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Vocalelli (GdS): “Perisic emblema del nuovo corso dell’Inter. Ha vinto la Champions League ma…”

Alessandro Vocalelli, giornalista de La Gazzetta dello Sport, sulle colonne della Rosea si è soffermato a parlare dell’Inter di Antonio Conte, reduce tra Champions League e campionato da 3 vittorie consecutive, e del nuovo ruolo di Ivan Perisic.

Ecco le sue parole: “Come avevamo pronosticato anche nel momento più delicato e difficile, l’Inter è tornata ad essere l’Inter, con tutte le sue potenzialità, con la sua energia, con quella sua capacità di saper buttare giù un muro quando sembrano non esserci più vie di uscita. Merito di una società che ha saputo cogliere il momento giusto e più scomodo e per far sapere a tutti (e soprattutto ai giocatori) di credere ancora fermamente in Conte”.

Achraf Hakimi, Getty Images

Meriti di Conte: “Ha fatto scelte illuminate di uomini e di posizioni in campo – e per favore non chiamiamoli moduli – e di un gruppo che non ha scelto il classico si salvi chi può e si è messo a remare in un’unica direzione. Superato il momento critico, in campionato, l’Inter a inizio novembre è invece ripartita, pareggiando a Bergamo e mettendo insieme le tre vittorie – Torino, Sassuolo e Bologna – che l’hanno rilanciata al secondo posto. Un’accelerazione confermata in Champions – dopo l’espulsione di Vidal e la brutta caduta con il Real in casa – anche contro i tedeschi del Borussia. Una vittoria che ha riconsegnato ai nerazzurri la possibilità di crederci, a patto di confermarsi con lo Shakhtar”.

L’esempio di Perisic: “C’è forse un giocatore, tra i meno citati, che più di tutti rappresenta il nuovo corso dell’Inter. Uno che un po’ come oggi Eriksen un anno fa era lontano dal progetto di Conte. Il riferimento è a Perisic che però, dopo aver vinto tutto con il Bayern, aver segnato 8 gol e collezionato dieci assist, è tornato all’Inter per provare a riprendersi uno spazio all’interno della squadra, che davanti aveva già due inamovibili come Lukaku e Lautaro. Lo ha fatto e lo sta facendo, provando a sfruttare le occasioni – ed il riferimento a Eriksen non è assolutamente casuale – anche macinando chilometri su e giù sulla fascia sinistra. Immaginandosi – da campione d’ Europa in carica con il Bayern – un’altra vita calcistica, pur di convincere l’allenatore. Perché – per essere protagonista nell’Inter di Mourinho – anche un centravanti meraviglioso come Eto’o accettò un giorno di fare l’ala. E non c’è bisogno di ricordare come andarono le cose”.

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Raffaele Caruso

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