PELLICOLE NERAZZURRE – Million Dollar Brozo
“Non posso vivere così, Frankie. Non dopo quello che ho fatto. Ho girato il mondo. Il pubblico ha inneggiato al mio nome, be’, più che al mio nome al soprannome che mi ha dato lei, però tifavano per me. Sono apparsa sui giornali. Chi avrebbe mai potuto immaginarlo.. Quando sono nata pesavo un chilo e cento scarsi, mio padre diceva sempre che avevo lottato per venire al mondo e che avrei lottato fino alla morte. È quello che voglio fare, ma non voglio lottare contro di lei. Ho avuto quello che volevo. Ho avuto tutto. Non permetta che mi venga portato via. Non mi lasci sdraiata qui finché non sentirò più la voce dei miei tifosi“.
Million Dollar Baby ( QUI il trailer ) è la classica pellicola capace di andare oltre le apparenze, di svilupparsi in maniera progressiva tanto da mettere in secondo piano la boxe, perno portante attorno al quale si sviluppa l’intera trama. Il film del 2004, diretto ed interpretato magistralmente dal grande Clint Eastwood, racconta la storia di Maggie Fitzgerald ( Hilary Swank ), intraprendente ragazza piena di problemi di ogni natura e pronta a tutto pur di essere allenata dal burbero ex pugile Frank Dunn, interpretato proprio dal pluripremiato attore/regista americano. Grazie al duro lavoro figlio dagli insegnamenti di Frank ( addirittura chiamato “capo” dalla ragazza ) e dei suggerimenti del gestore della palestra Eddie la ragazza riesce ad imporsi in un mondo che pareva lontano anni luce fino ad arrivare ad un finale strappa lacrime che non stiamo qui a raccontarvi.
Nella palestra di Appiano Gentile è appena arrivato un giovanotto croato che di voglia di lavorare ne ha da vendere. Di lui si è detto tanto, ma si sa davvero poco o nulla. Proprio come la protagonista del film, Marcelo Brozovic non è propriamente un oratore e neppure il testimonial perfetto per una casa produttrice di dentifrici: a chiacchiere e sorrisi preferisce il lavoro quello vero, sul campo, nella palestra di un maestro che di talento ne ha seminato parecchio. Il nostro Roberto Mancini/ Clint Eastwood d’altro canto quella palestra la vive in maniera quasi simbiotica: ne respira l’essenza quotidiana scrutando i propri allievi minuto dopo minuto, alla ricerca della quadratura di un cerchio che pare ancora lontana. Nessun cioccolatino di benvenuto per il balcanico, non c’è il tempo, non è il momento di pacche sulle spalle ed elogi, bisogna indossare le scarpette e lavorare. Proprio come Meggie quindi, si trova subito catapultato sul terreno di gioco per faticare, conoscere ed apprendere. Sarà una vera e propria conoscenza reciproca: nonostante la stima del tecnico jesino nei confronti dell’ex Dinamo Zagabria sia ormai datata, va valutata la compatibilità del ragazzo con i meccanismi nerazzurri, sempre più bisognosi di una decisa oleata dopo le recenti e poco prolifiche uscite.
Proprio come quello di Meg, l’allenamento di Brozovic sarà un allenamento massacrante: se apportare migliorie concrete in una piazza complessa come quella nerazzurra è tutt’altro che semplice, farlo a stagione in corso è praticamente un’impresa. Le grandi vette si raggiungono solamente con il grande lavoro, e Brozovic voglia di lavorare ne ha. A questo punto è lecito porsi un paio di domande sull’atteggiamento tattico richiesto da Mancini all’interno dell’insidioso ring della Serie A, capace di trascinare nell’oblio calciatori ben più formati del ragazzo di Zagabria. Difficile in tal senso esprimere certezze prima dell’esordio effettivo ( che potrebbe arrivare già domani nel match delle 12,30 c0ntro il Sassuolo ) : c’è chi vede in Brozovic un trequartista moderno capace di garantire movimento, conclusione ed il famoso “ultimo passaggio; chi lo vede più adatto a giocare nei due davanti alla difesa, in quanto capace di gestire al meglio le due fasi di gioco, fornendo un sostanzioso contributo anche in fase passiva e chi invece individua nel giocatore tutte le caratteristiche della mezzala perfetta, adatta forse più ad un 4-3-3 che ad un 4-2-3-1 ( per saperne di più sulle caratteristiche di Brozovic leggi QUI ).
Probabilmente la tanta confusione tattica sul croato è figlia della sua grande duttilità che da sempre, nel calcio, fà rima con completezza. Un calciatore completo però, va trattato con assoluta delicatezza: mai abusare dell’ubiquità tattica di un classe ’92, soprattutto se si vuole evitare una naturale dispersione all’interno di un calcio nuovo ancora tutto da scoprire. Il ruolo del custode Eddie Scrap, amico fedele di Frank e riferimento della ragazza all’interno della palestra, potrebbe metaforicamente essere ricoperto da Mateo Kovacic, tramite perfetto tra i dettami di Mancini e le esigenze di Brozovic: Teo e Marcelo infatti, oltre a parlare la stessa lingua nel senso più letterale del termine, sono molto affini anche a livello tattico, avendo giocato insieme con la maglia della selezione croata. Probabilmente il modulo più idoneo alla perfetta convivenza dei due potrebbe essere il 4-3-3 con i due gioielli croati agli estremi del terzetto supportato dal filtro di un mediano, ma non vanno escluse ulteriori soluzioni come la conferma del 4-2-3-1 con il numero 77 pronto a prendere in mano le redini della squadra.
Il nostro Pellicole Nerazzurre di questa settimana si conclude qui, almeno momentaneamente: lasciateci infatti prendere posto a bordo ring in attesa del gong, pronti ad osservare i movimenti di Marcelo Brozovic, nuovo pugile ambidestro cresciuto in casa da coach Mancini.
di Giuseppe Chiaramonte