Progetto di top player: ecco Nicolò Barella. Corsa, duttilità e qualità al servizio di Antonio Conte
Scopriamo quello che il neo acquisto nerazzurro potrà dare alla causa dell'Inter nella prossima stagioneOra è ufficiale: dopo Sensi, arriva Barella a rinforzare il centrocampo dell’Inter versione 2019/20. Cosa porterà Nicolò alla Beneamata?
GLI INIZI – Scoperto dalla prestigiosa scuola calcio “Gigi Riva”, Nicolò è un cagliaritano doc con il calcio nel sangue determinato anche quando da piccolo i genitori gli consigliavano il basket. Ma lui, ovviamente sappiamo quale sport decise poi di fare. Una gavetta per arrivare in Nazionale maggiore a partire dall’Under 15, lungo la strada un argento in Germania (U21) e un bronzo ai mondiali U20 in Corea del Sud nel 2017. Può contare già più di 100 presenze in serie A a 22 anni e 8 con la maglia azzurra di Mancini con la quale, per giunta, ha già siglato ben 2 reti nelle prime 7 presenze.
PUNTI DI FORZA – Abile nell’interdizione e nella corsa, intelligente tatticamente, e con un buonissimo tiro dalla distanza e sui calci piazzati nel suo repertorio tecnico. Tutto questo e forse altro è Barella, da sempre simpatizzante interista, amico di Nainggolan e con una conoscenza in comune con il belga, il loro procuratore Alessandro Beltrami, negoziatore della trattativa intavolata già a partire dallo scorso gennaio con i dirigenti nerazzurri. L’ex Cagliari dovrà essere bravo a non “scottarsi” nel salto in una big, come successo a tanti altri arrivati a Milano pieni di speranze: ma qui bisogna sottolineare un altro punto di forza del sardo, ovvero la grande grinta ed il carattere, abbinati ad una maturità rara per un ragazzo della sua età, che gli permettono di non temere una piazza come quella nerazzurra.
COLLOCAZIONE TATTICA – Nicolò, grazie alla sua duttilità, nel centrocampo di Conte saprebbe ben interpretare tutti i ruoli possibili indipendentemente dai moduli che adotterà il mister. Potrebbe essere un ottimo mediano in un molto probabile 3-5-2 o in un 3-4-3 più equilibrato con Brozovic playmaker; una mezzala completa nel caso di 4-3-3 garanzia di raccordo tra attacco e difesa o in taluni casi un trequartista come di default. Conte stima molto il ragazzo in quanto risulterebbe funzionale nelle fasi di transizione del gioco da possesso a non possesso e viceversa ricordando un certo Arturo Vidal, che nella sua prima Juve riusciva a valorizzare qualunque ruolo gli si fosse affidato a partire dal difensore centrale, al trequartista, all’interno di centrocampo. Il tecnico pugliese conta di rendere Barella un vero e proprio jolly capace nello stesso tempo di inserimenti in zona gol, favorito in tal senso anche dalla tecnica sopraffina di Edin Dzeko, e di sacrificarsi in fase di marcatura e di contrasto in mezzo al campo, forte della sua oramai proverbiale combattività. Insomma, una fonte di energia rinnovabile, lavoratore di palloni utili e il più delle volte illuminanti, con una visione di gioco differente.
FUTURO – L’Inter di certo non lo ha preso come comprimario, come dimostra la grande cifra investita per lui: a Milano contano molto sulla crescita che potrebbe avere con un allenatore come Conte a forgiarlo. Il top player per la prossima stagione potrebbe essere proprio lui, il sardo che si ispira a Stankovic al servizio di un’Inter sempre più giovane e “italiana”.
di Marco Manniello
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