PREPARATI AL MATCH – Tutto su Inter-Udinese
Inter-Udinese: tutto quello che c’è da sapere sul match
Per chi, come il sottoscritto, si è trovato per un anno a commentare dapprima con grande entusiasmo e poi con tenera rassegnazione l’avventura di Andrea Stramaccioni sulla panchina dell’Inter, la partita di questa sera assume i connotati della più banale delle “sliding doors – story“. In quella stagione, funestata da una serie inarrestabile e decisiva di infortuni, i sogni dei tifosi e la posizione in classifica dei nerazzurri hanno seguito la stessa traiettoria di una pallina in discesa sul piano inclinato: troppi i rimpianti per un allenatore che alla sua prima esperienza era stato addirittura in grado di mettere in difficoltà i padroni del campionato, troppi quelli dei milioni di allenatori-da-divano che ad oggi, se dovessero affidare la panchina ad uno degli ultimi sei tecnici del post-Mourinho, la darebbero sicuramente a lui. Il motivo? Facciamo ancora fatica a rintracciare nel presente l’entusiasmo e la propensione offensiva che quella squadra metteva sempre in mostra. In questo senso, fatte le dovute proporzioni, i friulani hanno già un buon marchio di fabbrica.
LA STORIA – Inter-Udinese va in onda a San Siro per la 48^ volta: ben 27 le vittorie dei padroni di casa, a fronte di 12 pareggi e 8 sconfitte. I nerazzurri, però, non battono in casa bianconeri da ben 4 anni, quando i gol di Lucio ed Eto’o valsero i tre punti nella seconda giornata di campionato. Clamoroso fu il successo degli ospiti nell’ultima giornata del campionato 2012-13, che coincise con l’ultima da allenatore dell’Inter proprio di Stramaccioni: 2-5 il risultato finale con Di Natale e Gabriel Silva in gran spolvero; i risultati migliori per l’Inter, invece, risalgono agli anni ’50 (6-1 nel 1951 e 5-0 nel 1959). Curiosità: dal 2007 al 2009 le sfide si sono sempre risolte all’ultimo minuto. Nella prima giornata della Serie A 2007-08 un autogol di Cordoba al 92′ fissò il punteggio sull’1-1; nel 2008 e nel 2009 furono i gol rispettivamente di Cruz e Sneijder a regalare i tre punti al Biscione.
IL PRESENTE – Dopo un avvio mirabolante, l’Udinese è tornata con i piedi per terra: 12 punti nelle prime 4 partite avevano fatto presagire una stagione ambiziosa per i bianconeri, ma ormai la vittoria manca da ben 5 match. Sembra essersi esaurito, infatti, quel brio che il 4-3-2-1 aveva fornito a Danilo e compagni: al di là dei risultati, nelle ultime uscite la squadra ha perso certezze nel gioco ed è spesso risultata troppo prevedibile. L’Inter invece ha ritrovato l’entusiasmo che con Mazzarri era andato perduto, ma deve provare a convertire in punti le buone intenzioni, dato che la classifica si allunga giornata dopo giornata e il terzo posto, nonostante il pareggio del Napoli, può sfuggire per sempre. I nerazzurri saranno ancora privi di Hernanes, ai box per un infortunio muscolare e sperano nella buona vena di Kovacic, messo in ombra dalla posizione occupata nelle ultime partite.
LE FORMAZIONI – Mancini schiererà un 4-3-3 puro: in porta la certezza Handanovic, protetto da una linea a quattro formata da sinistra a destra da Dodò, Juan Jesus, Ranocchia e il rientrante Nagatomo; a centrocampo Medel sarà il mediano basso con Guarin e Kuzmanovic ai suoi lati; in avanti Kovacic a sinistra, Palacio a destra e Icardi, preferito a sorpresa a Osvaldo, al centro. Panchina, dunque, per Vidic e Campagnaro. L’Udinese scenderà in campo con il già citato modulo ad albero di Natale e con la squadra tipo: Karnezis difenderà i pali; davanti a lui Widmer, Heurtaux, Danilo e Piris; Badu, Allan e Guilherme completano la linea mediana; Kone e Thereau sosterranno Totò Di Natale.
L’OCCHIO TATTICO – Contrariamente alle attese, Roberto Mancini sceglie di far giocare Kovacic come esterno d’attacco: nella partita con il Milan il croato è stato completamente fuori dal gioco e non è stato per nulla libero di puntare palla al piede l’area avversaria. Anche stasera, probabilmente il numero 10 nerazzurro troverà molte difficoltà, soprattutto in considerazione che Widmer e Badu sono due mastini in fase difensiva e lo raddoppieranno spesso. Da quel lato, dunque, sarà fondamentale Dodò, chiamato a creare la superiorità con continue sovrapposizioni. Posto che Di Natale, Thereau e Kone costituiscono un trio molto dinamico, altrettanto reattivi e dinamici dovranno essere Juan Jesus e Ranocchia nel controllare la parte centrale del campo con due terzini molto offensivi come il già citato brasiliano e Nagatomo. Come abbiamo detto, poi, Mancini ha scelto Icardi come centravanti: l’argentino è sicuramente un giocatore meno manovriero rispetto a Osvaldo, bravo soprattutto a far salire la squadra nella partita con la Roma. La speranza è che il lavoro che sa fare l’italo-argentino venga svolto dagli altri nove giocatori che sosterranno Icardi,per metterlo in condizione di battere a rete il più possibile. Appuntamento a San Siro alle 20.45!
di Gianluigi Valente