PUNTO MONDIALE – All’ultimo respiro: ricordi di lacrime e caroselli last minute
All’ultimo respiro, quasi sulla sirena, direbbe Dan Peterson in una delle sue cronache cestistiche trasudanti passione ed entusiasmo. L’ultimo Punto Mondiale firmato Passioneinter.com lo dedichiamo ai Campioni, a chi porta a casa il trofeo, a chi ha più convinto durante la competizione, ma anche a chi, come i tedeschi domenica sera, ha vissuto emozioni sportive all’ultimo respiro.
Mario Götze (cristallina promessa del calcio teutonico passato dalla miniera d’oro Borussia Dortmund al Bayern Monaco durante la scorsa stagione) , nel corso del secondo tempo supplementare della finale che vedeva i tedeschi affrontare l’Argentina,dopo un controllo volante, spara in rete la palla della gloria, il passepartout per l’Olimpo, il gol più importante della propria carriera. Se da una parte vediamo un paese balzare per aria grazie ad un gol tanto importante quanto inaspettato, dall’altra parte del terreno di gioco immaginiamo una nazione fino a pochi minuti prima intenta a snocciolare gli 11 in campo per scegliere i 5 migliori tiratori, in vista di una serie di rigori ormai considerata inevitabile, ma fatalmente svanita a 10 minuti dalla fine dei tempi supplementari, grazie ad un gol capace di spingere all’inferno le ambizioni di un paese che ama tanto il calcio da venerarne un’icona pagana riccioluta e col numero 10 sulle spalle.
L’Inter, di emozioni all’ultimo respiro , nel corso della propria storia, ne ha vissute tante.
Alzi la mano chi, durante il gol poi annullato a Bojan Krkic all’ultimo secondo di Barcellona-Inter, non ha sentito il proprio cuore rallentare come un pilota in prossimità di una curva a gomito, chiudendo gli occhi per un attimo e sperando nell’insperabile, un fuorigioco o nel nostro caso, in un benedetto tocco di mano del buon Yaya Toure. Pensiero anche in questo caso condiviso con i nostri avversari, in attesa di una rete desiderata 90 minuti e sparita immediatamente come una pioggia d’estate. Emozioni forti, gioie o dolori istantanei, equamente diviss tra vincitori e vinti.
Altre recenti emozioni sul gong che ogni nerazzurro mai potrà dimenticare, sono legate a due figure simbolo dei fasti dell’Inter nella seconda metà dei primi anni 2000: Javier Zanetti e Walter Samuel, eroi per caso, rispettivamente autori di due gol all’ultimo respiro in due match che definire “pesanti” è un eufemismo. Nel 2008, Il capitano, con una chirurgica conclusione da fuori area, riacciuffa una Roma allora seconda in classifica e pronta al blitz milanese con l’intenzione di portare a casa il bottino pieno.Il Muro argentino invece, durante il regno mourinhiano, stende l’arrembante Siena con un diagonale al minuto 94, classica rete fondamentale dal calciatore che non t’aspetti. Furono gioie, furono brividi, imparagonabili alla perla del Mario tedesco, con il quale però condividono la medesima dinamica.
Passiamo alle ceneri, alle gelide secchiate ricevute sul più bello, alle batoste che nonostante tutto ci fanno amare questo sport.
Il primo triste ricordo last minute è in realtà un ultimo minuto metaforico, non di una partita, ma di una stagione: il famoso 5 maggio 2002, dove proprio all’ultima tappa del percorso cadiamo senza più rialzarci, mandando in frantumi un sogno coltivato per una stagione intera e mantenuto in vita per quasi 36 partite nonostante le mille difficoltà del momento. Chi tra i nostri lettori ha più di 20 anni, ricorda quella partita come una delusione diversa, nata da una serie di incastri che mai nessuno avrebbe mai prospettato. Si cade, ci si rialza, ed anche se meno drasticamente, si ricade. Chi non stretto la propria testa tra le mani dopo l’ultimo minuto di Inter – Atalanta della stagione appena conclusa? Dopo 4 legni in un momento dove risalire la china era più un obbligo che una rosea aspettativa, ecco il tonfo: Bonaventura brucia Handanovic e nerazzurri totalmente sconvolti da un epilogo tanto inspiegabile da rappresentare un’autentica batosta nonostante le speranze di un piazzamento migliore fossero già ridotte al lumicino.
Concludiamo questo ormai consueto punto di ritrovo per appassionati nerazzurri augurandovi di continuare a vivere emozioni calcistiche forti, che siano positive o negative poco importa, perché infondo, il calcio è bello anche per questo.