PREPARATI AL MATCH – Tutto su Parma-Inter
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Parma-Inter: tutto quello che c’è da sapere sul match
Se c’era una cosa che non ci si aspettava da queste prime dieci giornate di campionato, questa era l’ultimo posto in classifica dal Parma. La squadra che sei mesi fa aveva celebrato la qualificazione in Europa League (poi revocata per problemi burocratici ed economici della società di Ghirardi) è oggi solo un ricordo, perché cinque o sei degli undici titolarissimi della scorsa stagione non tastano più il campo del ‘Tardini‘ con la stessa costanza di prima. Questa sera, comunque, gli uomini di Donadoni saranno costretti a tirare fuori dal cilindro una prestazione piena di orgoglio, pena un probabile allontanamento delle dirette concorrenti per salvarsi: per i Ducali la gara di stasera è un bivio. Bivio che, con un po’ di fortuna e con una certa solidità difensiva, è riuscita ad evitare l’Inter per il suo allenatore Mazzarri: la posizione del tecnico livornese sembra sicuramente più solida rispetto a quella di un paio di settimane fa. Quello che conta, almeno in questo periodo, sono i risultati, e grazie a due vittorie consecutive i nerazzurri hanno risalito la china in classifica e sono tornati in gioco per l’Europa.
LA STORIA – La storia delle sfide tra Parma e Inter è relativamente giovane: fatta eccezione per tre partite di Coppa Italia, datate 1960, 1983 e 1988, in campionato il primo match tra le due compagini risale al marzo del 1991, quando il risultato finale fu uno scialbo 0-0. In totale le partite disputate in Emilia sono solo 29, ma le 15 vittorie dei padroni di casa testimoniano quanto storicamente quello del ‘Tardini‘ sia un campo più che ostico. Pesantissimi il 4-1 del marzo del 1994, quando una doppietta di Zola e i gol di Asprilla e Brolin resero vano il rigore di Ruben Sosa, e il 6-1 del novembre del 2000: Micoud, Montano, Appiah, Sartor, Amoroso e un autogol di Serena inflissero una delle sconfitte più cocenti dell’era Moratti. Ciliegina sulla torta della stessa era è da considerarsi l’ultima giornata di Serie A del 2007-08: all’Inter, bisognosa di tre punti per conquistare lo scudetto, basta una mezzora di Ibrahimovic per fissare il risultato sullo 0-2 e assicurare alla squadra di Mancini il trionfo tricolore.
IL PRESENTE – La gara di stasera, valida per la 10^ giornata di campionato, rischia di essere troppo importante per il Parma: perdere anche la quinta gara casalinga della stagione vorrebbe significare rimanere sicuramente all’ultimo posto in graduatoria e lontani almeno quattro punti dall’ultimo posto utile per la salvezza, ma soprattutto vorrebbe dire mettere Donadoni seriamente sulla graticola. L’ex tecnico della Nazionale rischia grosso ma, mettendoci nei suoi panni, comprendiamo che provare a costruire una nuova realtà con giocatori giovanissimi e alla loro prima esperienza in Serie A (pensiamo ai giovani Mauri e a Coda, per esempio) richiede tanto tempo. La stretta necessità di fare punti va comunque letta come un’arma a doppio taglio: se da un lato può rendere estrema la voglia di far bene e moltiplicare la grinta e la concentrazione in campo, dall’altro può anche destabilizzare gli equilibri tattici e mentali di una squadra. Ecco perché l’Inter dovrà essere bravissima a sfruttare soprattutto l’aspetto psicologico, magari con un approccio iniziale molto deciso e provando a portare dalla sua il match fin dal primo fischio di Rizzoli.
LE FORMAZIONI – Walter Mazzarri preferisce non rischiare Hernanes dal primo minuto, dopo l’affaticamento riscontrato mercoledì contro la Sampdoria. Il suo 3-5-2 sarà dunque composto dal solito terzetto difensivo davanti ad Handanovic, ovvero quello formato da Ranocchia, Vidic e Juan Jesus; a centrocampo gli esterni saranno Dodò e probabilmente Mbaye (dopo quattro gare consecutive rifiaterà Obi); internamente giocheranno Kovacic, Medel e Kuzmanovic; davanti il tandem offensivo Icardi-Palacio. Donadoni risponde con uno speculare 3-5-2 ma senza grosse novità rispetto alle gare precedenti: Mirante sarà protetto da Mendes, Felipe e Lucarelli; Acquah si adatterà a esterno destro, mentre sulla sinistra agirà uno tra De Ceglie e Ristovski; in mezzo Lodi detterà i tempi di Mauri e Gobbi, nella sua nuova posizione di mezzala sinistra; in avanti Cassano farà da spalla a Coda, una delle sorprese migliori dei Ducali.
L’OCCHIO TATTICO – Contro la Sampdoria la crescente condizione fisica di Palacio (anche se associata alla scarsa lucidità del Trenza sottoporta) ha permesso alla squadra di Mazzarri di esprimersi leggermente meglio rispetto alle ultime uscite: il movimento attorno a Icardi ha dato i suoi frutti soprattutto nella prima frazione, quando un Hernanes senza problemi alla coscia e un Kovacic ispirato sono riusciti a imbeccare benissimo entrambe le punte. Ciò che, a nostro modesto parere, è mancato ancora una volta è la spinta costante degli esterni fino al fondo del campo per allungare e allargare la squadra: e questa sera, contro un undici che si schiererà con un modulo identico a quello dell’Inter, il confronto uno contro uno sulle fasce sarà assolutamente decisivo, anche in ragione del fatto che Hernanes giocherà solo uno scampolo di match e si avrà un catalizzatore di gioco in meno. Kuzmanovic, infatti, sarà chiamato a velocizzare i tempi delle sue azioni, come ha dimostrato di poter aspirare a fare già mercoledì in quei venti minuti, altrimenti rischierà di subire l’aggressività del centrocampo parmense. Donadoni si affida, ancora una volta, alla buona vena di Cassano, l’unico capace di confermarsi rispetto alla scorsa stagione: toccherà a Vidic guidare Ranocchia e Juan Jesus alle marcature su di lui e su Coda. Appuntamento al ‘Tardini‘ alle 20.45!
di Gianluigi Valente
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