden, impegnato ad indottrinare i membri del club sui mali che stanno logorando la società del tempo, lavora da tempo su una variazione tattica capace di regalare al duo Kovacic–Hernanes la necessaria libertà d’azione in grado di esaltare le caratteristiche del duo tutto fantasia e geometrie, lasciandoli quindi liberi da compiti difensivi che fisiologicamente ne strozzerebbero le qualità ed il genio. Il tecnico toscano parla, anche nella famosa conferenza finale della passata stagione, del famoso “metodista”, intendendo un profilo “alla De Rossi”, uomo d’ordine, capace di garantire l’adeguato filtro tra il reparto difensivo e quello mediano, esaltando le doti dei veloci esterni e sopratutto dei centrocampisti di qualità come il croato ed il brasiliano ex Lazio. Il cambiamento può regalare anche risvolti a livello emotivo: la tifoseria nerazzurra, da sempre folgorata da chi “suda la maglia” e da chi scende in campo con personalità e determinazione, ha già eletto il cileno come beniamino indiscusso, tributandogli calorosi applausi ad ogni recupero già nella prima apparizione casalinga stagionale. Come naturale che sia, un giocatore ben visto dai supporters, darà sempre di più per la maglia indossata, e nel caso di Medel, equivarrebbe quasi a giocare in dodici.
TRA PASSATO E PRESENTE – Come se non bastasse, il nuovo centrocampo nerazzurro, o il nuovo fight club, tornando al collegamento col film, ha percorso una strada opposta a quella di un lottatore di spessore assoluto come Esteban Cambiasso, gladiatore moderno capace di imporre sul terreno di gioco la propria immensa forza mentale e fisica. Piero Ausilio, con due autentiche magie di mercato, regala al tecnico non uno, ma ben due calciatori con le caratteristiche richieste. Medel, reduce da un Mondiale da applausi dove esce a testa altissima contro i padroni di casa dopo 120 minuti giocati con un principio di stiramento ( e chi se n’è accorto? ), viene strappato al retrocesso Cardiff per otto milioni di euro, quasi la metà di quanto pagato soltanto un anno prima dal club gallese. Yann M’Vila invece, dopo un estenuante tira e molla tra Inter e Rubin arriva a Milano in prestito oneroso con diritto di riscatto: l’operazione permetterà ai vertici nerazzurri di valutare per una stagione il colosso francese, finito nel dimenticatoio dopo l’inizio di carriera da applausi tra le fila del Rennes. Giocatori importanti, con curricula d’altro livello rispetto al Cuchu, simbolo di un’Inter destinata a rimanere impressa per sempre nei cuori dei tifosi, ma con le carte in regola per non farlo rimpiangere.
THE END – Poco importa la categoria: si può essere lottatori da fight club, lottatori d’arena o nel nostro caso, in calzoncini e maglia numerata: l’importante è sempre combattere per qualcosa di grande, più grande di calcioni e cartellini, perché chi lotta, gettando il cuore oltre l’ostacolo per novanta minuti avrà vinto comunque, qualunque sia il risultato.