9 Luglio 2014

PUNTO MONDIALE – A scuola di tedesco: segreti e strategie del Panzer che invase il Brasile

 

Punto Mondiale – i segreti della straripante Germania: modello da seguire per tornare grandi.

Ammettetelo, siete ancora a bocca aperta. State ripercorrendo la disfatta storica del Brasile, un risultato tennistico, inimmaginabile, di quelli che verranno ricordati per anni.

Il Punto Mondiale odierno non può che essere legato al Mineirazo, fardello sportivo destinato a pendere in eterno sul capo di Neymar e compagni, marchiati a fuoco come bestie,rei di un peccato che un popolo “pallonivoro” non potrà mai perdonare.

La Germania di Loew asfalta gli uomini di Scolari con un roboante 7-1, capace di esaltare la storia e la fame di una delle corazzate europee meglio organizzate degli ultimi anni. È un 7-1 frutto di una programmazione, di un percorso lungo anni, di un progetto nazionale da emulare e ricalcare per tornare a risplendere.

In questo approfondimento immaginiamo una guida divisa in tre punti, dalla quale prendere spunto per dar vita ad una rinascita sportiva che gli appassionati nerazzurri auspicano da tempo, dopo i fasti del Ttriplete e la conseguente fine di un ciclo vincente.

PUNTO 1 – PROGRAMMAZIONE

Niente nasce per caso, nel calcio come nella vita. La nazionale tedesca è figlia di un progetto decennale: il Panzer teutonico che con le proprie ruote cingolate demolisce le spiagge brasiliane nasce da un progetto tattico altamente lungimirante iniziato in parte nella prima metà degli anni 2000 ed in parte nella seconda. Timoniere costante dal 2006 in poi è l’elegante Joachim Loew, condottiero scaltro e lucido , amante di un gioco intraprendente, organizzato e mai banale. Lahm eDraxler, compagni nel 7-1 di ieri e rispettivamente classe ’83 e ’93, rappresentano la costante programmazione che lentamente si muove e che progredisce di giorno in giorno, aggiungendo sempre più pezzi ad un puzzle quasi perfetto. L’Inter può e deve ripartire da qui, da un mix di giovani ed esperti in grado di muoversi non solo nell’immediato ma anche in prospettiva, pazientando e se è il caso, mandando giù bocconi amari in attesa di tempi migliori ( la stessa Germania nel 2006, nell’era pre-Loew, crolla in casa propria tra lo stupore generale ).

PUNTO 2 – Piccoli-grandi campioni

Parlavamo di mix tedesco, dei senatori Lahm, Klose e dell’ormai brizzolato Schweinsteiger che abbracciano Draxler e Schurrle nella partita delle partite. Ma, volendo essere precisi, risulta difficile parlare di giovani quando i curricula dei ventenni teutonici possono serenamente fare invidia a mezza serie A. La Bundesliga fa della valorizzazione dei migliori talenti locali il proprio modus operandi principe: perché investire su calciatori esteri quando hai l’oro in casa? Reus, Draxler, Müller, ragazzi con altri 3 Mondiali davanti, pronti ed affermati in virtù di una fiducia che nel nostro paese sembra lontana anni luce. Basti pensare all’incredibile distanza che collega i campionati giovanili alle prime squadre, dove solo pochissimi elementi approdano per fare spazio a qualche improponibile ed impronunciabile straniero. La conseguente crescita dei giovani locali farebbe le fortune intanto dei Club ma anche della nostra Nazionale, attualmente orfana di prospetti da esporre nella Coppa del Mondo, vetrina internazionale per eccellenza.

PUNTO 3 – Costante ambizione

La fame sportiva, il temperamento e la foga agonistica, contraddistinguono da tempo il profilo della nazionale tedesca. Rifilare 7 sberle ai padroni di casa in un’arena scottante e non solo per motivi climatici, non è assolutamente da tutti. Pronto, via. Mentre lo Stadio ancora trema per il commovente inno nazionale cantato da un paese intero, ecco il gol che apre le danze, prologo alle successive e sempre altruistiche azioni che portano al cappotto finale. La Germania non si ferma, non rallenta : emblematica la volontà di mandare in gol Ozil negli ultimi minuti, come a voler coinvolgere tutti in una trance agonistica in vista della finale ampiamente braccata dopo i primi 45 minuti di gioco. Con le dovute proporzioni, questa fame è mancata alla nostra Inter del post Mourinho : le motivazioni, la fame, fanno andare le gambe anche più veloci della stanchezza, degli infortuni e degli errori arbitrali. Bisogna ripartire prima mentalmente e poi atleticamente. Pinzolo sarà palestra di corpo e mente, elementi mai separati nello sport più bello del mondo.

A scuola di tedesco, per poter tornare ad imporci, a splendere e navigare in mari più sereni, perché no, anche a partire dalla prossima stagione. Viel Gluck Inter, buona fortuna Inter.