PREPARATI AL MATCH – Tutto su Inter-Lazio
Inter-Lazio: tutto quello che c’è da sapere sul match
Con il pareggi del Milan a Roma e della Sampdoria con l’Udinese, si apre uno scenario importanti agli occhi della squadra guidata da Roberto Mancini: cogliere un risultato positivo stasera significherebbe accorciare la classifica non sul terzo posto in sé (occupato da Samp e Napoli a 27 punti) ma quanto meno sulle altre principali concorrenti per l’obiettivo (in primis Milan e Lazio). Gli uomini di Pioli, però, vengono da due convincenti vittorie con Parma e Atalanta e soprattutto durante l’ultima partita con gli orobici hanno dimostrato di essere in grado di imporre il proprio gioco e i propri ritmi, alzati o abbassati a seconda dei diversi momenti della gara. In casa Inter, nonostante una buona prova a Verona contro il Chievo, non si può ancora parlare di bel gioco e di padronanza assoluta nello scorrere degli eventi sul campo, ma si può senz’altro discutere sulla rinnovata propensione offensiva di una squadra che sembrava totalmente inerme fino a un mese fa.
LA STORIA – Il primo Inter-Lazio risale al 1928 e terminò con un perentorio 3-1 in favore dei padroni di casa, con un Meazza mattatore. Da allora le squadre si sono affrontate altre 80 volte in totale (71 in campionato, sette in Coppa Italia, una in Supercoppa Italiana, una in Coppa Uefa) con una netta prevalenza di successi nerazzurri, ben 45, rispetto a quelli biancocelesti, solo 10; 26 i pareggi. In Serie A le vittorie più larghe del Biscione sono arrivate nel 1934 e nel 1961 (rispettivamente 8-1 e 7-0), mentre si segnala un 3-5 per i capitolini nell’ottobre del 1998. Ben tre volte il match ha assegnato un trofeo: nel 1998 Inter e Lazio si sono affrontate a Parigi nella finale di Coppa Uefa, terminata 3-0 per l’Inter; nel 2000 Inter-Lazio è stata valevole per la finale di ritorno di Coppa Italia, in cui lo 0-0 consegnò il trofeo agli uomini di Eriksson; nel 2009, infine, a Pechino i gol di Matuzalem e Rocchi consegnarono alla Lazio la Supercoppa di Lega contro la squadra che avrebbe conquistato tutto nei mesi a seguire.
IL PRESENTE – Quella che quindici anni fa sarebbe stata etichettata come una gara-scudetto oggi vale molto di meno: in teoria Inter-Lazio dovrà chiarire quale delle due compagini potrà realmente ambire a raggiungere il terzo posto, l’ultimo utile per disputare i preliminari di Champions League. Pioli, dopo un avvio complicato, ha trovato la quadratura del cerchio in un 4-3-3 molto “abbottonato”, in cui Djordjevic (o Klose) è l’unico attaccante del trio offensivo, composto da un ritrovato Mauri e da Candreva, che oggi però non ci sarà per infortunio. L’esperienza di Basta e Radu, poi, ha dato solidità sulle fasce: i terzini, prima di attaccare, riescono infatti a garantire una fase difensiva importante. Esattamente quello che D’Ambrosio, Dodò e Nagatomo (Jonathan non è ancora pervenuto) non sono mai riusciti a garantire a Mazzarri prima e a Mancini poi: anche con il nuovo tecnico le lacune dei terzini sono costate una sconfitta casalinga contro l’Udinese e tanti rischi nel derby. Di sicuro in una linea a quattro gli esterni di difesa hanno meno responsabilità rispetto a quelli tuttofare di un 3-5-2, ma è necessario che nel mercato di gennaio la società si adoperi per rinforzare la rosa in quel ruolo.
LE FORMAZIONI – Mancini ripropone lo stesso 11 delle ultime uscite: Hernanes non è ancora pienamente recuperato, perciò andrà in panchina; Jonathan non è fra i convocati e la cosa ormai non fa più notizia, così come Osvaldo (in Argentina per un lutto familiare). Handanovic difenderà i pali di San Siro; davanti a lui la linea difensiva sarà composta da D’Ambrosio, Ranocchia, Juan Jesus e Dodò; Guarin e Kuzmanovic saranno le due mezzali accanto a Medel; Kovacic ispirerà Palacio e Icardi. Pioli ha sciolto i suoi dubbi e davanti dovrebbe giocare Klose, che nelle grandi sfide non tradisce mai: Marchetti sarà difeso da Basta, De Vrij, Cana e Radu; a centrocampo Biglia verrà sostituito da Ledesma, accanto a cui agiranno Parolo e l’instancabile Lulic; in avanti Felipe Anderson e Mauri saranno gli attaccanti esterni, con Klose favorito su Djordjevic.
L’OCCHIO TATTICO – Come abbiamo già detto in precedenza, uno dei punti di forza della Lazio è l’equilibrio che garantiscono i terzini in connubio con i due interni di centrocampo, che sono abili nel coprire quando uno dei due difensori scende ad accompagnare l’azione. A tal proposito sosteniamo da tempo che in una difesa a quattro può rivelarsi una scelta positiva quella di schierare un terzino molto offensivo, Dodò, e uno di contenimento, D’Ambrosio: per questo riteniamo che Mancini faccia bene a concedere del riposo a Nagatomo e a non schierarlo contemporaneamente al brasiliano. Nella partita contro il Chievo, poi, pare che Kovacic abbia finalmente trovato una posizione stabile per far male ai suoi avversari: quando gioca tra le linee e Palacio gli libera spazio con i suoi movimenti sulla zona laterale del campo, il croato può davvero essere decisivo. Curiosa sarà la sfida a distanza tra i due centravanti, Icardi e Klose: il tedesco, dall’alto della sua reputazione, non ha mai smesso di giocare con e per la squadra, mentre l’argentino ha dimostrato solo nelle ultime uscite, a dispetto magari della concretezza in zona gol, di essere disposto ad arretrare pur di rendersi utile anche in fase di costruzione. In tema di confronti personali, la velocità di Felipe Anderson è un pericolo importante a cui verrà sottoposta la difesa nerazzurra; Palacio, invece, non fa più della velocità l’arma vincente delle sue giocate, ma sta ritrovando l’efficacia che ne ha fatto un grande giocatore. A nostro avviso dovrà essere lui l’arma in più di questa Inter.
di Gianluigi Valente