Porta stregata e scelte da decifrare: s’interrompe la striscia
Prima o poi doveva capitare, ma nessuno avrebbe pensato alla gara di Lecce come quella che avrebbe interrotto la marcia nerazzurra verso lidi più consoni al suo blasone. Finisce 1-0 per i salentini la partita forse paradossalemente più ricca di occasioni da gol per i nerazzurri. Ora tocca navigare a vista e ricominciare a chiudere gli occhi di fronte alla classifica. C’E’ WES, RANIERI CAMBIA– 4-3-1-2 per Sor Claudio che costruisce l’Inter su misura per il trequartista olandese, con Obi mezzala sinistra a dar manforte all’inesauribile Nagatomo. Motta è out, Cambiasso vertice basso del rombo e linea mediana completata, neanche a dirlo da Zanetti. Attacco affidato al peso specifico di Milito e Pazzini. Il Lecce dal canto suo, ha preparato la gara sull’abilità di Cuadrado e Muriel di prendere d’infilata la retroguardia nerazzurra con Giacomazzi e Di Michele ad aumentare il tasso tecnico e di esperienza dei salentini. TANTE OCCASIONI MA…Il primo tempo dei meneghini, complice la presenza di Sneijder, è fatto di possesso palla, specie per vie centrali, giocate rapide a terra e di pressing asfissiante sui difensori pugliesi. Il predominio territoriale è evidente: tutt’altro che da provinciale. Le occasioni migliori però, sono frutto di palle inattive con Samuel in grande spolvero o come già accennato, del pressing attuato all’altezza della trequarti sfruttando le indecisioni dei difensori di Cosmi (incertezza di Benassi con Milito che sfiora il gol). Tutto diceva Inter fino al momento della rete di Giacomazzi frutto di una marcatura troppo lenta di Lucio sul centrocampista giallorosso. Distrazioni che non si addicono al centrale brasiliano. Altra nota preoccupante la facilità di Muriel nel superare in velocità Samuel. Occorre riflettere. RIPRESA: SI TORNA ALLA MANOVRA…SCOLASTICA– Se i primi 45 minuti hanno comunque mostrato un’Inter viva seppur sfortunata, Ranieri prova a riportare i suoi sui binari del modulo che meglio conoscono 4-4-2 con Sneijder, vero e proprio fattore-sorpresa, lasciato in panchina e con Alvarez a ricoprire il ruolo di esterno. La manovra di fatto è diventata molto prevedibile, ha avuto l’effetto di bloccare gli esterni salentini, ma non ha sortito che qualche cross dalla trequarti e azioni decisamente scontate, complice la giornata no di Maicon. Cosmi ha potuto così chiudere i varchi al meglio, lasciando di fatto al centrocampo nerazzurro un possesso sterile quanto lungo. Zarate entrato nel finale al posto di un generoso Obi, ha dimostrato di essere a corto di idee, puntando avversari su avversari per poi convergere al centro, mettendo palloni che per Benassi non costituivano assolutamente una minaccia. Unica risorsa, davvero poco, della seconda frazione è stata per l’ennesima volta quella delle palle inattive, con un pizzico di fortuna si sarebbe potuto evitare il k.o. Un incidente, quello di ieri pomeriggio, che deve far meditare: quale strada pensa di battere Ranieri? C’è posto per Sneijder? Milito e Pazzini non fanno movimenti troppo simili e facilmente leggibili? Aspettiamo risposte sul campo.